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'L’Italia fu in prima fila nella solidarietà Roma, 26 apr. (Adnkronos) - ''In questi giorni segnati dalle terribili conseguenze della guerra scatenata dall'invasione russa dell'Ucraina il semplice evocare Chernobyl aumenta paure e angosce. L'avvicinarsi del conflitto alle zone della centrale nucleare responsabile della catastrofe del 26 aprile 1986 o ad altre centrali ucraine ci ricorda quanto accadde 36 anni fa e il pericolo ancora presente". Così Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola. "L'Italia nei giorni successivi alla catastrofe fu in prima fila con una mobilitazione civile e fu la superpotenza della solidarietà. Dal 1986 al 2018 sono stati ospitati in tutto il mondo 930.000 bambini bielorussi. Di questi 457.000, quasi la metà, in Italia. È stato un movimento popolare ed istituzionale importante che ha coinvolto decine di migliaia di famiglie, parrocchie, associazioni, istituzioni locali. La sola Legambiente, unica associazione ambientalista attiva su questo fronte perché di stampo più umanistico, ne ha accolti 25.000", ricorda. Per Realacci, "sono ideologiche e strumentali le proposte di rilanciare su grande scala il nucleare oggi: fatte per non cambiare rotta e puntare sulle rinnovabili che, proprio dopo la tragedia Ucraina, evidenziano il doppio dividendo di rappresentare anche una straordinaria occasione per dare anche stabilità e indipendenza alla nostra economia''. (Rof/Adnkronos)

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Realacci (Fondazione Symbola): Il disastro Chernobyl confermò la necessità di cambiare rotta | Adnkronos

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