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di Alessio Re

Il 2022 vede il consolidarsi di una serie di temi caratterizzanti le esperienze italiane di gestione del patrimonio culturale. Tra questi, si impongono l’autonomia regionale differenziata, l’introduzione o aumento del costo dei biglietti di ingresso ai musei, le questioni legate agli impatti ambientali. Numerose sono le città caratterizzate per progettualità centrate su cultura e patrimonio culturale, ma emergono (o si consolidano) esperienze interessanti anche in realtà molto piccole o in territori marginali, soprattutto al Sud. Crescono le modalità di fruizione sempre più attente alla sostenibilità ambientale e valorizzate dalla diffusione delle tecnologie.

Sul fronte ministeriale, la programmazione è stata fortemente segnata dalle sostanziose risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che si inserisce nella Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo. Tra gli interventi previsti, la ristrutturazione di alcuni beni chiave del patrimonio culturale e l’attivazione di nuovi servizi, anche attraverso meccanismi di partecipazione come leva di rigenerazione, con l’obiettivo di migliorare l’accessibilità, la sicurezza, la sostenibilità. Nello specifico sono tre le misure attivate: il patrimonio culturale per la prossima generazione (con una dotazione di 1,1mld di €) che prevede investimenti per creare un patrimonio digitale della cultura; la rigenerazione di piccoli siti culturali (2,72 mld); l’industria culturale e creativa 4.0 (0,46mld). Un esempio che è stato avviato di recente nell’ambito della Misura 2 – Rigenerazione piccoli siti culturali, patrimonio culturale, religioso e rurale, Investimento 2.2: Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale riguarda la valorizzazione del patrimonio culturale di tre borghi storici del territorio siciliano. Si tratta di CIRCE, acronimo di Creatività e Innovazione per la Rigenerazione delle Comunità e dell’Ecosistema Culturale, un progetto che coinvolge i tre piccoli comuni di Casalvecchio Siculo, Limina e Antillo (ME) con l’obiettivo di potenziare e diffondere l’offerta culturale attraverso l’azione creativa e partecipata dei suoi abitanti, in vista di un rilancio turistico finalizzato alla valorizzazione della bellezza evocativa dei luoghi. Obiettivo ultimo è il rilancio del territorio per aumentare l’occupazione giovanile, incrementare la partecipazione della comunità e frenare l’esodo demografico che affligge il sud Italia. Il progetto, coordinato da Artfiles, si articolerà in quattro snodi fondamentali: Borgo Sociale, che vedrà realizzati interventi mirati all’abbattimento delle barriere architettoniche e alla creazione di nuovi spazi culturali, sociali e lavorativi nei tre paesi; Borgo Digitale, per la realizzazione di esperienze virtuali; Borgo PartecipAtivo, che promuoverà il rinnovamento dell’offerta culturale; Borgo Impresa, che guiderà un processo di acquisizione da parte della comunità di competenze trasversali in ambito imprenditoriale, di valorizzazione turistica del territorio e di gestione del patrimonio culturale.

