Un mare di problemi. Questo è il Mediterraneo oggi. Quando anche il mare è calmo le onde sono ingrossate da tante, troppe polemiche, sul tema dei migranti. E adesso all’orizzonte di tante Ong si profila l’incubo peggiore sotto forma di allontanamento da quella forma di finanziamento, e pure di consenso sociale, ugualmente importante, che è diventato negli anni il 5x1000.
I migranti sbarcano in Italia vestendo, molti di loro, maglie delle squadre italiane di calcio; qualche anno fa il Csi, unica voce che si era levata per impegnare se non altro per coerenza il settore, chiedeva che nei Cie fossero allestiti dei campi perché riconoscere il diritto allo sport significava e significa anche impegnare sulla strada verso doveri da nuovi cittadini questi ragazzi.
Tornando al 5x1000, è una straordinaria forma di finanziamento perché, come detto, non si tratta solo di soldi ma anche e soprattutto del consenso che esprimono, dell’espressione di un gioco di squadra che, stranamente, proprio lo sport non conosce. Più precisamente, lo sport, sempre a caccia di nuove risorse, conosce bene lo strumento ma non sa come applicarlo. Lo dimostra la presenza negli elenchi del ministero delle Finanze di centinaia di piccole società che non hanno i numeri per arrivare a grandi risultati. Toccherebbe forse al Coni raccogliere, in nome dello sport, le donazioni, e prima ancora toccherebbe al Coni fare sì che le scelte delle persone possano essere indirizzate verso un progetto, ovvero tanti progetti declinati sul territorio.
Ma lo sport abituato e allenato a piangere miseria non sa nemmeno di essere ricco. Qualche anno fa nella classifica dei beneficiari del 5x1000 era comparsa nei piani alti della classifica la Fondazione Gattuso aperta dal giocatore del Milan e della Nazionale nell’ultima stagione allenatore del Pisa. Era bastato destinare il 5x1000 dello stesso Gattuso per tenere in piedi una Fondazione dedicata ai giovani calabresi. Forse della sua esperienza di ragazzo che ha dovuto emigrare, Gattuso voleva garantire ai ragazzi del suo territorio di crescere bene senza lasciare casa.
Che questo sistema sia uno dei finanziamenti principali della Fondazione Milan lo confermano i dati del 2015: 263 mila euro raccolti con 5134 scelte. Gli stipendi dei calciatori non sono solo chiacchere da bar e da calciomercato, sono un vero patrimonio. Altri soggetti sportivi, di cui parleremo più e meglio in altre occasioni, sono Dynamo Camp e la Fondazione Marco Simoncelli.
Per questa volta il rimprovero al Coni e allo sport in genere di non sapersi contare, limitandosi alla misura tecnica del cartellino senza passare alla misura social del valore assoluto di atleti, tecnici, dirigenti, arbitri, sponsor, serve a introdurre un discorso di grande attualità sul non profit di settore. Detto che da anni ormai è riconosciuto allo sport il valore di bond sociale, il 30 maggio va in scena allo Juventus Stadium la Partita del Cuore 2017.
In un mondo che ha in Banca Prossima l’interlocutore naturale - anche per la dichiarata passione sportiva dell’amministratore delegato Marco Morganti, dove per passione si deve intendere conoscenza e consapevolezza del ruolo che lo sport ha e deve avere nella società - ci sono esempi italiani che magari non sono originali in assoluto.
Art4Sport ad esempio è l’associazione voluta dalla famiglia Vio quando Bebe ancora non era una star mondiale capace di convincere persino la sicurezza della Casa Bianca che un selfie con Obama è possibile, ed è un manifesto di quello che tutti possiamo fare, giudicati non disabili per quello che non possiamo fare ma abili per quello che sappiamo fare. Art4Sport raccoglie fondi che trasforma in arti, in protesi via, per ragazzi come Bebe. Non importa se altri non vincono quanto lei, tutti convincono: ecco perché anche in questo caso è giusto parlare di valore sociale dello sport visto oltre tutto che il diritto allo sport è garantito da un libro bianco della Comunità Europea ma non è sempre così per ragazzi e famiglie che si devono svenare non essendo tutti i sussidi necessari garantiti dal servizio pubblico.
Il Charity program della Maratona di Milano nell’edizione 2017 ha coinvolto oltre 100 onlus e ha distribuito oltre 1 milione e mezzo di euro. Come succede? La maratona, 42 km e 195 metri, viene divisa in quattro frazioni: da sforzo estremo, che pure piace sempre di più, diventa accessibile. Ogni corridore può dedicare a un progetto i km che corre, lo stesso possono fare i suoi amici e tifosi.
In fin dei conti quello che hanno cantato nell’87 a Sanremo, vincendo, Morandi, Tozzi e Ruggeri: “Si può dare di più perché è dentro di noi, si può dare di più senza essere eroi”. Si può dare di più è l’inno della Nazionale Italiana Cantanti. Art4Sport e il Charity Program della Maratona di Milano hanno esempi in altre parti del mondo, la Nic invece è un progetto originale. Nata nel 1981 per intuizione di Mogol a cui subito diede la sua adesione Gianni Morandi, nel 1992, ed erano già anni che i cantanti giravano il Paese per mettersi in maglietta e calzoncini di fatto per giocare con la gente ed essere tutti impegnati a fare beneficenza, la Nazionale Italiana Cantanti ha portato nelle case di tutti gli italiani grazie alla diretta Tv il suo prodotto migliore, un coro a cui hanno partecipato negli anni tante voci diverse: La Partita del Cuore. La prima raccolse oltre 320 milioni, nel 2000 all’Olimpico giocarono insieme israeliani e palestinesi ed in tribuna c’erano, per l’ultimo incontro tra loro, Peres ed Arafat.
Si può dare di più perché è dentro di noi è un modo molto sportivo di affrontare ogni situazione: basta ricordarsi di essere parte di una squadra un po’ più grande. Lo sport italiano, adesso che ha pure e finalmente un ministero tutto suo, deve finalmente diventare social, seguendo un esempio come quello della Nic, aiutando il lavoro di associazioni ed enti come Art4Sport e la Maratona di Milano. Impegnando anche le categorie più in vista, come quella dei calciatori, a fare la loro parte. Tutti a dire che i calciatori guadagnano troppo, nessuno o pochi che si permette di avvicinarli per spiegargli che destinare il proprio 5x1000 è come tirare davanti a una porta vuota: fanno gol tutti.
E’ un altro capitolo per gli Stati Generali che il presidente del Coni Malagò sta preparando, per il prossimo autunno: il tempo ideale per lanciare una campagna per destinare allo sport il 5x1000 delle dichiarazioni dei redditi relative al 2017. Eravamo pronti, tutti, a impegnarci in una campagna di sette anni per avere i Giochi a Roma nel 2024. Possiamo partecipare tutti a una campagna di circa 8 mesi che darà frutti tra due anni.
Luca Corsolini - Symbola