(Adnkronos) - Le imprese attive o potenzialmente attive nella filiera delle energie rinnovabili sono 37.655, il 13% in più dello scorso anno. È stato presentato oggi, alla fiera di Rimini, in occasione di Key - The Energy Transition Expo, l'evento di Ieg (Italian Exhibition Group) sulla transizione energetica, il rapporto 'Filiere del Futuro. Geografia produttiva delle rinnovabili in Italia', promosso e realizzato da Fondazione Symbola ed Italian Exhibition Group, in collaborazione con le principali associazioni di categoria del comparto. Il rapporto analizza le prospettive di sviluppo delle rinnovabili da qui al 2030 e le caratteristiche e la distribuzione settoriale e territoriale delle imprese attive e potenzialmente attive nelle filiere del fotovoltaico, eolico, idroelettrico, solare termico, geotermico e bioenergie. Le imprese attive o potenzialmente attive nella filiera delle energie rinnovabili ammontano a 37.655 unità, contro le 33.257 dell'anno precedente, evidenziando un aumento del 13,2%. La distribuzione per tipologia di energia rinnovabile, piuttosto in linea con i dati dello scorso anno, vede un 74,4% di tali imprese che esplicitano attività sul fotovoltaico, seguite da un 37,1% per l'eolico, 23,2% sulle bioenergie (ovvero biomasse e biogas), 17,6% sull'idroelettrico, 13,0% nel geotermoelettrico e 8,1% nel solare termico. ''La transizione verde aiuta un futuro più a misura d'uomo. In particolare puntare sulle rinnovabili e sull'efficienza fa crescere L'Italia, la rende più libera, dà forza alla nostra economia e aumenta i posti di lavoro. Come è scritto nel rapporto sulla geografia produttiva delle rinnovabili in Italia, promosso e realizzato da Fondazione Symbola e Italian Exhibition Group - dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola - sono 37.655 imprese che dichiarano attività legate alla filiera delle rinnovabili, circa il 13% in più rispetto all'anno precedente. Guardando ai territori, quasi un terzo delle imprese si concentra in Lombardia, Lazio e Veneto. C'è un'Italia che eccelle in molti segmenti della nuova economia sostenibile: il nostro Paese dà il meglio di sé quando incrocia i suoi cromosomi antichi, la sua identità con un modo tutto italiano di fare economia: che tiene insieme innovazione e tradizione, coesione sociale, nuove tecnologie e bellezza, capacità di parlare al mondo senza perdere legami con territori e comunità, flessibilità produttiva e competitività. C'è molto da fare ma da qui possiamo partire per affrontare non solo i nostri mali antichi ma il futuro e le sfide che ci pone. Possiamo farlo dentro la missione che si è data l'Europa con il Next Generation Eu, per rispondere alle crisi tenendo insieme coesione, transizione verde, digitale. Dobbiamo farlo rafforzando nel mondo un percorso di cooperazione e di pace oggi indebolito. Per costruire insieme, senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno, un mondo più sicuro, civile, gentile come è scritto nel Manifesto di Assisi promosso dalla Fondazione Symbola e dal Sacro Convento di Assisi''. (segue) (Rof/Adnkronos)