Newsletter

  • Maria Giangrande, Coordinatrice dell’Osservatorio Culturale del Piemonte e ricercatrice presso Fondazione Fitzcarraldo

Negli ultimi tre anni, il settore culturale italiano ha attraversato una fase di profonda trasformazione, influenzata da fattori economici, sociali e politici che hanno ridisegnato le modalità e l'entità del sostegno pubblico, in primis, e privato. Il contributo che segue intende offrire una descrizione dell'andamento dei finanziamenti alla cultura, esplorando le diverse fonti di sostegno e le loro evoluzioni recenti.

Il quadro che emerge è complesso e articolato: da un lato, verrà tracciata l'evoluzione dei principali strumenti di finanziamento pubblico statale, dai fondi per i lavori pubblici al Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo (FNSV – ex-FUS), dai contributi per biblioteche e cinema fino al sostegno per l'editoria e i media. Dall'altro, verrà approfondita la dimensione territoriale attraverso la prospettiva offerta dalla lettura dei bilanci degli Enti Locali.

Non meno rilevante è il contributo del settore privato, verrà posta attenzione al ruolo cruciale svolto dalle Fondazioni di Origine Bancaria, veri e propri pilastri del sostegno culturale in particolare nelle regioni del Nord Italia dove un maggiore presenza storica. Infine, verrà dedicato uno sguardo all’evoluzione del mecenatismo privato, tra erogazioni liberali tradizionali e il, relativamente recente, strumento dell'Art Bonus.

Questo approfondimento si propone certamente di fornire un'istantanea dell'attuale stato dell'arte del finanziamento culturale in Italia con la ricostruzione delle risorse erogate a vario titolo e livello territoriale nel 2023 e per taluni strumenti e fonti nel 2024, ma anche di chiarire le recenti dinamiche, nell'ottica di contribuire al dibattito sulla sostenibilità e l'efficacia degli investimenti in cultura nel nostro Paese.

Al livello centrale di governo, nel 2023 il Ministero della Cultura ha destinato 1,4 miliardi di € destinati al sostegno delle attività di spettacolo, alla produzione e promozione dell’industria cinematografica e alla tutela e valorizzazione del patrimonio storico e artistico del Bel Paese, tali risorse hanno registrato un aumento dell’16% rispetto a quanto stanziato per gli stessi ambiti nel 2022[1]. Andando nel dettaglio dei singoli settori, al comparto cinematografico sono stati destinati nel 2023 746 milioni di €, stabili rispetto all’anno precedente (se si escludono i 90 milioni di € erogati nel 2022 come ultimi stanziamenti del Fondo emergenza COVID e non presenti dunque nel 2023). Circa 2/3, ovvero 541 milioni di €, sono stati stanziati a favore degli incentivi fiscali garantiti dal Tax Credit, il 9% (64 mln €) invece ha sostenuto l’attività realizzata dalle fondazioni e istituti cinematografici. Una quota certamente non maggioritaria, ma che attribuisce un valore importante al ruolo della scuola nella promozione della cultura della settima arte, è rappresentata dallo stanziamento di 22,3 milioni (il 3% del totale) per la realizzazione dei progetti rientranti nel Piano Nazionale Cinema per la Scuola[2]. Va notato che il riparto per il 2024 dei finanziamenti destinati al settore invece ha previsto una diminuzione del 7% rispetto al 2023, ovvero 50 milioni di €, con un decremento principalmente dei fondi destinati al Tax Credit - il 24% rispetto all’anno precedente corrispondente a circa 128 milioni di € in meno, sono stati invece ripristinati con una quota di 20 milioni di € i contributi destinati al potenziamento delle sale cinematografiche.

Lo spettacolo dal vivo invece ha potuto contare nel 2023 su 438 milioni di € erogati attraverso il Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo (FNSV) con un incremento delle risorse erogate pari all’8% rispetto al 2022, confermando l’andamento crescente degli ultimi 3 anni. La ripartizione tra i sub settori non registra modifiche: sono infatti la musica e la prosa a ricevere la quasi totalità dei fondi - rispettivamente il 66% e il 22% – le restanti quote sono state assegnate alle progettualità coreutiche (4%) e al sistema delle Residenze Multidisciplinari (6%).