L’attenzione agli investimenti culturali si riscontra anche nei programmi di cooperazione europea: la Commissione Europea ha infatti dato il via a un filone d’investimento dedicato esclusivamente alla cultura e alla creatività all'interno di Horizon 21/27, programma che conta una dotazione finanziaria complessiva pari a 95,5 miliardi di euro e che è il più grande pacchetto di incentivi per la ricerca e l’innovazione mai finanziato dal bilancio dell’UE. Tra le principali novità del programma, il nuovo cluster Culture, creativity and inclusive society      volto a promuovere la crescita e l’inclusione attraverso investimenti sul patrimonio culturale europeo come leva di trasformazione. In questo ambito, il progetto ARACNE – Advocating the Role of Silk Art and Cultural Heritage at National and European Scale, coordinato dal CREA, è uno dei tre progetti italiani vincitori del Programma Horizon Europe per la linea d'intervento Culture, Creativity and Inclusive Society, call Research and innovation on cultural heritage and Cultural and Creative Industries. Il progetto coinvolge partner istituzionali e privati in tutta Europa per il rilancio della filiera della seta italiana e la costituzione di una via della seta europea. L’obiettivo è creare un’identità culturale europea legata alla filiera della seta attraverso la creazione di una rete multiattoriale, costituita da mondo produttivo, università e ricerca, istituzioni, scuola e società civile, che valorizzi un passato di grande tradizione e un presente all’insegna dell’innovazione, della sostenibilità, della moda e del turismo. Tra i temi oggetto di dibattito generale emergono quello sull’autonomia regionale differenziata (che profila una sostanziale competenza esclusiva delle regioni in campo gestionale in materia di beni culturali e paesaggio), quello sul ruolo dei visitatori, anche in ragione dell’adozione del numero chiuso in alcuni musei (come il Museo del Louvre di Parigi, che ha introdotto un limite giornaliero di 30.000 biglietti) e quello sul costo dei biglietti di ingresso ai musei e luoghi della cultura, allo scopo di capitalizzare l’offerta culturale dei musei più visitati, calibrando i prezzi di ingresso a quelli dei principali musei europei, e di contribuire alla loro sostenibilità economica: paradigmatici i casi dell’aumento del prezzo al Museo degli Uffizi di Firenze e l’introduzione del biglietto al Pantheon di Roma. Anche a Venezia riprende forza il dibattito sul “ticket d’ingresso” alla città, così come misure analoghe sono allo studio per le Cinque Terre e il lago di Como, al fine di aumentare la capacità di gestire i flussi turistici, e il conseguente impatto sul territorio, soprattutto nei periodi di picco di presenza. Oltre 20mila nuovi donatori, confermano il successo dell’Art Bonus come strumento di coinvolgimento dei cittadini nei percorsi di manutenzione, protezione e restauro di beni e istituzioni culturali: tra gli interventi realizzati grazie a questo contributo, il progetto 67 Colonne a sostegno del Festival Lirico dell'Arena di Verona e il restauro del Teatro Renzo Vescovi al monastero del Carmine a Bergamo.

Grande attenzione hanno certamente avuto i temi ambientali, anche in ragione di un susseguirsi       di episodi di protesta soprattutto legati a movimenti giovanili (tra i più eclatanti, l’imbrattamento di Palazzo Vecchio a Firenze). Diversi i musei che hanno investito in approcci sostenibili. Da un lato c’è chi si è mosso come piattaforma di comunicazione ambientale, per promuovere questi temi presso i propri pubblici di riferimento attraverso mostre e allestimenti dedicati ai temi ambientali, anche per andare incontro alla domanda. Numerose le esperienze, tra cui ricordiamo i Musei Reali di Torino con la mostra Focus on Future. Dall’altro lato, ci sono istituzioni museali che hanno investito concretamente nella riduzione dei propri impatti ambientali; chi si è impegnato a ridurre i consumi energetici adottando software per il controllo dei consumi come il Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e RoveretoMart, che di recente sta sperimentando la posa di una pellicola trasparente per schermare la sua cupola di vetro e acciaio contro l'effetto serra, per diminuire del 30-50% l'utilizzo del condizionamento, continuando a salvaguardare le opere e garantire il benessere dei visitatori. Interessante il caso di Explora - Il museo dei Bambini a Roma, la cui realizzazione ha previsto il recupero degli spazi dell’ex deposito tramviario ATAC. In questo caso, la sensibilità progettuale degli architetti si è concretizzata nella realizzazione di due impianti fotovoltaici in copertura oltre che nell’ideazione di una struttura in acciaio dotata di meccanismo mobile che consente di variare l’ombreggiatura della facciata con il mutare delle stagioni. Gli impianti fotovoltaici, della potenza di 33 kWp, producono complessivamente 40.000 kWh. Un’altra best practice in questo ambito si ritrova a Firenze, dove il Museo Salvatore Ferragamo è stato il primo museo aziendale ad aderire all’iniziativa Museimpresa Green ideata da Federturismo Confindustria, con l’obiettivo di creare la prima rete al mondo di musei aziendali sostenibili che rendicontano le proprie emissioni di CO2 e si certificano con lo standard internazionale Iso 14064. Estendendo lo sguardo alle città più attive, sono emerse alcune esperienze piuttosto significative nel corso dell’anno. Tra queste Napoli, con numerose iniziative che hanno rilanciato significativamente la città anche tra le mete turistiche: vale la pena citare quelle legate alla qualifica di prima Capitale della Cultura del Mediterraneo, la riapertura dello storico molo San Vincenzo restituito ai cittadini e la realizzazione di una nuova sezione del Museo Archeologico di Napoli (MANN) dedicata alla Campania Romana. Lo stesso museo ha lanciato un bando internazionale per il merchandising del proprio marchio - MANN for kids, MANN for planet e MANN international (così come all’estero hanno già fatto, tra gli altri, Louvre e Guggenheim) al fine di creare prodotti di merchandising in collaborazione con aziende del territorio ispirandosi a personaggi, opere e suggestioni del Museo.

