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Il Rapporto GreenItaly 2023 – giunto alla quattordicesima edizione – ogni anno fa il punto sulla green economy in Italia.

Ricco di dati e analisi territoriali, descrive in modo accurato l’evoluzione della green economy (rappresentata da oltre 200 case history).

GreenItaly 2023 è frutto del grande lavoro di Fondazione Symbola, Ufficio Studi della Camera, Conai, Novamont, Ecopneus, European Climate Foundation e di decine di esperti.

Essere sostenibili conviene

Dietro a questo lavoro c’è un principio guida che rimane saldo nel tempo: la sostenibilità non è un costo, ma un’opportunità per competere e innovare, per creare coesione territoriale, bellezza e benessere diffuso.

Tante volte lo abbiamo detto e non ci stanchiamo di ripeterlo, a costo di sembrare monotoni. C’è ancora chi pensa che la sostenibilità sia un’attrazione per i sognatori o per chi ha grandi possibilità economiche e quindi può permettersi di non pensare ai soldi.

I fatti – confermati dai dati di GreenItaly 2023 – smentiscono questa visione, ormai superata: le aziende che puntano sulla sostenibilità sono quelle più competitive, innovative, che creano occupazione, che esportano e interagiscono positivamente con il territorio e le comunità.

Le parole dell’evoluzione sostenibile

Il Rapporto GreenItaly è cresciuto nel tempo e si è arricchito di rilevazioni e di approfondimenti settoriali, di statistiche, big data e nuove tecniche, come ha sottolineato Alessandro Rinaldi, direttore Studi e statistiche Centro Studi Guglielmo Tagliacarne.

Interessante il text mining: da 5mila parole chiave nel 2010 alle 6mila del 2023, che dimostrano un nuovo modo di parlare del green. Ambientale, futuro, crisi e green sono le parole più ricorrenti nel primo Rapporto.

Le parole che segnano l’evoluzione ad oggi dimostrano una visione che lascia più spazio alla produzione, al rifiuto, al materiale, all’energia; ma su tutte spicca la parola transizione, proprio a indicare l’evoluzione di un percorso sostenibile.

Se nel 2010 il richiamo era alla crescita sostenibile, il focus di GreenItaly 2023 sono gli stringenti obiettivi del Green Deal. Interessanti, a questo proposito, le percentuali delle fonti di energia: nel 2012, fossile 68%, nucleare 11%, rinnovabile 21,3%; nel 2022, fossile 61%, nucleare 9%, rinnovabile 29,9%.

GreenItaly 2023 conferma l’eccellenza italiana nel riciclo

In Italia le rinnovabili crescono (rappresentano circa un terzo del fabbisogno), ma troppo lentamente a causa di numerose barriere, a cominciare dalle autorizzazioni. Ma nonostante tutto siamo tra gli ecoleader europeila vera eccellenza italiana è nella filiera del riciclo dove superiamo di molte lunghezze gli altri paesi europei (che è anche un ottimo sistema per sopperire alla mancanza di materie prime).

Un campione di 120mila imprese permette di misurare l’evoluzione costante e il mantenimento degli investimenti delle imprese che investono nel green in differenti settori (industria, manifatturiero, public utilities, costruzioni, servizi).

Interessante notare che il 40,9% delle imprese agricole crede negli eco-investimenti, che comunque crescono costantemente in tutti i settori (l’edilizia passa addirittura dal 20,8 % del periodo 2014-2018 al 52,7 del 2018-2022).

Investimenti e dimensione delle imprese

Gli investimenti in sostenibilità crescono con la dimensione delle imprese, ma aumentano anche nelle piccole, medie e micro imprese. Per quanto riguarda i territori, da sottolineare che il Mezzogiorno concentra il 30% degli investimenti green, forse perché riducono i divari territoriali.

La sostenibilità conviene? Ancora una volta la risposta è affermativa in termini di fatturato, di produzione, di occupazione e di esportazioni.

green jobs

Da non sottovalutare, infine, la dimensione occupazionale: green jobs crescono più dell’occupazione tradizionale (+4,1% contro +2,2% nel periodo 2021-2022). Parliamo di 3,2 milioni di occupati (13,9% del totale, una percentuale degna di attenzione).

Inoltre, si tratta di occupazione più stabile e qualificata; il dato negativo è il mismatch, ovvero la difficoltà a reperire le figure idonee (ne manca circa il 47%).

Impressionante il dato relativo alla domanda, dove i green jobs fanno la parte del leone: progettazione, ricerca e sviluppo 87%, logistica 81,7%, marketing e comunicazione 79,2%, aree tecniche 78,1%.

Dove andranno le professioni del futuro? Non c’è dubbio: le competenze richieste saranno in maggioranza green in tutti i settori, sia a livello intermedio che elevato.

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Rapporto GreenItaly 2023, l’Italia e la sfida della green economy - Isabella Ceccarini | Rinnovabili.it

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