Identificarsi con il territorio, tanto da inserirlo nel nome del brand come fosse il cognome del fondatore dell’azienda: basta questo per capire quanto Acqua dell’Elba sia una realtà totalmente inserita e connessa al proprio ecosistema, l’Isola d’Elba, uno dei gioielli dell’arcipelago toscano. Il mare, centrale per il benessere dell’Isola e dei suoi abitanti, è diventato così una risorsa fondamentale per la stessa azienda di profumi, perché ha contribuito a far conoscere ovunque il marchio, associandolo immediatamente a un territorio di eccellenza e rappresentando una sorta di certificato di qualità agli occhi dei consumatori.
Ma se Acqua dell’Elba richiama semanticamente il mare e l’Isola, nel caso in cui la biodiversità marina e costiera venga danneggiata o il turismo selvaggio porti scempio nel territorio, a perdere valore è il brand stesso. Ecco perché la tutela dell’ambiente e del benessere sociale dell’Isola, se da un lato sono sempre stati in cima ai valori dell’impresa familiare, dall’altro sono anche un investimento per la crescita economica dell’impresa. E in questo percorso, fondamentale è stata la relazione e la comunione di intenti tra l’azienda e le istituzioni dei sette comuni elbani.
I primi progetti di Acqua dell’Elba per la sostenibilità e la valorizzazione dell’Isola erano mossi da buoni propositi, ma mancava quella visione coordinata e d’insieme che solo le istituzioni amministrative sanno dare, grazie alla competenza burocratica e l’esperienza nel gestire progettualità di ampio raggio per lo sviluppo della comunità. Non a caso con “Elba 2035”, progetto in cui l’interazione sinergica e compatta tra imprese e partner istituzionali è stata totale, si è avuto un salto di qualità negli interventi.
Allo stesso tempo, senza le risorse e l'impegno di Acqua dell’Elba, non sarebbe stato semplice per le istituzioni elaborare progettualità ambiziose come “Elba 2035”. Senza contare che rendere più attrattivo un territorio, creare nuovi posti di lavoro e rafforzare gli aspetti culturali e identitari di una comunità sono sicuramente obiettivi imprescindibili per il buon amministratore locale: l’esempio di una dinamica win-win scaturita dalla coesione.
Il progetto si è articolato su tre aree tematiche: turismo sostenibile, cultura e ambiente e ha visto la partecipazione attiva della cittadinanza, delle istituzioni e delle associazioni ambientaliste e di categoria. Intorno ad Acqua dell’Elba si è creato un laboratorio in cui tutti sono stati coinvolti per la gestione più sostenibile delle risorse dell’Isola e la valorizzazione del suo immenso patrimonio naturalistico e di identità del territorio, che per Acqua dell’Elba significa anche valorizzazione del patrimonio aziendale.
Le istituzioni comunali dell’Elba non si sono limitate dunque come nel passato a funzioni di patrocinio, facilitazione o affiancamento, ma hanno creato insieme all’azienda nuove idee e soluzioni e realizzato progetti per lo sviluppo della collettività, con il territorio nel ruolo di forza cementante delle relazioni tra pubblico e privato e le istituzioni nel ruolo di regista e coordinatore. Un’esperienza felice replicata con il Sea Essence International Festival (SEIF), giunto nel 2024 alla sesta edizione: festival dedicato alla salvaguardia e alla valorizzazione del mare e della sua essenza, in cui Acqua dell’Elba ha cercato ancora una volta la partnership con gli attori istituzionali e ai comuni elbani si è aggiunto il patrocinio del ministero dell’Ambiente, del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare e dell’Unesco.
In ultima analisi Acqua dell’Elba, grazie alla coesione con le istituzioni per raggiungere obiettivi fondati su una visione condivisa di futuro dell’Isola, non ha solo “difeso” la reputazione del brand e ottenuto vantaggi competitivi in termini di marketing e di comunicazione, ma anche nell’organizzazione aziendale. Essere all’interno di un progetto il cui scopo è la valorizzazione del territorio, in un’azienda dove gran parte del personale lavora e vive sull’Isola, ha fidelizzato e responsabilizzato i collaboratori, li ha fatti sentire parte integrante dell’azienda e questo ha migliorato positivamente l’atteggiamento sul posto di lavoro e dunque la produttività.