Passando invece alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, nel 2023 i fondi stanziati con le attività di programmazione ordinaria e straordinaria dei lavori pubblici sono stati rispettivamente pari a 86 e 100 milioni di € che vanno a chiudere il triennio di programmazione 2021-2023 con un aumento del 46% e del 100% rispetto al 2022[3]. Accanto a tali strumenti di intervento, vanno aggiunti quelli destinati esclusivamente al patrimonio italiano iscritto nella WHL Unesco, a cui la L. 77 del 2006 ha riservato 3,7 milioni di € per la realizzazione di 33 progetti.

Patrimonio storico, ma anche contemporaneo, a cui il MIC nel 2024 attraverso il Piano per l’Arte Contemporanea (PAC) ha dedicato 3,5 milioni[4] volti a sostenere 40 progetti di acquisizione e produzione di opere contemporanee destinate al patrimonio pubblico, registrando un aumento sia di risorse (+17%) sia di progetti finanziati (+8%) rispetto al 2023. In ottica di sostegno alla creatività contemporanea va citata l’istituzione per la prima volta nel 2024 di Capitale italiana dell’arte contemporanea, ad essere insignita di tale titolo è stata la città di Gibellina che grazie al contributo statale di 1 milione di €, potrà realizzare nel 2026 progetti culturali che prevedono attività come mostre, festival e rassegne, oltre alla realizzazione e la riqualificazione di spazi e aree dedicate alla fruizione dell’arte contemporanea.

L’editoria è uno dei comparti più importanti per l’industria culturale italiana e pertanto oggetto di interventi dedicati da parte dello Stato, nello specifico il Fondo straordinario per gli interventi a sostegno dell’editoria ha confermato nel 2023 la previsione inserita nella Legge di Bilancio del 2021[5] di assegnazione di 140 milioni di €[6], con un incremento del 56% rispetto al 2022 per il sostegno alle edicole, alle imprese editrici di giornali e periodici, per assunzioni di giornalisti e professionisti under 36, per investimenti tecnologici a favore di imprese editoriali e emittenti televisive e radiofoniche. Accanto a tale fondo, per il 2023 è stato confermato anche il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, che ha assegnato 246 milioni di €, di cui 160 milioni attribuiti dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e 86 milioni dal Ministero dello Sviluppo.

Rispetto invece al settore dell’editoria libraria si segna una importante novità introdotta dal cd. Decreto Cultura 2024, trasformato in Legge a febbraio 2025, che prevede come strumento di intervento a sostegno della cultura il c.d. Piano Olivetti – ispirato alla visione olivettiana della cultura come leva di sviluppo sociale ed economico – che prevede misure volte alla rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, ma anche alla valorizzazione del ruolo delle biblioteche e della filiera dell’editoria libraria.

Sono state infatti introdotte 3 distinte misure a sostegno dell’editoria e delle librerie che riguardano l’apertura di nuove librerie da parte di giovani under 35 finanziata con 3 milioni di €; l’acquisto di libri da parte delle biblioteche storiche e di prossimità che possono contare su30 milioni di €, intervento quest’ultimo che va a reintegrare il precedente sospeso nel 2024 e, infine, il supporto alla domanda con una linea dedicata alla vendita di libri nei piccoli centri abitati (con meno di 5mila abitanti), destinato anche agli esercizi commerciali che non siano librerie (1 milione di €).

Scendendo dal livello centrale di Governo a quello territoriale degli enti locali, dalla ricostruzione dei bilanci consolidati 2023 delle Amministrazioni comunali[7] emerge che i Comuni italiani hanno impegnato per la Missione 5 – Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali 2,8 miliardi di € con un incremento rispetto al 2022 del 18%, plausibilmente dovuto anche all’utilizzo delle risorse del PNRR. Sebbene i Comuni siano i prevalenti soggetti deputati al sostegno del settore culturale, anche le Province e le Città, per le competenze residue spettanti, hanno sostenuto il comparto con circa 80 milioni di €.

