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Se n'è parlato il 20 e il 21 a Montefalco all'incontro di Symbola con Veltroni, Realacci, Artoni, Cipolletta, Profumo.
Presentata l'indagine su economia e mutamenti climatici: l'Italia vince con la qualità e i territori, perde con la politica

La questione ambientale come opportunità di rilancio della competitività economica del paese e occasione per affrontare le sfide presenti e future. Una sfida questa che è anche una estrema e straordinaria possibilità per sviluppare ricerca e innovazione tecnologica per produrre beni e servizi sempre meno energivori e dissipativi delle risorse ambientali e naturali.
Per tornare a produrre bellezza nelle architetture, nella riqualificazione di edifici e tessuti urbani esistenti, nella tutela e valorizzazione del paesaggio, nella progettazione di sistemi di mobilità sostenibili, per realizzare prodotti in grado di generare nuovi mercati grazie alla loro capacità di intercettare le sensibilità estetiche, etiche e culturali emergenti.
Questo in estrema sintesi il messaggio lanciato nella seconda e ultima giornata di lavori del meeting estivo di Symbola che ha avuto come titolo “Cambiamento climatico e soft economy: l’economia, la società, la politica davanti alla sfida ambientale. Un tema affrontato da alcuni dei protagonisti della scena politica ed economica del nostro paese presenti oggi a Montefalco: Walter Veltroni, Anna Maria Artoni, Innocenzo Cipolletta, Alessandro Profumo, Ermete Realacci.
Il filo del ragionamento si è articolato partendo dall’indagine previsionale, curata da Domenico De Masi, presentata oggi “L’impatto del cambiamento climatico sull’economia, la società e la politica”, realizzata grazie alla collaborazione di un autorevole panel di esperti provenienti da vari settori, come Gianni Alemanno, Lucio Caracciolo, Luigi Paganetto, Nando Pagnoncelli , Walter Passerini , Carlo Petrini , Pasquale Pistorio.
Uno studio con il quale, per la prima volta, vengono analizzate le conseguenze del cambiamento climatico, in una visione integrale e contestuale.
“Proprio ieri – commenta Realacci, presidente di Symbola - Gordon Brown e Nicolas Sarkozy hanno avanzato una proposta all’Unione Europea per ridurre l’Iva sui beni di consumo poco inquinanti e applicare una fiscalità agevolata per prodotti puliti provenienti dai paesi extra UE.
E’ una proposta che il Governo Italiano deve appoggiare con determinazione e che va nella direzione indicata anche dalla relazione sui mutamenti climatici preparata dalla Commissione Ambiente della Camera e che sarà discussa in Parlamento a fine mese. La sfida per combattere i mutamenti climatici deve diventare una priorità per tutti i paesi industrializzati.
L’Italia è ancora indietro e dobbiamo dare un chiaro segnale di cambio di rotta per non restare indietro. Come ci conferma l’indagine presentata oggi la qualità è la chiave per sviluppare gli scenari futuri e come il tessuto produttivo italiano, formato da piccole e medie imprese legate al territorio, per le sue caratteristiche di innovatività, creatività e capillarità, possa contribuire a sviluppare un’economia e una società amiche dell’ambiente, delle comunità e delle persone.
Ancora una volta i talenti italiani possono produrre cose che piacciono al mondo ma anche utili ad affrontare le sfide globali”.

“Sono d’accordo con Realacci”, ha dichiarato il Ministro degli Affari regionali Linda Lanzillotta, presente all’incontro di Symbola, “l’Italia deve appoggiare energicamente questa proposta.
Avanzerú in Consiglio dei Ministri l’ipotesi dell’Iva verde anche nel nostro paese”.
Analizzando le criticità, l’indagine evidenzia come la reazione della nostra politica, rispetto a questi temi, sia in grave ritardo, con i partiti troppo legati alla dimensione quantitativa e al consenso in termini di voto e incapaci di interpretare le preoccupazioni delle famiglie e delle imprese che, invece, considerano l’ambiente una questione prioritaria, che andrebbe affrontata con coraggio da una leadership nazionale emergente, capace di superare anche le settorializzazioni. Diretta conseguenza di questo è le difficoltà dell’Italia di essere portavoce a livello europeo delle tematiche ambientali.

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