Il ricordo di Ermete Realacci: “La sua competenza, i suoi tanti talenti, la sua prorompente vitalità sono stati determinanti nel formare generazioni di naturalisti”
La scomparsa di Fulco Pratesi addolora la comunità del Wwf e tutti gli ambientalisti. Dovrebbe però colpire anche chi non lo seguiva o lo conosceva, ma ha a cuore l’idea di un’Italia più pulita, più civile, più gentile. E per questo più attenta alle ragioni dell’uomo e della natura. Il contributo di Fulco è stato molto importante per formare e appassionare, accompagnandoli anche fisicamente in tutta Italia, generazioni di naturalisti. A partire da quelli che, per dirla con una felice espressione del mio amico Gianfranco Bologna, hanno avuto il loro ’68 osservando, magari all’alba, animali in libertà. Fulco era una persona molto simpatica e attiva, con un atteggiamento positivo ed ottimista nei confronti della vita. Il contrario di alcuni ambientalisti cupi che, per me, invitano poco a un’azione comune. Ed era anche uno straordinario artista della natura. Ho in casa un magnifico acquerello sullo svasso maggiore, che mi regalò in occasione del mio matrimonio: inutile dire che fu lui a indicarmi la specie. La sua creatività, non sempre condivisa, incuriosiva ed apriva nuovi spazi. Penso ad esempio alla popolarissima rubrica “Ecologia domestica” de La Nuova Ecologia, il mensile di Legambiente. A cavallo tra gli anni ’80 e ’90 il pensiero e l’attivismo che si aggregò intorno alle maggiori associazioni ambientaliste ebbe una fase di grande effervescenza e ottenne importanti successi: dallo stop al nucleare alla Legge 394 che creò una nuova rete di parchi nazionali e aree protette, ad un profondo cambiamento in tante parti dell’opinione pubblica, delle istituzioni, dell’economia.
Proprio in una foto della redazione e dei collaboratori di Nuova Ecologia, allora diretta da Paolo Gentiloni, c’è una rappresentazione, seppur parziale, del dream team dell’ambientalismo in campo in quegli anni. Fulco e il Wwf diedero un contributo fondamentale. La sua competenza, i suoi tanti talenti, la sua prorompente vitalità, mitigata dalla saggezza dell’amatissima Fabrizia, sono stati determinanti. E sono continuati nei decenni successivi.