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Fondazione Symbola, Deloitte Private, POLI.design, ADI Associazione per il Disegno Industriale in collaborazione con Comieco, AlmaLaurea, CUID, con il patrocinio del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del ministero delle Imprese e del Made in Italy hanno presentato i risultati del report "Design Economy 2024", con l'obiettivo di accrescere la consapevolezza del valore del design per la competitività del sistema produttivo nazionale.

Hanno presentato il rapporto presso l'ADI Design Museum di Milano, Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Ernesto Lanzillo, Deloitte Private Leader Italia; Luciano Galimberti, presidente ADI; Cabirio Cautela, CEO POLI.design; Domenico Sturabotti, direttore della Fondazione Symbola; Antonio Grillo, design director Tangity Design Studio - NTT Data; Maria Porro, presidente Salone del Mobile; Marco Maria Pedrazzo, designer manager; Susanna Sancassani, managing director METID - Politecnico di Milano; Francesco Zurlo, preside della Scuola del design Politecnico di Milano; Lorenzo Bono, responsabile Ricerca e sviluppo Comieco; Adolfo Urso, ministro delle Imprese e Made in Italy.

"La leadership italiana nel design conferma il suo ruolo importante come infrastruttura immateriale del Made in Italy e protagonista nella sfida della sostenibilità. Nel pieno di una transizione verde e digitale - dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola - il design è chiamato nuovamente a dare forma, senso e bellezza al futuro. Molti aspetti della nostra vita, così come molti settori, mutano: dalla metamorfosi della mobilità verso modelli condivisi, interconnessi ed elettrici, ai processi di decarbonizzazione e dell'economia circolare che stanno cambiando l'industria e le relazioni di filiera. I prodotti, in un contesto di risorse scarse, dovranno necessariamente essere riprogettati per diventare più durevoli, riparabili, riutilizzabili. Il rapporto tra design e sostenibilità è alla base del nuovo Bauhaus europeo lanciato dalla presidente Von der Leyen per contribuire alla realizzazione del Green Deal europeo e anche per questo l'Italia ne è una naturale protagonista. Perché, come scritto nel Manifesto di Assisi, affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d'uomo e per questo più capaci di futuro".

"L'Italia rappresenta il cuore pulsante del design europeo vantando primati tra i 27 paesi UE in termini di addetti e fatturato del comparto. A distinguere il nostro Paese, oltre al primato dimensionale, c'è anche il livello di innovazione del Design Made in Italy, che è ormai ritenuto un elemento fondamentale per la competitività - commenta Ernesto Lanzillo, Partner e Leader di Deloitte Private in Italia. Per mantenere il vantaggio competitivo detenuto finora, le imprese e i progettisti del Design Made in Italy dovranno anche investire nell'Intelligenza Artificiale, una tecnologia dal potenziale straordinario che viene già sperimentata dalle aziende più all'avanguardia del settore e per la quale le competenze dei designer diventeranno sempre più importanti per mantenere un approccio human-centered".

"Siamo stati per anni abituati a interpretare il ruolo - dichiara Cabirio Cautela, CEO Poli.design - e l'attività di un designer in chiave soprattutto manifatturiera. In uno scenario in profondo mutamento stiamo osservando invece l'emersione di figure di designer che operano come creatori di contenuti digitali, designer che manipolano aspetti organizzativi una volta appannaggio solo delle risorse umane o designer legati a nuovi ambiti come la biologia - il bio- designer - o la giurisprudenza, come il legal designer. Come POLI.design cerchiamo sempre un equilibrio tra opportunità formative legate alle industrie tradizionali e iniziative che anticipano la formazione professionisti del domani, pronti già oggi ad entrare in contesti competitivi che lavorano sulla frontiera dell'innovazione e della sperimentazione".

"La conoscenza tempestiva e la lettura qualitativa dei dati sul design italiano - dichiara Luciano Galimberti, presidente ADI - sulla sua consistenza economica, sulle aziende che lo praticano e sulla formazione dei suoi professionisti sono un presupposto fondamentale per ogni interpretazione affidabile dei fenomeni che lo caratterizzano anno dopo anno. Per questo ADI, che del design italiano è un osservatorio diretto, partecipa con impegno al lavoro di valutazione qualitativa da cui nasce Design Economy, uno strumento efficace per raggiungere l'obiettivo centrale dell'associazione: la diffusione della cultura del progetto nel mondo della produzione e della vita sociale".

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