Sono in pieno svolgimento le iniziative per Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura, fortemente ispirate al rilancio post pandemico, partendo dalla cultura come fattore di formazione civile, di creazione di competenze, lavoro, solidarietà e cura. Quattro le aree tematiche principali su cui si articolano le rassegne e gli eventi del progetto: la città nascosta, la città natura, la città che inventa, la cultura come cura, con alcune iniziative speciali, tra cui una ciclovia culturale, le installazioni multimediali The Gate, e il PASS PASS – una carta culturale di comunità per favorire l’accesso alla cultura delle generazioni più giovani. È stata completata anche la selezione per il titolo 2025, che ha visto il successo di Agrigento, vincitrice con un progetto a valenza territoriale (che include, oltre alla città, anche comuni della provincia e l’isola di Lampedusa) articolato su 44 progetti, di cui 17 internazionali, per indagare le relazioni tra gli esseri umani, l’accoglienza, la mobilità in una prospettiva di pace con la natura. Tra i progetti internazionali, Sky Reserve di Rafael Yossef Herman intende costruire sul patrimonio buio di Lampedusa per rendere missione internazionale la trasformazione dei luoghi non ancora inquinati dalla luce in una riserva del cielo; European Lab for Human Relationships, uno spazio di incontro tra l’accademia, le istituzioni, l’arte e la politica per riflettere sulle relazioni tra gli esseri umani come abitanti del pianeta terra; Urbanism Accross Geographies: Land(Scape)/Space propone dei momenti di confronto e riflessione tra professori e studenti che lavoreranno con la popolazione locale per indagare i cambiamenti a livello urbano con la presenza di migranti come nuovi cittadini.

Di interesse anche le progettualità di città che hanno investito sulla consapevolezza e sul maggior coinvolgimento in chiave bottom-up delle proprie comunità residenti. È il caso di Ivrea, che ha dato avvio a un percorso partecipato, svolto attraverso una serie di consultazioni pubbliche e momenti di confronto rivolti  ai diversi operatori culturali ed economici locali, con una particolare attenzione ai più giovani, di aggiornamento del piano di gestione della Città industriale del XX secolo sito UNESCO (oltre ad essersi distinta come Capitale del libro e per la promozione di iniziative per il turismo industriale); ma anche Genova, che ha dato continuità alle iniziative degli anni precedenti su azioni di coinvolgimento attivo della cittadinanza nella conoscenza e valorizzazione del patrimonio della città vecchia, tra queste il progetto Androni, finalizzato a valorizzare, attraverso azioni partecipate e strumenti di design thinking, gli spazi di relazione delle dimore storiche genovesi. Ed è anche il caso di Urbino, che ha avviato un programma di capacity building rivolto soprattutto ai giovani per una corretta gestione del suo centro storico e delle sue risorse culturali anche nell’ambito delle sfide poste dalla necessità di confrontarsi con i cambiamenti climatici. Altre notizie degne di menzione sono arrivate dalle sorprendenti scoperte della campagna di scavo San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, dove 24 statue di bronzo, tra cui divinità, fanciulli, matrone e imperatori, sono riemersi dal fango e dall’acqua bollente delle vasche sacre dopo 2300 anni di oblio, confermando il valore dell’archeologia per lo studio della stratificazione culturale e sociale del patrimonio culturale italiano. Il successo della mostra su Canova ai Musei Civici di Bassano del Grappa, che ha reso omaggio al più grande scultore dell’epoca neoclassica nel bicentenario della morte, ha confermato l’interesse delle istituzioni e del pubblico nei confronti di un’esposizione narrativa che ha guidato il visitatore in un viaggio ideale sulle orme di Canova, dall’universo creativo del suo atelier alle grandi capitali del vecchio continente. Le iniziative per sostenere la riapertura la casa museo di Giuseppe Verdi a Villanova sull’Arda in provincia di Piacenza hanno confermato la volontà della comunità di mantenere aperto un bene legato all’identità del luogo.

