L’Italia che vince anche fuori dal campo e lo sport come modello di sostenibilità e inclusione. Il made in Italy dello sport è raccontato dal report “100 Storie Italiane di Sport”, promosso e realizzato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, da Fondazione Symbola e da Confartigianato, con Deloitte come knowledge partner. Sono cento gli esempi di eccellenza produttiva, artigianale e tecnologica, distribuiti in tutte le regioni del nostro Paese, che testimoniano un’Italia capace di competere e innovare anche attraverso lo sport. Il report illustra come, dietro le discipline sportive, esista un universo di soluzioni e tecnologie che migliorano le performance, rendendo lo sport spettacolare, sicuro e sostenibile. In questo campo l’Italia vanta una vera e propria specializzazione, grazie a una filiera produttiva che ha saputo coniugare cultura artigianale, innovazione e sostenibilità, valorizzando i saperi diffusi nei territori. Anche per questo, nel nostro Paese, lo sport – più che altrove – si è trasformato in arte manifatturiera.L’Italia è seconda, a livello globale, per varietà produttiva: un tratto distintivo che caratterizza l’intera economia nazionale e che si riflette in modo esemplare anche nel sistema sportivo. La filiera italiana dello sport si compone, infatti, di una molteplicità di realtà altamente specializzate, capaci di operare con successo in segmenti di mercato diversi e spesso di nicchia.Dietro ogni prodotto, ogni innovazione, ogni traguardo sportivo, esiste una rete di imprese che interpreta lo sport non solo come un mercato, ma come un patrimonio culturale da custodire, promuovere e far evolvere. Le cento aziende selezionate si articolano in duecentocinquantasei unità locali, occupano 20.716 addetti e generano un fatturato di 13,1 miliardi di euro. Questo gruppo rappresenta circa il 2,4% del fatturato totale delle aziende attive nei settori di appartenenza delle stesse (in totale circa 65.000). Si tratta di attività collocate prevalentemente nell’Italia settentrionale (quasi l’80% degli stabilimenti produttivi), con una concentrazione di fatturato e occupazione che per l’area del Nord-Est arriva a oltre il 70% nel primo caso e oltre il 60% nel secondo. Il fatturato medio per addetto è pari a 630.864 euro, ed evidenzia un livello di produttività significativamente superiore alla media del settore, con un rapporto di circa tre volte maggiore rispetto al complesso delle imprese coinvolte nelle stesse attività e di 2,6 volte maggiore rispetto al totale economia italiana. Dati che confermano l’elevata efficienza e la forte capacità competitiva delle realtà prese in considerazione, molte delle quali rappresentano punti di riferimento, capaci di guidare l’innovazione e lo sviluppo dell’intero ecosistema sportivo, sia a livello nazionale che sui mercati internazionali.
Nel suo intervento, il ministro per lo Sport e per i Giovani, Andrea Abodi ha ricordato come, a cento giorni dalle Olimpiadi di Milano-Cortina, “queste storie testimoniano il legame profondo tra chi pratica sport e chi produce valore, tra le imprese artigiane e i campioni che ispirano le nuove generazioni. Lo sport e l’impresa condividono gli stessi principi: impegno, cultura del merito e capacità di fare squadra per far crescere il Paese.”
Sulle risorse messe a disposizione il ministro ha poi aggiunto: “Abbiamo la fortuna di avere una norma che prevede un finanziamento pubblico allo sport e questo già porta allo sport una somma per soddisfare le esigenze che abbiamo. Stiamo provando a lavorare per i crediti di imposta per investimenti in infrastrutture e settori giovanili, così come stiamo provando a capire come dare supporti al calcio e ad altre discipline nobili con una base sportiva ampia. Rispondiamo a tutti sapendo che questa finanziaria ancora sconta l'eredità del passato e quindi siamo tutti chiamati a valorizzare ciò che abbiamo a disposizione" Infine, il ministro Abodi ha sottolineato l’importante lavoro di Deloitte: “Ringrazio Deloitte perché non è scontato che una realtà come la vostra accompagni non soltanto Milano Cortina, ma il programma olimpico del Cio, che è un programma molto più articolato. Si è compreso quanto siano importanti l'analisi, la ricerca e lo studio, che non sono soltanto una questione di numeri. Non si tratta semplicemente di disporre di un elemento quantitativo che poi diventa qualitativo nella sua traduzione nella vita quotidiana, perché gli studi e le analisi che Deloitte mette a disposizione si traducono in soluzioni che contribuiscono - e vogliamo che contribuiscano - alla qualità della vita delle persone. Questo è l'unico vero grande obiettivo, anche quando cerchiamo di aiutare le imprese o di sostenere il sistema sportivo nel suo complesso”.
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