L'Umbria si presenta come una regione di straordinaria intensità culturale nel rapporto "Io sono cultura 2025" realizzata da fondazione Symbola, Unioncamere, centro studi Tagliacarne e Deloitte. I dati Siae la certificano prima in Italia per numero di spettacoli ogni 1.000 abitanti, con 79 eventi rapportati alla popolazione, contro una media nazionale di 57.Non un exploit, ma di una costante: sale cinematografiche vive e partecipate, oltre 1,3 milioni di ingressi nel 2023, circa 1,5 biglietti pro capite, risultato che supera anche le regioni più grandi. A fornire il quadro è la Camera di commercio dell'Umbria. La musica, dal pop alla classica, mostra una domanda stabile e sopra la media nazionale. Il caso più emblematico è definito il jazz: l'Umbria è l'unica regione italiana dove la partecipazione media supera quella ai generi pop, rock e leggera. Umbria Jazz è considerato "un faro internazionale", ma accanto ad esso opera un tessuto fitto di rassegne e festival che portano la regione a concentrare oltre un terzo degli spettatori italiani del settore. Per Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio, "l'Umbria dimostra ogni giorno di possedere una ricchezza culturale straordinaria, riconosciuta in tutta Italia". "Ma la sfida decisiva - aggiunge - è un'altra: trasformare sempre più questa energia in una leva stabile di sviluppo economico. La vivacità dei nostri festival, la forza delle nostre sale, la densità della nostra produzione culturale devono diventare ancora di più infrastruttura, impresa, innovazione. Non basta fare cultura: occorre farla dialogare con il digitale, con i servizi avanzati, con le nuove professioni creative. È qui che si gioca il futuro della nostra competitività. L'Umbria ha un patrimonio che molti ci invidiano; ora dobbiamo avere il coraggio di renderlo in modo forte e convinto un motore strutturale di crescita, capace di generare qualità del lavoro, valore aggiunto e nuove opportunità per i giovani".
