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Campania regina della tavola. È infatti la regione dove si mangia meglio al
mondo, tallonata dall'Emilia Romagna. Nella top ten, dove il terzo e quarto
posto sono conquistati da Java (Indonesia) e Creta (Grecia), al quinto si
piazza un'altra regione del Sud , la Sicilia.
Taste Atlas, l'atlante del cibo di tutto il mondo che mette sotto i riflettori
l'enogastronomia del pianeta, promuove dunque a pieni voti la cucina
italiana. E la Campania spicca tra le stelle. La regione è nelle prime
posizioni anche per il numero di ristoranti. Secondo i dati della Fipe, su
331.888 ristoranti, i più numerosi sono in Lombardia (48.528) e nel Lazio
(35.086), ma subito dopo c'è la Campania (34.271) che invece ritorna in
vetta per le pizzerie (34.406 in tutta Italia). Con Puglia, Molise, Basilicata,
Calabria e Sicilia raggiunge il 34% del totale. Ed è la pizzeria la tipologia di
ristorazione più gettonata nel nostro Paese battendo in popolarità, con il
74% delle preferenze dei consumatori, i bar (65%) e i ristoranti (64%). L'eccellenza
Nel Bel Paese la cucina è un'arte oltre che un business.

Un'eccellenza chetravalica i confini e che rappresenta uno dei principali traini del turismo che
quest'anno viaggia verso un nuovo record. Il successo dell'enogastronomia
made in Italy tra gli stranieri è sostenuto anche dalla massiccia presenza di
ristoranti nel mondo. Secondo un'indagine realizzata da The European
House-Ambrosetti l'Italia è il primo paese al mondo per presenza di
ristoranti nazionali nelle principali metropoli da Hong Kong a Tokyo, da
New York a Pechino fino a Melbourne e Buenos Aires. Un'ulteriore spinta
arriverà con l'ingresso della Cucina italiana nell'Olimpo dell'Unesco. Lo
Stivale è numero uno per prodotti certificati e tradizionali ed è la prima
destinazione enogastronomica con il 29,3% di turisti stranieri che dichiara
di scegliere le mete nazionali anche per l'appeal delle produzioni
agroalimentari e la tradizione culinaria.
Si privilegia l'Italia per le bellezze paesaggistiche, per i musei, la cultura e le
eccellenze tradizionali alimentari. E anche su questo fronte, secondo
un'analisi dell'Osservatorio strategico Coldiretti, la Campania è prima (601
prodotti tradizionali), seguita da Lazio (472) e Toscana (467). È ricca poi di
città e strade del cibo e del vino ex aequo con il Piemonte (123) e seconda
solo alla Toscana (137). Anche il successo a tavola spiega dunque l'exploit
del turismo campano. E del Sud in generale dove il Governo sta puntando
molte carte. Dopo il G7 a Borgo Egnazia in Puglia, a settembre il G7
dell'Agricoltura si terrà a Ortigia, in Sicilia, un'altra perla del Mezzogiorno.
Il binomio con il turismo
Turismo e cibo sono in stretta connessione: ben un terzo della spesa
turistica in Italia è destinato alla tavola, ma anche all'acquisto di souvenir
enogastronomici. Mangiare fuori casa, dopo il lungo digiuno nel periodo del
Covid, è un'abitudine sempre più diffusa. Secondo le elaborazioni
dell'Osservatorio Coldiretti i consumi alimentari nel 2023 hanno raggiunto
quota 287 miliardi, di cui 195 miliardi in casa e 92 miliardi fuori. Di fatto un
euro su tre della spesa per mangiare è investito fuori dalle mura
domestiche.
Il canale Ho.re.ca è determinante per il sistema agroalimentare che,
considerando la filiera allargata, raggiunge il valore di circa 600 miliardi
(dati Ambrosetti) generando quasi 335 miliardi di valore aggiunto, pari al
19% del Pil italiano. E la Dop economy (l'Italia è al top in Europa per prodotti
certificati) vale oltre 20 miliardi. Numeri consistenti come quelli dell'export
che ha raggiunto lo scorso anno 64 miliardi e che veleggia verso un nuovo
record. Secondo l'analisi di Ambrosetti l'Italia è il primo produttore ed
esportatore mondiale di pasta(il 45% degli scambi è rigorosamente made
in Italy) e primo esportatore di passata di pomodoro, prodotti a spiccata
connotazione meridionale. Insomma si tratta di un biglietto da visita
importante che favorisce il tutto esaurito. Secondo le stime di
Assoturismo-Confesercenti si attendono 26,3 milioni di turisti stranieri per
un totale di 105 milioni di pernottamenti, 2,6 milioni in più rispetto al 2023.

Una presenza cinque volte superiore a quella degli italiani comunque in
crescita. Uno scrigno di opportunità poi è rappresentato dai piccoli comuni,
al di sotto dei 5mila abitanti, che rappresentano il 69,5% dei Comuni
italiani. L'agricoltura è alla base dell'economia di questi territori e la
tradizione è il vero valore aggiunto. Secondo uno studio realizzato dalla
Fondazione Symbola e da Coldiretti delle 321 tipicità alimentari, 297
coinvolgono i piccoli centri in particolare di quattro regioni del Sud, Sicilia,
Campania, Puglia e Calabria. È nei comuni mignon che si realizza il 93%
delle eccellenze Dop e Igp, dal 98% degli olii extravergine di oliva all'89% dei
prodotti ortofrutticoli e cereali fino al 90% dei salumi. Senza dimenticare i
vini di maggiore pregio (79%).

«I piccoli comuni con il loro patrimonio diffuso - ha spiegato Ermete
Realacci, presidente di Symbola - sono pezzi di made in Italy che parlano al
mondo e rappresentano un presidio di civiltà, non il passato, ma il futuro.
L'Italia può affrontare le crisi puntando sulla propria identità. Può
competere e affermarsi senza perdere la propria anima». E le ferie estive
rappresentano davvero un'occasione per riscoprire questi territori che sono
la vera cassaforte delle tipicità alimentari. «I piccoli borghi hanno un
significativo valore economico, storico, culturale e ambientale in un
paesaggio fortemente caratterizzato dalle produzioni agricole.
Rappresentano - ha dichiarato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini -
un motore turistico che, se adeguatamente valorizzato, può diventare una
risorsa strategica per il rilancio economico e occupazionale del Paese. Per
salvaguardare questa ricchezza nazionale, è necessario però creare le
condizioni affinché la popolazione residente e le attività economiche
possano rimanere».

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Taste Atlas, Campania regina della tavola: è la regione dove si mangia meglio al mondo | Il Mattino

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