Il rapporto Coldiretti Symbola: i piccoli comuni culla dell`eccellenza Parrebbe proprio di sì a giudicare da uno studio commissionato a Ixé da parte di Coldiretti e Fondazione Symbola e presentato alla vigilia dell`estate 2024. Studio nel quale si evidenzia come il 93% delle produzioni tipiche agroalimentari italiane che vengono consumate dal pubblico nasca nei piccoli comuni, quelli per intenderci con 5mila o meno abitanti e come questo patrimonio di gusto e biodiversità funga da traino anche ai Flussi turistici dal momento che il 65% degli italiani, attratto da queste tipicità, abbia scelto nell`estate 2024 di visitare durante le proprie vacanze almeno uno di questi borghi, la presenza di prodotti tipici determinante nella scelta delle mete turistiche Un trend che conferma quanto Confesercenti Bologna stabiliva già otto anni fa, quando in un sondaggio risultò che il 35% degli interpellati, al momento di scegliere il luogo di villeggiatura, teneva in debita considerazione la presenza o meno di specialità tipiche, e che all`interno di quel 35% esisteva un 15% per il quale i prodotti agroalimentari, le sagre enogastronomiche o la presenza di un ristorante rinomato potevano rappresentare un elemento determinante per la scelta.
Un patrimonio lontano dai tradizionali circuiti rapporto presenta un patrimonio enogastronomico custodito lontano dai tradizionali circuiti turistici, oggi valorizzato e promosso grazie alla Legge 158/2017 a prima firma dell'allora senatore Realacci, oggi non a caso presidente della Fondazione Symbola, e contenente misure per la valorizzazione dei piccoli comuni.
Il legame tra piccoli borghi e prodotti Dop e Igp Ben 297 dei 321 prodotti a denominazione di origine (Dop e Igp) italiani riconosciuti dall`Unione Europea sono in qualche modo legato a uno o più piccoli comuni che, nel dettaglio, sono protagonisti della produzione di tutti i 54 formaggi a denominazione, del 98% dei 46 oli extravergine d`oliva, del 90% dei 41 salumi, insaccati e derivati della carne, dell`89% dei 111 prodotti ortofrutticoli e cereali e dell`85% dei 13 prodotti panificati o di pasticceria.
Le ventisei nicchie gourmet Addirittura per quanto riguarda 26 prodotti, anche di una certa fama in alcuni casi, la loro origine è da ricercarsi esclusivamente nei piccoli centri: si tratta del Formai de Mut dell`Alta Val Brembana Dop, dello Strachitunt Dop, del Castelmagno Dop, della Robiola di Roccaverano Dop, del Puzzane di Moena (Spretz Taori per chi parla ladino) Dop, del Pecorino di Picinisco Alto Crotonese Dop, dei Fagioli Bianchi di Rotonda Dop, del Pecorino di Seggiano, della Melanzana Rossa di Rotonda Dop, del Limone di Rocca Imperiale Igp, della Castagna di Vallerano, del Fagiolo Cannellino di Atina, del Farro di Monteleone di Spoleto Dop, del Marrone Biondo di Castel del Rio Igp, dell`Asparago di Cantello, della Pesca di Bivona Igp, della Lenticchia di Castelluccio di Norcia Igp, dei Maccheroncini di Campofilone Igp, del Salame di Varzi Dop, del Prosciutto crudo di Carpegna Dop, dello Jambon de Bosses Dop, del Lardo d`Arnad Dop, del Prosciutto di Sauris Igp, del Salame Sant`Angelo di Brolo Igp e del Prosciutto di Norcia Igp.
"Le ferie estive - sottolinea Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola - sono anche un'occasione per riscoprire i nostri prodotti tipici legati ai territori e ai piccoli comuni. I Piccoli Comuni sono una straordinaria opportunità per l`Italia: un`economia più a misura d`uomo che punta su comunità e territori, sull`intreccio fra tradizione e innovazione, fra vecchi e nuovi superi come dimostra il rapporto di Fondazione Symbola e Coldiretti. Possiamo competere in un mondo globalizzato se Muoviamo senza cancellare la nostra identità, se l`Italia fa l`Italia. nella può affrontare le crisi puntando sulla propria identità. Può competere e affermarsi senza perdere la propria anima. Cultura, bellezza e creatività sono le chiavi con cui scommettere per mantenere e rafforzare i primati internazionali che può vantare il nostro Paese`
Anche i vini più pregiati nascono nei paeselli Non solo: grazie ai piccoli comuni è garantita anche l`esistenza del 79% dei vini più pregiati, Doc e Docg, autentiche perle che rappresentano al meglio il Made in Italy, un patrimonio conservato nel tempo dalle 279mi1a imprese agricole presenti in queste località, imprese che con il loro impegno quotidiano garantiscono la salvaguardia delle colture agricole storiche, tutelano dal dissesto idrogeologico il territorio e preservano le tradizioni alimentari.
Un sistema virtuoso ma a rischio Un sistema virtuoso che coinvolge circa il 70,1% dei 7901 comuni italiani. Tra le regioni italiane il primato spetta Ettore Prandini, presidente di Coldiretti
Prandini (Coldiretti): "Prevenire lo spopolamento "I piccoli borghi -aggiunge Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti - hanno un significativo valore economico, storico, culturale e ambientale in un paesaggio fortemente caratterizzato dalle produzioni agricole. Rappresentano anche un motore turistico che, se adeguatamente valorizzato, può diventare una risorsa strategica per il rilancio economico e occupazionale del Paese. Per salvaguardare questa ricchezza nazionale, è necessario creare le condizioni affinché la popolazione residente e le attività economiche possano rimanere. Negli ultimi dati (istat sulla popolazione italiana, si è registrata la perdita di oltre 35mila residenti nei borghi in un anno. t quindi fondamentale contrastare lo spopolamento, che aggrava anche la situazione di isolamento delle aziende agricole e aumenta la tendenza allo smantellamento dei servizi, dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio".
al Piemonte con 1045 piccoli comuni, seguito dalla Lombardia con 1038e dalla Campania staccatissima con 345. In questi piccoli comuni vivono circa 10 milioni di individui, ed è proprio la tendenza allo spopola mento uno dei principali elementi di criticità che mette a repentaglio l`esistenza dei piccoli borghi e delle loro eccellenze agroalimentari.