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di Luca Corsolini

Nel mezzo di un esperimento sociologico, perché questo sono i Mondiali di calcio che abbiamo vissuto per mesi come una privazione, anche giustamente, visto che gli italiani nati dal ‘60 in poi ogni quattro anni avevano sempre avito questa distrazione, oltre tutto con due vittorie e due finali, e che adesso scopriamo interessare tutti perché in un Paese che vuole chiudere i confini siamo diventati degli appassionati globali, capaci di tifare persino per altre Nazionali.

Nel mezzo di una edizione di Pitti Uomo che è una festa dello sport, dello sport in senso lato, non si può più parlare solo di sport fashion, perché un certo stile, anzi style, si è trasferito dai campi, dalle palestre e dagli stadi nella vita quotidiana.
Nel mezzo di questa estate italiana si avanza anche un soggetto nuovo che si chiama cultura sportiva e ha un suo ambasciatore convinto e convincente in Paolo Verri, uno che una sua idea alta, mai piatta, di cosa possano e debbano essere le città oggi e ancor più domani, ce l’ha da Torino 2006 e oggi la realizza a Matera come direttore del programma della Capitale Europea della Cultura 2019.

Curioso di tutto il mondo sportivo, giocatore di basket e praticante di discipline diverse, tifoso del Toro, promotore e giocatore della Nazionale scrittori che dovendo scegliere un padrino si è affidata intelligentemente, e con passione, a Osvaldo Soriano, Paolo Verri ha dedicato 19 dei mesi di questa lunga vigilia della inaugurazione del programma di Matera, ovviamente il 19 gennaio 2019, a un tema. Il 19 giugno tocca allo sport.
Esiste una cultura sportiva o è una forzatura furba di Paolo Verri? A sbirciare nelle prime attività previste non solo si vede una idea precisa, di cultura sportiva, si capisce anche che non ci sono confini. Il 19 si parte con un omaggio dei tre sport di squadra principali. La Figc tiene proprio a Matera la prima tappa del suo tour itinerante che mette in mostra i trofei e altri cimeli, e ci sarà pure una teca riempita ogni giorno dalla maglia di una squadra di calcio Matera a unire e gemellare gli Azzurri di tutti i tempi e ad esempio i ragazzini come quelli della Scuola di Selvaggi, uno dei campioni del mondo, anzi campioni del mondo, campioni del mondo campioni del mondo, di Madrid.

La pallavolo che, ai tempi, portò la città in prima pagina con i successi della squadra femminile è rappresentata da Andrea Zorzi e dal suo spettacolo La leggenda del pallavolista volante. Dunque, non solo campo, anche teatro, moderno e originale storytelling, l’idea social che lo sport è un’emozione che non finisce con l’ultimo punto.
Il basket ha convocato Sacchetti, che non è solo l’allenatore della nazionale, è anche un padre che allena il figlio, lui pure azzurro, dunque la figura ideale per incontrare i ragazzini del torneo Minibasket in piazza che da quasi 30 anni Sergio Galante organizza non cercando le stelle di domani (e comunque Alessandro Gentile è passato da qui, come il quattordicenne Matteo Spagnolo che è stato acquistato qualche settimana fa dal Real Madrid, situazione un po’estrema che però fotografa il momento: il talento si raccoglie pure acerbo) ma con una ispirazione precisa: la squadra, il gioco di squadra, è l’organizzazione che più assomiglia alla società ideale. E infatti da anni a Matera arrivano ragazzini da tutto il mondo, un pallone invece che separarli li unisce, e si capisce che proprio qui comincia la cultura sportiva.

Poi si andrà avanti, ci sarà tutto un 2019 da raccontare: di solito lo sport si lamenta che gli anni dispari non hanno un calendario ricco (errore: l’anno prossimo ci sono i Mondiali di calcio femminile per cui le azzurre si sono brillantemente qualificate. E pure i Mondiali di basket e rugby, per dire). Il soccorso di Matera è opportuno per dire che invece sarà un anno pieno, e nuovo. Non risultati, ma cultura sportiva. In una capitale come Matera, antica e moderna.

Luca Corsolini - Symbola

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