Alla necessaria rilevanza del sostegno pubblico alla cultura va aggiunto l’importante ruolo svolto dai privati, in primis quello delle Fondazioni di Origine Bancaria (FOB) che nel 2023 hanno erogato finanziamenti per la realizzazione di progetti culturali propri e per attività istituzionali di enti e organizzazioni culturali pari a 251,2 milioni di € (+2% rispetto al 2022) che rappresentano 1/4 delle erogazioni totali delle FOB italiane. Oltre al mecenatismo delle FOB, l’ordinamento italiano prevede che anche i privati cittadini e le imprese possano sostenere progetti e iniziative culturali con erogazioni liberali in denaro a cui viene riconosciuto un beneficio fiscale sottoforma di credito di imposta. Nel 2023 i privati hanno sostenuto la cultura con 16,1 milioni di € di erogazioni liberali[8]. Le 5 regioni che hanno beneficiato maggiormente di tali erogazioni nel 2023 sono la Lombardia (7,3 mln di €), il Lazio (2,3 mln di €), l’Umbria (2 mln di €), la Liguria (1,7 mln di €) e il Piemonte (978 mila di €). L’importante contributo dei mecenati privati è arrivato anche dall’Art Bonus[9] una forma di erogazione liberale con caratteristiche precise previste dalla L. 106 del 2014 finalizzata a favorire il mecenatismo privato a sostegno della cultura e dello spettacolo grazie al riconoscimento di un credito di imposta del 65%. Va precisato che la differenza principale con le erogazioni liberali a favore della cultura è che affinché venga riconosciuto il vantaggio fiscale dell’Art Bonus i destinatari delle erogazioni devono ricadere in determinate categorie di soggetti indicati dalla legge come, ad esempio,  essere una Pubblica amministrazione proprietaria del bene, una Fondazione lirico sinfonica, un teatro di tradizione, nazionale o di rilevante interesse culturale, un centro di produzione teatrale e di danza oppure un soggetto affidatario di beni culturali di proprietà pubblica.

Inoltre, le erogazioni liberali che beneficiano del credito dimposta Art Bonus possono sostenere esclusivamente 3 diverse tipologie di interventi, che si distinguono per le finalità e loggetto delle donazioni. Esse riguardano principalmente interventi di tipo strutturale - come restauro, protezione e manutenzione - oppure a sostegno   dellattività di Istituti e Luoghi della cultura di appartenenza pubblica (Musei, Biblioteche, Archivi, Parchi e Aree Archeologiche, Complessi Monumentali) o di Fondazioni lirico-sinfoniche, Teatri di tradizione ed altri enti dello spettacolo.

Le erogazioni liberali erogate nel 2023 e rientranti nell’Art Bonus sono state di circa 121,5 milioni di euro[10] da parte di più di 7.165 mecenati.

 

[1] Per il confronto sono stati esclusi i cd. “Fondi emergenza COVID” ancora presenti per l’anno 2022.
[2] Art. 27, comma 1, lett. i) della Legge 220/2016.
[3] I dati sugli andamenti vanno contestualizzati rispetto alla tipologia della programmazione pluriennale con quote annuali che variano in base agli interventi programmati per quel determinato anno.
[4] Tale importo non è incluso nel totale delle risorse ministeriali citato in precedenza poiché fa rifermento all’anno 2024.
[5] L. 234/2021
[7] Open BDAP - Banca Dati Amministrazioni Pubbliche.
[8] Il totale fa riferimento all’applicazione dell’Art. 100, c. 2, lettera M) del DPR n. 917/1986 (T.U.I.R.) nel 2023.
[9] Art. 1, L. 106/2014.
[10] Cfr. Impresa cultura – 20° Rapporto Annuale Federculture 2024, Gangemi Editore 2024

Devi accedere per poter salvare i contenuti