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Redazione

Nello studio di nuove soluzioni per la transizione energetica gli atenei italiani giocano un ruolo fondamentale. L’Università degli Studi di Trento, con molti dei suoi Dipartimenti, è impegnata in diversi progetti di ricerca sulle energie rinnovabili. Un esempio è il Dipartimento di Ingegneria Industriale che, insieme alla Norwegian University of Science and Technology, porta avanti il progetto “Blue for Green” per sfruttare al meglio l’energia prodotta dal moto ondoso. In particolare, attraverso la creazione di un modello che simula l’intero processo di conversione, dall’onda fino alla produzione di energia, il progetto ha l’obiettivo di aumentare l’efficienza del meccanismo di conversione elettromeccanica. Altro progetto del Dipartimento è quello relativo alle celle a combustibile, dispostivi simili alle classiche batterie, che permettono di ottenere energia elettrica dai processi chimici e possono essere applicati potenzialmente in ogni settore. Nello specifico, il progetto si concentra sulla membrana elettrolitica, parte fondamentale delle celle, per riuscire a crearne una a base di ossido di zirconio. La membrana, che divide in due parti la cella, una contenente ossigeno e l’altra contenente idrogeno, consente all’ossigeno di ridursi in ioni e di passare dall’altro lato. In combinazione con l’idrogeno, l’ossigeno crea acqua in una reazione chimica che genera elettroni e quindi energia elettrica.

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