Realtà più piccole, ma altrettanto dinamiche che vale la pena citare sotto il profilo dell’associazionismo, della partecipazione e innovazione sul patrimonio culturale sono quelle del Parco archeologico di Muro Tenente in Puglia; dove il progetto di sviluppo sostenibile APPIA IN TABULA, ideato e condotto dalla Coop. Impact Archeologia, mira a coniugare l’archeologia e l’agricoltura per la ri-costruzione del capitale sociale del nostro territorio. L’Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros a Roma, che immagina il territorio come uno spazio da progettare collettivamente, come spazio della valorizzazione, della tutela, dello sviluppo, dell’identità e dell’innovazione. Il Comune di Gagliano Aterno, nelle montagne abruzzesi, che ha avviato la realizzazione di una casa di comunità pensata attraverso un percorso di coinvolgimento attivo degli abitanti di tutto il territorio afferente. Il Museo diffuso dei 5 sensi di Sciacca, che grazie all’entusiasmo della fondatrice Viviana Rizzuto è diventato ormai best practices consolidata anche a livello internazionale. Sempre in Sicilia, l’Ecomuseo Mare Memoria Viva di Palermo racconta le trasformazioni urbanistiche e sociali di Palermo dal dopoguerra a oggi attraverso testimonianze, storie, immagini e memorie legate al mare di città. Ancora, le Officine culturali di Catania sono diventate soggetto promotore di attività di promozione, valorizzazione, informazione e ricerca, oltre che di iniziative ed eventi culturali e di intrattenimento finalizzati a rendere i beni culturali uno spazio di integrazione e aggregazione per la collettività. Inoltre, Periferica a Mazara del Vallo (Trapani), un progetto di rigenerazione urbana che dal 2013 ha avviato nella periferia di Mazara del Vallo un processo di indagine, progettazione e costruzione partecipata mettendo a sistema università, associazioni ed imprese, e ponendo il cittadino nella condizione di poter intervenire positivamente sul proprio territorio. Il progetto Eclettica a Caltanissetta ha promosso un’area di incubazione artistica, ecologica e sportiva come luogo di aggregazione ed espressione per i cittadini. In conclusione, il progetto di Favara Cultural Farm, best practice ormai consolidata, che dal 2010 ha avviato un processo di trasformazione dell’area interna di Favara, trasformandola in quella che è oggi una piccola capitale internazionale dell’arte contemporanea.

Esperienze, queste, che risultano essere importanti anche come leva di attrattività e posizionamento turistico, in una fase in cui peraltro sempre più si avverte, anche in funzione della forte crescita di presenze nelle destinazioni culturali registrate nel corso dell’anno, l’esigenza di strumenti per una gestione corretta dei visitatori e la distribuzione dell’offerta su territori più ampi delle singole destinazioni. In questo ambito si collocano anche i numerosi progetti di itinerari e cammini rivolti al turismo lento e sostenibile. Tra gli ultimi in ordine di tempo, la Via delle Sorelle, un nuovo cammino collinare di 130 km che unisce le città di Bergamo e Brescia attraversando 30 comuni allo scopo di farne conoscere il patrimonio, le tradizioni e i prodotti locali. Al tema della sostenibilità si ispira anche l’offerta innovativa di prodotti turistici incentrata sul connubio cultura/natura e su nuovi modi di fruire i territori, attraverso l’affermarsi progressivo di esperienze di outdoor citizen science, come il progetto CRABS nell’Area Marina Protetta di Portofino, che coniuga pulizia delle coste, raccolta dati per i monitoraggi, attività di ricerca con la fruizione dell’area protetta. Molto significativo in questo senso il caso delle isole Eolie, interessate nella passata stagione turistica da notevoli pressioni sia di carattere antropico che ambientale, hanno intrapreso un percorso per dotarsi di uno piano strategico per il turismo sostenibile in un’area dalla valenza naturalistica e uno dei pochi siti naturali UNESCO in Italia. UNESCO che conta nel Paese ormai 58 siti, per i quali è stato avviato in questi mesi il terzo esercizio di rapporto periodico per misurare il loro stato di salute[1]. Se è importante notare come alcuni siti – è il caso delle aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata – hanno investito in percorsi di aggiornamento dei propri strumenti gestionali, certamente la progettualità più importante in chiave UNESCO è rappresentata dalla candidatura dell’Appia Antica alla Lista del Patrimonio Mondiale. Un progetto, per la prima volta direttamente sviluppato dal MiC, che vede il coinvolgimento di quattro regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 12 tra province e città metropolitane, 73 comuni, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, 15 parchi e 25 università italiane ed estere.

