Il Gruppo Magaldi è una realtà ramificata, con interessi in numerosi settori industriali. Ci può fare una panoramica storica del Gruppo nel suo complesso?
Il gruppo ha una storia di oltre 90 anni, e ancora oggi è di proprietà della famiglia del fondatore. Nel 1901 Emilio Magaldi brevetta una cinghia di trasmissione di potenza in pelle di bufalo che, a differenza delle cinghie tradizionali risulta praticamente indistruttibile. Nel 1929 a Buccino (SA) viene avviata la produzione su scala industriale e arrivano le prime commesse da importanti aziende italiane dell’epoca come l’Ansaldo e la Breda. Con il declino delle cinghie di trasmissione di potenza, negli anni ’60 Magaldi passa alla produzione di nastri trasportatori innovativi, costituiti da una rete metallica con piastre di acciaio imbullonate, per processi industriali che necessitano di movimentare materiali in condizioni di processo gravose. Nel 1985 viene brevettato un sistema per l’estrazione a secco delle ceneri pesanti, installato per la prima volta nella centrale Enel di Pietrafitta e oggi presente in centinaia di centrali elettriche in tutto il mondo. Mentre negli anni ’90 si ha l’apertura verso nuovi settori industriali e verso i mercati globali.
In quali settori siete attivi oggi? Quale è la presenza di Magaldi nel mondo e la quota di export del Gruppo?
Ad oggi siamo leader mondiali nella progettazione e produzione di sistemi per la movimentazione di materiali in condizioni di processo severe, che trovano applicazione in numerosi settori industriali: dal settore metallurgico a quello siderurgico, dal riciclo dell’alluminio al cemento, dal waste-to-energy agli impianti a biomassa. Il gruppo offre soluzioni che consentono di ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi, riducendo ad esempio l’utilizzo di acqua o recuperando l’energia termica dei processi a monte e di implementare modelli di economia circolare attraverso, ad esempio, il recupero dei metalli contenuti nelle scorie da termovalorizzazione dei rifiuti. Siamo presenti in più di 50 Paesi, con sedi operative negli Stati Uniti, in Messico, negli Emirati Arabi Uniti, in India, in Australia e in Germania. Nel 2023 il fatturato è stato nell’ordine di 45 milioni di Euro e l’export costituisce più del 90% del nostro fatturato.
Ogni azienda si definisce “innovativa”, ma nel vostro caso l’attenzione verso lo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche sembra essere iscritto nel DNA del gruppo. Come è strutturato il reparto di R&S del Gruppo Magaldi? Quali risultati avete ottenuto?
L’attenzione all’innovazione e la capacità di sviluppare tecnologie affidabili ed innovative sono state fondamentali per Magaldi per due motivi: da un lato ci hanno permesso di restare competitivi in mercati in continua evoluzione, dall’altro ha portato il Gruppo ad affrontare e vincere la sfida dei mercati globali. Oggi il Gruppo Magaldi ha oltre 200 dipendenti, di cui più del 50% sono ingegneri, e gli investimenti in R&S superano il 3% del fatturato annuo. Collaboriamo con Università e Centri di Ricerca di assoluta eccellenza, sia italiani che esteri, come l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Università di Adelaide in Australia e il Massachusetts Institute of Technology (MIT) negli Stati Uniti. Tutto questo ha portato il Gruppo a depositare 55 brevetti internazionali.
Siete un gruppo impegnato in un settore industriale altamente inquinante e quindi soggetto ai cambiamenti imposti dalla transizione ecologica e dagli obbiettivi del Green Deal europeo. Come si sta muovendo il gruppo per affrontare la decarbonizzazione?
Il Gruppo ha iniziato ad interessarsi alle tematiche ambientali quando la decarbonizzazione non era un tema di stretta attualità. Il sopracitato sistema per l’estrazione a secco delle ceneri pesanti, denominato MAC® (Magaldi Ash Cooler), è stato pensato negli anni ’80 come alternativa ai tradizionali sistemi ad umido, altamente inquinanti e responsabili di un elevato consumo di acqua. I suoi vantaggi operativi e gli indubbi benefici ambientali gli sono valsi il riconoscimento di BAT (Best Available Technology) da parte dell’Unione Europea. Dal 1985 ad oggi, il sistema MAC® è stato installato in centinaia di centrali in tutto il mondo. Ma sappiamo che non basta, per questo nel 2011 è nata Magaldi Green Energy, focalizzata su ricerca, sviluppo, e produzione di tecnologie innovative nel settore della generazione e dello stoccaggio di energia pulita. Dei 55 brevetti sopracitati, 10 sono relativi al settore delle rinnovabili. Abbiamo iniziato con il solare a concentrazione e negli ultimi 10 anni ci siamo focalizzati sullo storage termico. Recentemente abbiamo brevettato MGTES, un rivoluzionario sistema di accumulo capace di portare finalmente l’energia green nei processi industriali
Di cosa si tratta? Come funziona la tecnologia MGTES?
