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'Piccoli Comuni e Alberi Monumentali d’Italia 2024' promosso da Fondazione Symbola in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Coldiretti, Fai Cisl, AMI Alberi Monumentali d’Italia è stato presentato oggi da Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola, Ettore Prandini, presidente nazionale Coldiretti, Andrea Rispoli, Generale di Corpo d'Armata, Comandante delle Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri (CUFA), Onofrio Rota, segretario generale Fai Cisl, e Alessandra Stefani, direttore generale dell’Economia Montana e delle Foreste del Masaf. Ad una categoria particolare di alberi, quelli monumentali, e al patrimonio forestale nazionale è dedicato il rapporto Piccoli Comuni e Alberi Monumentali d’Italia. La collana che ha come focus i piccoli comuni, così come definiti dalla legge Realacci n.158 del 6/10/2017, nelle due edizioni precedenti si è occupata in collaborazione con Coldiretti di prodotti tipici, stimando per la prima volta il peso delle produzioni DOP e IGP nei piccoli comuni, e di itinerari storico culturali, si arricchisce di un nuovo volume dedicato a questo asset di primaria importanza che interessa allo stesso modo nord e sud del Paese. Il patrimonio forestale italiano interessa 110.545 kmq, pari al 36,6% del totale nazionale, e fornisce al Paese servizi ecosistemici (come benefici in termini di approvvigionamento, ad esempio fonti di acqua potabile, o come la fissazione del carbonio e la tenuta idrogeologica) e occasioni di valorizzazione economica, in primis turistica, capaci di preservare il delicato equilibrio naturale e paesaggistico.

Il report racconta anche tante storie, in Sardegna, ad esempio, nel piccolo comune di Luras (SS) si trova uno degli olivi più antichi d’Italia e d’Europa: si tratta di S’Ozzastru, un olivo selvatico che è stato testimone della storia dell’isola dal periodo nuragico fino ai giorni nostri, dato che secondo le stime sull’età precede di circa 1.500 anni la nascita di Roma e Atene, le due culle della civiltà classica. O anche il Castagno dei Cento Cavalli, il monumento verde più famoso della Sicilia, situato nel piccolo comune di Sant’Alfio, in provincia di Catania, sul versante orientale dell’Etna, che viene menzionato in documenti antichi che risalgono al XVI secolo e colpisce per le sue straordinarie dimensioni. Oppure si pensi alla quercia delle Checche (nome utilizzato in Toscana per indicare le gazze), nel piccolo comune di Pienza in provincia di Siena, primo albero d’Italia a diventare monumento verde nel 2017, dando il via al processo di tutela degli alberi monumentali del nostro Paese, grazie al forte attivismo della comunità locale. Alberi capaci di alimentare storie e tradizioni della cultura italiana, come accaduto ad esempio con la quercia di Villa Carrara, a Capannori (LU), che pare sia stata di ispirazione allo scrittore Carlo Collodi per descrivere l’impiccagione del burattino protagonista del celebre romanzo Pinocchio.

 

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