Di grande interesse anche le applicazioni delle nuove tecnologie alla gestione del patrimonio, dagli strumenti per i sistemi gestionali ai contenuti digitali immersivi, che hanno reso possibili nuovi      efficaci processi per la valorizzazione dei contenuti culturali, oltre che l’elaborazione di modelli predittivi sulla partecipazione e gradimento del pubblico, di creare una maggiore interazione con le collezioni, e, in generale, per migliorare la capacità di musei e siti attraverso la personalizzazione delle esperienze dei visitatori. Tra le esperienze che hanno puntato sullo sviluppo di contenuti digitali per il miglioramento della fruizione ci sono realtà che utilizzano uno strumento di chatbot gratuito per poter dialogare in modo diverso col pubblico, come il servizio Parla con Nerone promosso dal Parco del Colosseo di Roma; altre sfruttano il linguaggio attuale e sempre più innovativo dei podcast, come il Circuito delle Case Museo di Milano, che si racconta a cittadini e turisti stranieri in percorsi culturali e didattici tra Museo Bagatti Valsecchi, Casa Museo Boschi Di Stefano, Villa Necchi Campiglio e Museo Poldi Pezzoli. E, infine, ci sono esperienze in cui è possibile fruire contenuti multimediali museali (come video, audio, immagini e testi) senza l’accesso a internet, utile soprattutto per le aree più periferiche del Paese, ricche di patrimonio culturale, ma non ancora dotate di buona copertura. È il caso di MuseOn, app universale di accompagnamento alla visita dei musei, scelta da oltre 45 siti culturali italiani (tra cui la Venaria Reale di Torino, Gallerie d’Italia e Bologna Musei) e progettata dalla startup bolognese iThalìa, che consente di valorizzare luoghi di culto, beni naturalistici, musei, fondazioni, gallerie e spazi espositivi, ma anche patrimonio enogastronomico e industriale. Interessante a tal proposito il percorso formativo avviato da Fondazione Kainòn rivolto a professionisti museali e organizzazioni culturali interessate ad avanzare nella digitalizzazione. La fondazione è legata alla holding industriale Effort Cube, focalizzata sul connubio tecnologia-cultura per creare sistemi di fruizione e condivisione sempre più accessibili e integrati, il cui gruppo capostipite è DM Cultura. Al suo interno, c’è Oniride, lo studio di innovazione che si occupa della ricerca, sviluppo e produzione di sistemi tecnologici e contenuti digitali immersivi (tra cui realtà aumentata, virtuale e mista) per promuovere, conservare digitalmente e valorizzare il patrimonio culturale.

E ancora, l'Arco della Pace di Milano è il primo monumento al mondo a entrare nel metaverso come opera d'arte digitale attraverso il progetto di criptoarte Monuverse (progetto che raccoglierà tutti i più importanti monumenti in formato NFT, visitabili da chiunque) sviluppato dalla startup Reasoned Art (Genova) in collaborazione con la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Milano. Infine, è in corso di attuazione il Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale redatto dall’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale di Roma attraverso la Digital Library, che accompagna musei, archivi, biblioteche e luoghi della cultura statali nell’attuare la propria trasformazione digitale, migliorando la gestione dei beni, ridisegnare le modalità di interazione con il patrimonio e sviluppare nuovi modelli di creazione. Tutte queste esperienze fanno emergere certamente continuità con i trend già consolidati negli anni più recenti, un rilancio progettuale rispetto al periodo contrassegnato dalle restrizioni pandemiche, ma anche una rinnovata ricerca di processi più efficaci per la valorizzazione, soprattutto in chiave economica, del patrimonio culturale e dell’offerta ad esso connessa.

 

 

 

Suggerimenti per il lettore

  • Unioncamere, Imprese e professioni culturali e creative, 2022.
  • Valerie Magar, Jane Thompson, Gamini Wijesuriya, Heritage Management Practices: Voices from the Field, ICCROM, 2023.
  • Consiglio d’Europa, Risoluzione del Consiglio sul Piano di lavoro delll’UE per la cultura 2023-2026, 2022.

[1] UNESCO, 2023.

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