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Il Comune di Posada aderisce a Symbola, la Fondazione per le qualità italiane presieduta da Ermete Realacci, che da anni si occupa di promuovere idee, progetti, imprese e territori che ispirano le loro attività ai principi della qualità, dell’innovazione e della sostenibilità.

Posada e il suo territorio si trovano all’interno del Parco Naturale Regionale di Tepilora e con il delta del Fiume Posada e gli stagni costieri offre meravigliosi paesaggi naturali. Per aver saputo puntare sull’ecoturismo, grazie alla gestione sostenibile di un territorio d’eccellenza, alla salvaguardia del paesaggio, ai servizi offerti nel pieno rispetto dell’ambiente e all’enogastronomia di alto livello, da otto anni detiene le “5 Vele” di Legambiente e Touring Club Italiano, conquistando nel 2013 il 1° posto in Italia.

Per Symbola quella di Posada è un’adesione molto importante, anche in considerazione dell’impegno dell’amministrazione, assieme agli altri Comuni interessati del Parco di Tepilora, per candidare il loro territorio al programma MaB Unesco – Riserve della Biosfera.

In questi anni il Comune sardo ha attivato un servizio di bike-sharing presente su tutto il suo territorio, e ha colto l’adeguamento del Piano Urbanistico Comunale al Piano Paesaggistico Regionale per puntare sulla sostenibilità, tanto che nel 2013 è stato insignito del Premio Urbanistica all’interno della manifestazione Urbanpromo, organizzata dall’Istituto Nazionale di Urbanistica.

Il Sindaco di Posada, Roberto Tola, commenta così l’adesione a Symbola: “Per noi è un grande onore entrare a fare parte della fondazione Symbola, portiamo come dote tutte le buone pratiche, che abbiamo adottato nel nostro Comune, nel campo ambientale e del turismo sostenibile. L’ingresso nella Fondazione, grazie alla grande competenza dei soci, ci aiuterà a sviluppare e migliorare il lavoro avviato, per una crescita del nostro territorio armoniosa, di qualità e rispettosa dell’ambiente”.

Il Segretario generale di Symbola, Fabio Renzi, sottolinea come l’esperienza del Comune di Posada, fortemente orientata alla sostenibilità, sia una bella rappresentazione del progetto delle qualità italiane.

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Il rapporto ci porta alla scoperta delle oltre 250 specie di alberi monumentali che popolano il Paese, che mostra inoltre una speciale relazione tra i piccoli comuni e i monumenti italiani, raccolti in un censimento in continua crescita grazie al lavoro del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste. Su un totale di 4.287 alberi monumentali individuati ad aprile 2024 sul territorio italiano, 2.107 si trovano nei piccoli comuni. Sono inoltre 1.548 i comuni italiani con almeno un albero monumentale, di questi 962 sono piccoli comuni. Guardando allo specifico delle regioni, il primato per numero totale di alberi monumentali spetta al Friuli-Venezia Giulia, con 454 monumenti verdi, di cui quasi la metà, 209, nei piccoli comuni.

Il 92% delle produzioni tipiche nazionali che si consumano soprattutto a Natale nasce nei comuni italiani con meno di cinquemila abitanti. È quanto emerge dallo studio Coldiretti/Symbola su “Piccoli comuni e tipicità”. Il rapporto vuole raccontare un patrimonio enogastronomico del Paese custodito fuori dai tradizionali circuiti turistici, valorizzato e promosso grazie alla legge n.158/17, a prima firma Realacci, con misure per la valorizzazione dei Piccoli Comuni. Nei territori dei 5.538 piccoli comuni con al massimo 5.000 abitanti, in cui vivono quasi 10 milioni di italiani, si produce infatti ben il 92 per cento dei prodotti di origine protetta (DOP, Denominazione di Origine Protetta e IGP, Indicazione di Origine Protetta) e il 79 per cento dei vini italiani più pregiati. Questo rapporto di Coldiretti-Fondazione Symbola “Piccoli Comuni e Tipicità” ci restituisce il quadro aggiornato per ogni regione di questa dimensione produttiva estesa e radicata che traduce in valore la diversità culturale.

nell’ambito del Festival della Soft Economy si discuterà di Green Communities. Le Green Communities, previste nella legge 221/2015 e ora finanziate dal PNRR con 135 milioni di euro, rappresentano un nuovo percorso nelle quali la montagna intende porsi al centro delle politiche per l’ambiente, l’uso sostenibile delle risorse naturali, il pagamento dei servizi ecosistemici, le nuove agricolture, le start-up e il turismo. Un nuovo strumento per la transizione ecologica che individua il valore dei territori rurali e di montagna che intendono utilizzare in modo equilibrato le risorse principali di cui dispongono, tra cui in primo luogo acqua, i boschi e il paesaggio, e aprire un nuovo rapporto sussidiario e di scambio con le comunità urbane e metropolitane, in modo da poter impostare, nella fase della green economy, un piano di sviluppo sostenibile.

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