C’è un primato ecologico che l’Italia ha in Europa, e pochi conoscono. Il nostro Paese vive un ritardo cronico e da decenni fatica a puntare su vere politiche energetiche, però corre più veloce degli altri Stati, compresa Francia e Germania, sul riciclo dei rifiuti. A piazzarci al primo posto nella Ue è l’Eurostat: recuperiamo, noi ben più di altri, il 79% degli scarti prodotti, industriali e urbani. Il doppio rispetto alla media europea (39%) e a una certa distanza dai big: la Francia è al 56%, il Regno Unito al 50%, la Germania al 43%. Un ciclo virtuoso che comporta un risparmio potenziale di 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, e 63 milioni di tonnellate di CO2: in pratica, il 14,8% delle emissioni nocive per il clima.
I virtuosi del “legno”
La fotografia dell’Italia virtuosa è scattata dall’undicesimo rapporto “Greenitaly” di Fondazione Symbola e Unioncamere, che racconta anche le cifre di questi sforzi. “Il nostro Paese ha una situazione a macchia di leopardo sul riciclo urbano, con punte di assoluta eccellenza, come Milano, che insieme a Vienna è ai vertici europei della raccolta differenziata, e punte molto più basse al Sud – spiega Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola -. Ma il risultato veramente importante in termini di risparmio di CO2 e riutilizzo dei rifiuti l’ha ottenuto negli anni il ciclo produttivo industriale”. Perché? “Siamo poveri di materie prime – continua – abbiamo dovuto costruire filiere che sapevano stare al mondo. Queste eccellenze, insomma, non sono successi figli di un decreto governativo”.
Diamo qualche dato per capire come fa l’Italia a distinguersi in Europa. Per ogni kg di risorsa consumata, il nostro Paese genera 3,6 euro di Pil, contro una media europea di 2,3 e valori di 2,5 della Germania o di 2,9 della Francia. “La produttività è più elevata nel Regno Unito (3,9 €/kg), ma lì l’economia è meno manifatturiera e più legata alla finanza, dunque non paragonabile pienamente alla nostra”, spiega la ricerca. Insomma, sprechiamo meno e produciamo anche meno rifiuti degli altri: ciascun cittadino italiano consuma 8 tonnellate di materia l’anno, circa la metà di quel che viene utilizzato nelle altre maggiori economie dell’Unione (una per tutte, la Germania con il 14%). Tra i settori più virtuosi c’è l’industria italiana del “legno arredo“: il 93% dei pannelli truciolati prodotti in Italia è fatto di legno riciclato. Anche la nostra agricoltura è diventata nell’ultimo decennio progressivamente la più “green” d’Europa: dal 2011 abbiamo dato un taglio del 20% all’uso di pesticidi, mentre Francia e Germania vivono il trend opposto.