XV Rapporto GreenItaly, "Italia leader nell'economia circolare" Realacci: transizione verde opportunità per rafforzare economia-società Roma, 25 ott. (askanews) - Nel quinquennio 2019-2023, sono state 571.040 le imprese che hanno effettuato eco-investimenti pari al 38,6% del totale ovvero più di 1 su 3. Sotto il profilo dell'occupazione, alla fine dello scorso anno le figure professionali legate alla green economy rappresentavano il 13,4% degli occupati totali, 3.163 mila unità. Nel 2023 i nuovi contratti attivati di queste figure sono stati pari a 1.918.610, il 34,8% dei contratti totali previsti nell'anno (circa 5,5 mln), con un incremento di 102.490 unità rispetto alla precedente rilevazione. Sono alcuni dei dati che emergono dalla quindicesima edizione del Rapporto GreenItaly, realizzato dalla Fondazione Symbola, da Unioncamere e dal Centro Studi Tagliacarne con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica. Per il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci, "i dati del 15° Rapporto GreenItaly confermano la concretezza dell'invito del Presidente Mattarella a Bonn e del report di Draghi a fare della transizione verde e della decarbonizzazione un importante fattore di competitività. C'è un'Italia che può essere protagonista con l'Europa alla COP29 a Baku: fa della transizione verde un'opportunità per rafforzare l'economia e la società. Nel Rapporto GreenItaly si coglie un'accelerazione verso un'economia più a misura d'uomo che punta sulla sostenibilità, sull'innovazione, sulle comunità e sui territori. Siamo una superpotenza europea dell'economia circolare e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro. Possiamo dare forza a questa nostra economia e a questa idea di Italia grazie alle scelte coraggiose compiute dall'Unione Europea con il Next Generation UE e al PNRR. La burocrazia inutile ostacola il cambiamento necessario, ma possiamo farcela se mobilitiamo le migliori energie del Paese senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno, come recita il Manifesto di Assisi, promosso dalla Fondazione Symbola e dal Sacro Convento". "Spingere sul cammino della transizione ecologica - ha commentato il presidente di Unioncamere Andrea Prete - significa per le imprese puntare sempre di più ad investire sull'innovazione ad alto contenuto tecnologico. La quota delle aziende che investono nel green è in continua crescita, in particolare, ben l'88% mira ad introdurre tecnologie strategiche Net Zero, come il solare fotovoltaico, l'eolico, le pompe di calore, le tecnologie nucleari, le batterie e le tecnologie di rete. Ma questa spinta all'innovazione - ha aggiunto - genera nuovi fabbisogni professionali e richieste di competenze green che le stesse imprese faticano a trovare per più di un'assunzione su due". Secondo il rapporto, tra le aree aziendali più interessate sul totale delle attivazioni troviamo le aree della logistica (incidenza 88,8%), della progettazione e sviluppo (86,7%) e le aree tecniche (80,2%). Guardando in maniera allargata alla richiesta di competenze e cultura green, nel 2023 - su un totale di quasi 5,5 milioni di contratti previsti nel mercato del lavoro - questa conoscenza è stata ritenuta necessaria nel 79,4% dei casi. L'Italia si conferma leader sul fronte del recupero di materia, un campo in cui il Paese, povero di materie prime, da tempo primeggia. Secondo Eurostat, la capacità nell'avvio a riciclo dei rifiuti totali (urbani e speciali) in Italia ha raggiunto il 91,6% (2022), un tasso di gran lunga superiore alle altri grandi economie europee, Germania (75,3%), Francia (79,9%) e Spagna (73,4%), e alla media UE-27 (57,9%).