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«La coesione non è bontà conviene all'economia»«E con la coesione e l'economia» sottolinea l'ambientalista Ermete Realacci, fondatore di Symbola, nata per dare forza a imprese, comunità e intelligenze che puntano su sostenibilità, innovazione, bellezza. «Che non sono temi ancillari, tanto che l'Unione Europea ha scelto tre parole chiave per orientare i fondi strutturali: coesione, transizione verde e digitale.

La coesione non è un atto di bontà, è la premessa per una società solida, per un'economia più forte a misura d'uomo e per il buon vivere di una comunità in grado di affrontare momenti difficili». Un dato messo in evidenza da Symbola è significativo: «le imprese che hanno migliori rapporti con i lavoratori, con le comunità, con il territorio, vanno meglio, esportano di più, innovano di più, producono più lavoro. Questo vale per le imprese, come vale per i territori» spiega Realacci. Da questo punto di vista, dunque, le politiche in tema di sostenibilità, di contrasto alla crisi climatica e di progettazione urbana «non sono fatte soltanto "per piacere a Dio" citando il Gattopardo, ma producono una società più solida e più evoluta, una comunità più coesa». Con la persona al centro, ma in riferimento alla comunità di cui è parte. Come richiede un'efficace progettazione urbana, che raggiunge l'obiettivo «con l'amicizia, come direbbe Aristotele sorride Realacci favorendo tutti i processi di partecipazione, fondati sul senso civico, sul vivere meglio e sul pensare in positivo». Serve però un impegno reale delle istituzioni, che poco concretamente dialogano con comunità e imprese. «Senza questo dialogo si indeboliscono tutti, anche le istituzioni commenta Realacci -. Oggi in Italia circa il 40% delle imprese ha comportamenti coesivi, un'attenzione particolare verso i lavoratori, la comunità, il territorio, e sono le imprese che vanno meglio.

Bisogna capire che questo non è l'angolo delle buone intenzioni, ma è una sfida ambiziosa per affrontare le tempeste». Dati alla mano, dunque, investire in coesione sociale conviene. «Decisamente, e questo vale anche in fatto di sostenibilità e di green conclude -. Per un'impresa essere più responsabile e competitiva, oggi, significa essere più lungimirante, in uno spazio crescente in cui la tenuta delle comunità, l'anima delle città e la coesione sono essenziali»

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"La coesione non è bontà. Conviene all'economia" parla Realacci - Ornella Sgrol | Corriere della Sera

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