Eliminare l’utilizzo dei combustibili fossili per produrre energia termica per l’industria è un problema che va avanti dai tempi della macchina a vapore e della Rivoluzione industriale. Adesso dopo 250 anni possiamo utilizzare l’energia elettrica per produrre direttamente vapore. Le fonti rinnovabili hanno il problema dell’intermittenza, per cui per rilasciare energia abbiamo bisogno di uno storage termico. In questo caso, infatti, le classiche batterie non funzionano. La forma di storage termico più semplice è l’acqua, ma questa arriva a temperature fino a 70 o 80 gradi, mentre MGTES, utilizzando la sabbia, può andare oltre i 600 gradi. MGTES, il cui acronimo sta per Magaldi Green Thermal Energy Storage, è un sistema di accumulo basato su un letto di sabbia fluidizzata che utilizza la sabbia e l’acciaio per immagazzinare l’energia prodotta da fonti rinnovabili, sia elettrica che termica, sottoforma di calore. In fase di carica, in caso di energia elettrica nel letto di sabbia sono immerse delle resistenze elettriche, mentre per l’energia termica è usato uno scambiatore di calore. La fluidizzazione delle particelle di sabbia aumenta notevolmente il coefficiente di scambio termico. Durante lo stoccaggio, invece, la coibentazione del sistema limita drasticamente la perdita di calore e quindi di energia, rendendo MGTES un sistema di accumulo più efficiente degli altri attualmente presenti sul mercato. Infine, in fase di scarica, il sistema rilascia l’energia immagazzinata sotto forma di vapore.
Quali sono i vantaggi del sistema MGTES e a quali ambiti può essere applicato?
MGTES offre molteplici vantaggi. È un sistema a impatto zero, perché realizzato con sabbia silicea e acciaio, entrambi riciclabili, non contiene sostanze chimiche o terre rare né produce sostanze inquinanti. I materiali di cui è composto il sistema sono tranquillamente reperibili in ogni parte del mondo, dunque non ci sono problemi di supply chain ristrette o contingentate. Alta caratteristica è la sua flessibilità: MGTES genera energia che può essere fornita a impianti industriali, alla rete elettrica o a centrali termoelettriche, disaccoppiando la produzione dell’energia stessa dal suo consumo. Come sistema di accumulo, poi, MGTES dimostra un’efficienza fuori dal comune, con le perdite che si attestano su cifre inferiori al 2% dell’energia immagazzinata ogni 24 ore grazie al sistema di coibentazione, mentre altri sistemi di accumulo disperdono una quantità di energia molto maggiore. MGTES ha inoltre dimensioni estremamente ridotte, un impianto capace di contenere 60 Mw/ora occupa soltanto 200 metri quadri. È poi un sistema privo di rischi per la sicurezza, perché a differenza delle batterie non ha il rischio di incendi, facile da installare e manutenere.In virtù di queste caratteristiche, MGTES si presenta come una tecnologia rivoluzionaria, capace di sostituire del tutto i combustibili fossili nei processi industriali che necessitano di un calore compreso tra i 150° a 400°C, tipici ad esempio dell’industria del food & beverage, della carta, del tabacco, della plastica e dei prodotti chimici. Altri ambiti di applicazione importanti sono quello della desalinizzazione, soprattutto per quanto riguarda il Medio Oriente, e il settore minerario in Australia e Sud America.
MGTES è già realtà? La tecnologia è già impiegata presso stabilimenti industriali?
Ci siamo quasi. In collaborazione con Enel X, Magaldi ha realizzato il primo impianto con tecnologia MGTES per la fornitura di energia termica per i processi industriali dello stabilimento di IGI, azienda che produce grassi e oli alimentari per il gruppo Ferrero. L’impianto, che entrerà in funzione nell’ultima parte del 2024, sarà costituito dopo la fase di validazione da un sistema di pannelli fotovoltaici da 5 Megawatt e da un sistema MGTES da 125 tonnellate con capacità di accumulo fino a 13 MWh termici giornalieri. Una volta a regime, andrà a ridurre i consumi energetici di IGI del 20% con un risparmio di 1000 tonnellate di anidride carbonica all’anno. La tecnologia è pronta e con Enel X stiamo cercando nuovi progetti. Con COP 28 il tema della decarbonizzazione dei processi industriali è entrato al centro del dibattito, adesso per accelerare sarebbe necessario avere degli incentivi per consentire ad esempio di trasformare l’energia elettrica rinnovabile in energia termica, con agevolazioni sugli oneri di rete, così come decretato per l’idrogeno verde.