Newsletter

Bisogna saper guardare lo sport come un iceberg senza avere paura: la parte emersa nasconde una parte sommersa che è un brulicare di attività

di Luca Corsolini

Anni fa a Chiavari, don Luigi Podestà da antesignano del turismo sportivo gestiva la Casa Albergo Marchesani. Sotto al pianterreno c’era una palestra che era diventata un rifugio e un approdo sicuro in particolare per le squadre di basket e per altri sportivi.

Oggi Chiavari continua a essere l’iceberg che era allora. Quello che si vede in superficie, è molto meno rispetto a quanto succede nascosto ai più. Non tutti sanno ad esempio che una ex scuola in centro città, in uno spazio di oltre 1500 mq, ospita uno dei centri mondiali nell’uso dei football data: Wyscout è nata, come costola di Wylab, per scomporre in tanti piccoli numeri la partita di circa 600 mila giocatori di tutto il mondo.

E a sua volta pure Wyscout è la punta emersa di un iceberg che, sotto, è perfino più movimentato. Perché l’idea alla base del progetto, portato avanti tra gli altri da Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, e dell’Entella, è quella di realizzare a Chiavari con Wylab un hub di sviluppo tecnologico legato al mondo dello sport. In Liguria lo sport è quello che e’in Italia, una attività che finisce fatalmente e felicemente per sposarsi con il territorio.

Che in Italia si pratichino 386 discipline è la fotografia non solo di una passione nazionale ma anche e soprattutto di tante storie che hanno un significato locale, ovvero di sport che hanno una dimensione limitata. In ogni caso, ci sono 386 mercati possibile per un Paese di arti-geni come li chiamo Gian Paolo Colletti, persone e aziende spesso a conduzione semplicemente famigliare che in Liguria ad esempio si sono dedicate a realizzare tute per andar per mare, tavole da surf, materiali per la vela.

Su tutto, una spruzzata di calcio, d’altra parte la prima squadra italiana è nata a Genova, Genoa per gli inglesi: Wyscout, subito entrata nell’orbita dell’hackthon della Figc, la prima federazione al mondo ad essersi impegnata con e per gli hacker a elaborare strategie per il futuro, ha immediatamente allargato i confini regionali. E per Wylab, che ha una ambasciatrice dinamica in Vittoria Gozzi, proporsi come incubatore di start up significa presentare un modello di sviluppo, economico e culturale.

Poi, bisogna mettersi in riva al mare e vedere chi arriva. Spingere sull’innovazione e la formazione per far crescere nuove realtà significa essere pronti ad accettare ogni tipo di proposta, fare squadra con chi si mette in gioco. Adesso in vetrina a Wylab ci sono, in effetti, progetti diversi.

SoccerPass è un app per smartphone che fa entrare negli stadi aziende selezionate e consigliate da famiglie di giovani calciatori, di modo che ognuno possa sentirsi meno straniero nelle città visitate in trasferta. Dynamitick è la prima agenzia ad applicare il concetto di dynamic ticket pricing che conosciamo tutti grazie agli esempi nei trasporti anche agli eventi sportivi. InjuryIndex studia il rischio di infortuni degli sportivi professionisti, che non sono solo incidenti ma anche fortuna o rovine economiche (sì, anche fortune, se si è bravi preventivamente ad assicurarsi per compensare con i soldi la perdita tecnica che comunque rimane). Golf Revolution porta in rete la buca numero 19, quella che non esiste sui percorsi classici, e che è il confino al quale tanti golf club di casa nostra, ancora schiavo di antichi luoghi comuni, vorrebbero destinare nuovi appassionati alla disciplina tenuti lontani per chissà quale peccato di lesa maestà. Golf Revolution insomma usa il potere internazionale della rete per far conoscere i percorsi italiani, cominciando ora senza aspettare che arrivi la Ryder Cup a Roma nel 2022. NoiseFeed è la prima piattaforma di monitoraggio web e social di 200 mila account di settore, compresi quelli delle Wags, le mogli famose dei calciatori top. Infine, Fightec: mette nei guantoni dei sensori per misurare meglio potenza e direzione dei pugni. Sembra un progetto solo per pugili professionisti, è invece qualcosa che ha pure declinazioni sociali.
“Anche a Chiavari si può” è il titolo di un libro sull’Entella: la squadra di calcio è raccontata come una favola. Ma anche la metafora dell’iceberg è calzante per illustrare questa capitale dell’innovazione sportiva. Senza nessuna paura, o scaramanzia: per l’acciaio, garantisce Gozzi.

Luca Corsolini - Symbola

ricerche correlate

Devi accedere per poter salvare i contenuti