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Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo (SPCC) dell’Umbria ha registrato nel 2023 un valore aggiunto di 1,12 miliardi di euro e ha dato lavoro a 20.728 persone. Questo settore rappresenta il 4,8% dell’economia regionale, una percentuale inferiore rispetto alla media nazionale del 5,6%. A livello provinciale, Perugia contribuisce con 896 milioni di euro e 16.045 occupati, mentre Terni si attesta a 224 milioni di euro di valore aggiunto e 4.682 occupati.

L’analisi emerge dal rapporto “Io sono Cultura 2024”, realizzato dalla Fondazione Symbola in collaborazione con Unioncamere, il Centro Studi TagliacarneDeloitte e altri partner, con il patrocinio del ministero della Cultura. L’obiettivo del report è mettere in luce l’importanza del binomio cultura e bellezza nell’economia italiana, elementi che rappresentano una delle identità produttive più forti del Paese, il celebre “made in Italy”.

Una distribuzione equilibrata tra attività core e creative driven

Il SPCC dell’Umbria si divide in due macroaree: le Attività Core Cultura, che includono industrie creative, culturali, patrimonio storico-artistico e arti performative, e le Attività Creative Driven, che utilizzano competenze culturali per valorizzare prodotti non appartenenti direttamente alla filiera culturale. Nel 2023, le Attività Core hanno prodotto un valore aggiunto di 537 milioni di euro, pari al 2,3% dell’economia regionale, mentre le Attività Creative Driven hanno generato 582 milioni di euro, ovvero il 2,5% del totale regionale.

Per quanto riguarda l’occupazione, le Attività Core hanno impiegato 10.967 persone, pari al 52,9% del totale del SPCC, mentre le Attività Creative Driven hanno registrato 9.761 occupati, rappresentando il 47,1% del totale.

Produttività del lavoro: un settore in recupero

La produttività media per addetto nel SPCC umbro è stata di 54.033 euro nel 2023, inferiore alla media nazionale di 67.316 euro. Tuttavia, l’Umbria si posiziona come sesta regione per crescita del valore aggiunto e quarta per aumento dell’occupazione tra il 2022 e il 2023, dimostrando una ripresa più rapida rispetto alla media nazionale.

Opportunità per i laureati e i giovani

Il settore culturale umbro rappresenta una significativa opportunità per i laureati, che costituiscono il 47,7% degli occupati del SPCC, un dato superiore alla media dell’economia regionale (25,5%). Tuttavia, il settore mostra ancora segni di precarietà, soprattutto nelle arti performative, nelle attività di valorizzazione del patrimonio storico-artistico e nel design.

Turismo culturale: un volano per l’economia regionale

Un dato interessante riguarda la spesa turistica in Umbria, dove il 75-80% è legato al consumo culturale, la seconda percentuale più alta d’Italia dopo il Lazio. Questo conferma l’importanza della cultura non solo come motore economico, ma anche come attrattore turistico di primo piano.

Le prospettive future

Nonostante il divario con le regioni più performanti come Lombardia e Lazio, il settore culturale umbro mostra segnali di recupero e crescita. Iniziative come i bandi sul “welfare culturale per la crescita sociale”, con investimenti che nel 2023 hanno superato i 400mila euro, evidenziano l’impegno della regione nel promuovere la cultura come leva per il benessere sociale ed economico.

In conclusione, il Sistema Produttivo Culturale e Creativo dell’Umbria si configura come un settore strategico, capace di offrire significative opportunità occupazionali e di sviluppo economico, pur con margini di miglioramento in termini di produttività e stabilità lavorativa.

 

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Il sistema produttivo culturale e creativo in Umbria: crescita e opportunità economiche nel 2023 | Corriere dell'Economia

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