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La Via Lauretana da Assisi a Loreto è un segmento di una più lunga strada che per secoli fu una delle maggiori direttrici dello Stato Pontificio. Il primo tratto seguiva la via Flaminia da Roma fino a Foligno, ma qui l’antica strada consolare virava a nord, mentre il tratto che giungeva fino a Loreto, attraversando l’Appenino, era conosciuto come Via Lauretana.

Una descrizione precisa di questo percorso è raccolta nel “Journal de voyage en Italie”, diario di viaggio del filosofo francese Michel de Montaigne, che seguì il tracciato della Via Lauretana nel 1581.

Oggi è possibile ripercorre a piedi il tragitto da Assisi a Loreto, camminando per 150 km tra l’Umbria e le Marche, attraversando 14 comuni, di cui 5 al di sotto dei 5000 abitanti.

Punto di partenza è la Porta di San Pietro ad Assisi, città che si lascia per di inoltrarsi tra gli uliveti sui pendii del Monte Subasio (dove sorge il Monastero di San Benedetto) e raggiungere Spello. Inserito tra i “borghi più belli d’Italia”, il paese è circondato da mura romane perfettamente conservate, intervallate da porte di accesso alla città come la famosa Porta Venere, costruita in travertino nel I secolo a.C. e citata da D’Annunzio nelle Laudi. Da Spello si passa per Foligno, dove si possono ammirare i palazzi di Piazza della Repubblica e la Cattedrale di San Feliciano, eretta nel XII secolo sul luogo di sepoltura del Santo patrono della città.

Il successivo tratto del cammino è quello meno antropizzato dell’intera Via Lauretana: si sale infatti sull’Appennino camminando tra i boschi fino ad arrivare sull’altipiano di Colfiorito, sede dell’omonimo Parco Regionale.

Nei secoli vennero fatti diversi tentativi di bonificare la palude dell’altipiano, ma sempre con esito negativo, fino a quando non ci si è resi conto dell’importanza ambientale della zona umida, che ospita una grande varietà di pesci d’acqua dolce, anfibi e uccelli acquatici.

Lasciata Colfiorito si attraversa il confine con le Marche presso Serravalle del Chienti, dove recenti scavi hanno portato alla luce un antico condotto romano per drenare le acque della palude, e si fa tappa a Muccia. Una variante passa invece più a Nord, per Camerino, sede di una delle più antiche università del mondo, fondata nel 1336. Dalle due varianti si raggiunge Valcimarra, dove de Montaigne si fermò nella notte del 22 aprile, come riportato nel suo diario: il filosofo francese voleva in realtà raggiungere Tolentino, ma dopo un litigio con il suo vetturino dovette fermarsi a cena nel piccolo villaggio sul Chienti.

In pieno ‘800, nell’epoca dei Gran Tour, molti viaggiatori francesi, ispirati da de Montaigne, sceglieranno Valcimarra come punto di ristoro.

Il cammino prosegue per Caldarola, dominata dal Castello Pallotta, gravemente danneggiato dal sisma del 2016, così come le altre preziose architetture militari e civili del paese, tra cui la Collegiata di San Martino. Da qui si prosegue per Belforte del Chienti e Tolentino, dove si trova la Basilica di San Nicola, realizzata in stile barocco nel XIII secolo e recentemente restaurata dopo il terremoto. Seguendo il corso del Chienti si passa per l’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, edificio romanico-gotico dell’XI secolo, con uno splendido chiostro, e si raggiunge Macerata. Infine, superata Recanati, città natale di Giacomo Leopardi, si arriva a Loreto, dove la visita alla Basilica della Santa Casa pone fine al viaggio.

 


Questo contributo fa parte della rubrica Cammini d'Italia, parte del rapporto Piccoli Comuni e Cammini d'Italia, realizzato da Fondazione Symbola e Fondazione IFEL.
Progetto grafico a cura di Bianco Tangerine.

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