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Quella che abbiamo di fronte sarà ricordata dagli storiografi come la stagione della Grande riqualificazione. Il tackle dell'Ai generativa sulla nostra quotidianità di umani - questa è la buona notizia - non ci lascerà senza un lavoro. Purtroppo - e questa è quella cattiva rebus sic stantibus non ci è data conoscenza di quale significato la parola lavoro assumerà da qui in avanti. E non fra vent'anni: fra dieci, forse cinque. Per dare un'idea della velocità del cambiamento e delle sue ricadute basta ricordare che, trascinate dalla corrente della trasformazione digitale, oltre la metà delle società presenti nella lista annuale di «Fortune» a inizio 2000 già nel 2017 erano fallite o erano state acquisite. Vale la pena allora tornare all'analisi della docente di Harvard Shoshana Zuboff nel suo The age of surveillance capitalism. The fight for a human future at the new frontier of power. E cioè che «il nostro sistema economico, dall'avvento del digitale, ha cambiato pelle e, dismesse completamente le forme, le leggi e gli obiettivi classici del modello capitalista, è ormai entrato in una nuova fase in cui né lavoro, né capitale sono più al centro della scena, ma lo sono i dati e il loro sfruttamento». Prepariamoci dunque a leggere questo nuovo scenario, per certi versi (molti), distopico. Prepariamoci anzitutto mettendo in ordine la nostra personalissima cassetta degli attrezzi fatta di saper fare Stem ma anche di quelle abilità umanistiche che avevamo sottovalutato durante la prima, entusiastica ondata big tech e che, quasi senza accorgercene, abbiamo allenato al problem soluing nel contesto di complessa imprevedibilità ereditato dall'epidemia da Covid e dalla coda lunga dell'emergenza energetica. Servono visione, coraggio e senso di comunità per immaginare, progettare e mettere a terra una definizione alternativa di lavoro. E non è un caso che proprio «visione», «coraggio» e «comunità» siano le tre parole d'ordine del ventiduesimo seminario estivo di Fondazione Symbola in programma a Mantova dal 27 al 29 giugno intitolato «Noi siamo i tempi». «A Mantova ragiona il direttore di Symbola, Domenico Sturabotti - si parlerà della forza dei territori nella transizione, di decarbonizzazione, soprattutto di innovazione e competitività, la conditio sine qua non sarà arduo fare sintesi fra il bisogno di regolamentare la pervasività delle tecnologie digitali nella nostra quotidianità e la necessità di produrre di più con meno». I dati raccolti da Symbola aiutano a individuare, se non il sentiero, almeno la direzione verso cui la scuola, le istituzioni e l'economia dovranno puntare i propri sforzi. «Digitalizzazione e decarbonizzazione - prosegue Sturabotti - rappresentano oggi i due driver su cui investire per mantenere e, anzi, accrescere produttività e attrattività, finanziaria e occupazionale». Il 43% delle imprese che ha realizzato investimenti green, si legge nella ricerca di Symbola, si attende un incremento di produzione, superando di sette punti la quota delle imprese non eco-investitrici. Anche su occupazione ed export, la quota di imprese che ha dichiarato un incremento della performance nel 2023 è maggiore tra i greenoriented, tanto che il 29% di questo cluster prevede una ulteriore crescita occupazionale (solo il 19% delle non investitrici), mentre il 30% ipotizza un aumento delle esportazioni (contro il 20%). Nuovo scenario, nuove skill. «La sfida è anzitutto formativa e il sistema credo ormai l'abbia compreso - ragiona Giovanna Iannantuoni, economista, rettrice alla Bicocca di Milano e dal novembre 2023 prima donna presidente della Crui -. Se è vero che l'Ai da qui al 2035 aprirà posizioni professionali oggi nemmeno immaginabili, il nostro compito di educatori è di rispondere a questa rivoluzione ri-qualificativa indisciplinando la disciplina, vale a dire combattendo la latenza strutturale dei percorsi accademici spostando il focus dall'insegnamento delle singole discipline a un approccio trasversale, capace cioè di alimentare le connessioni fra i saperi tradizionali, abituando di conseguenza le nuove generazioni a un pensiero astratto in grado di spaziare dalle humanities alle scienze dure». La guida 27-29 giugno Teatro Bibiena a Mantova Al via giovedì 27 giugno, a Mantova, il Seminario estivo di Symbola - intitolato quest'anno «Noi siamo i tempi. Visione, coraggio, comunità» - promosso dalla Fondazione Symbola, Unioncamere, Comune di Mantova in collaborazione con Gruppo Tea, Gruppo Saviola, Fassa Bortolo. Si terrà presso il Teatro scientifico Bibiena fino a sabato 29 giugno. Saranno previsti 11 appuntamenti, 67 partner e patrocini e 22 ore di confronto e dibattito in presenza e in diretta streaming. Interverranno oltre 100 relatori, dal Commissario Ue Paolo Gentiloni al ministro Gilberto Pichetto Fratin. Nel corso del Seminario verrà presentato il rapporto di Fondazione Symbola «Coesione è competizione», realizzato con Unioncamere e Intesa Sanpaolo. Il Seminario estivo sarà l'occasione per dare visibilità e rappresentazione alle tante realtà istituzionali, imprenditoriali e sociali che con il loro impegno dimostrano che è possibile costruire tempi migliori, come afferma il presidente Ermete Realacci. L'evento è gratuito, ma bisogna registrarsi. Le indicazioni si trovano nel sito di Fondazione Symbola https://symbola.net/ La scheda . «Noi siamo i tempi» è il titolo dell'edizione 2024 del Seminario . Un motto estrapolato dalla famosa frase di Sant'Agostino d'Ippona che recita così: «Sono tempi cattivi, dicono gli uomini. Vivano bene e i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi» scelto - fa sapere la Fondazione per richiamare le nostre responsabilità - le scelte culturali, economiche e sociali che dobbiamo fare - per affrontare le crisi presenti, incombenti e future: climatica, demografica, energetica e geopolitica.

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Il cambiamento è ora e parte da noi - Massimiliano Del Barba | Corriere della Sera

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