All'inizio del 2019, l'allora governo gialloverde tra Lega e 5 Stelle decise di bloccare le trivellazioni in Alto Adriatico. E di farlo per i8 mesi. Non che il nuovo governo giallorosso sia stato da meno. Nel Milleproproghe è stato inserita un'altra dilazione che porta il fermo al febbraio 2021. Sostanzialmente si impedisce di cercare il gas, che viene considerato una delle fonti più adatte nella fase di transizione verso il passaggio completo alle rinnovabili, sul nostro territorio. Condannandoci a comprarlo importandolo dall'estero. È evidente lo spirito ambientalista, fintamente tale direi, del provvedimento. La domanda che subito sorge è: visto che siamo in un ecosistema globale, siamo sicuri che gli standard di ricerca e commercializzazione di altri paesi come la Russia o il Medio Oriente siano al livello di quelli italiani? Ma al di là di queste considerazioni, l'idea di fondo che fermare lo sviluppo sia la strada per salvaguardare il mondo è non solo punitiva per il nostro Paese (pagheremo sicuramente di più il gas), ma impedisce alla tecnologia di dispiegare tutte le sue potenzialità per rendere la crescita sempre più sostenibile. Eppure proprio il nostro Paese è uno dei più virtuosi da questo punto di vista. Dal dossier preparato dalla Fondazione Symbola si scopre che per ogni milione di euro prodotto, l'Italia usa 307 tonnellate di materia prima. Questo ci pone al secondo posto dietro la Gran Bretagna (236 tonnellate) ma davanti ad altre potenze manifatturiere come la Germania che arriva a usarne 408, la Francia (326) e la Spagna (360). Questo significa che le nostre imprese sono molto più efficienti nel «consumare» per produrre. E che presumibilmente possono fare ancora meglio in futuro. Anche i cittadini stanno facendo la loro parte. Ricicliamo li 76,9% della totalità dei rifiuti, facendo meglio di Germania (42,7%) e Francia (53,6%). Forse a essere fermate dovrebbero essere altre pericolose idee.