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Estratto del capitolo "Turismo culturale: segnali dal mondo, pratiche italiane, disegno delle politiche" di Io sono Cultura.

Secondo UNWTO (l’Organizzazione Mondiale del Turismo) il comparto turistico internazionale ha registrato nel 2021 un incremento del 4% rispetto al 2020, un segno di crescita riconducibile ai soddisfacenti tassi di vaccinazione e alla crescente domanda di turismo naturalistico nazionale. Sempre a livello globale, il 2022 si preannuncia come un anno di ulteriore ripresa, anche se gli scenari geopolitici attuali rappresentano una grossa incognita ai fini di un’indagine esaustiva.

In pochi mesi, infatti, sembra che tutto sia cambiato. La pandemia appare tutt’altro che rassegnata, tra nuovi focolai cinesi e un inaspettato redde rationem delle politiche svedesi; la guerra genera incertezza e smarrimento (due potenti nemici del viaggiare) anche per la difficoltà di presagire come la mappa delle ostilità si potrà espandere nei prossimi mesi, e per la crescente delicatezza che lambisce comunità di culture diverse che risiedono nelle stesse aree territoriali. Difatti, le conseguenze del turismo russo, con la sua vistosa battuta d’arresto, hanno comportato una cascata di effetti negativi sull’intera filiera. Ma al netto di queste perturbazioni, il comparto turistico sta attraversando una fase di timida ripresa, giustificando un cauto ottimismo.

Secondo gli ultimi dati Istat, nei primi nove mesi del 2021, in Italia si è registrato un aumento dei flussi turistici del 22,3%. Qualche segnale emerge, a indicare possibili tendenze che si possono sintetizzare, da una parte, in un graduale spostamento verso il turismo di prossimità e le aree interne, dall’altra, nella crescita della proporzione di generazioni emergenti, nuovo target da accostare, quasi paradossalmente, al turismo ormai consolidato dei seniores. La tendenza è confermata da una recente ricerca realizzata da Unioncamere e Isnart, che attribuisce l’evoluzione della domanda turistica tanto alle ricadute (materiali e atmosferiche) della pandemia quanto al ricambio generazionale – la metà dei turisti in Italia è nata dopo il 1981 – che comporta una spiccata attenzione per la sostenibilità. Così, i turisti del 2022 non si domandano più ‘cosa’ visitare ma ‘perché’. Anche secondo Expedia, le preferenze dei viaggiatori nell’era post pandemica sono sensibili al turismo di massa (il 49% dei viaggiatori intervistati sceglierà mete meno gettonate proprio per non contribuire al fenomeno e per far prevalere la scoperta di luoghi inediti al riconoscimento di destinazioni iconiche) e all’impatto ambientale negativo del viaggiare (il 59% dei rispondenti è disposto a pagare di più preferendo scelte sostenibili).

Oltre ai numeri, lo dimostrano anche alcune recenti best practices: Viaggio Italia - Pinerolo Handbike Tour ad esempio, promossa dalla cooperativa sociale B-Free (RM) in occasione della Giornata mondiale della bicicletta (3 giugno). Con una serie di percorsi cicloturistici estesi lungo il Pinerolo, il progetto promuove le eccellenze culturali del territorio lombardo, includendo anche persone con disabilità motorie, attraverso strumenti appositi come l’handbike o il trike. E ancora, visto il trend in crescita, RFI (Rete Ferroviarie Italiane) e A.Mo.Do (Alleanza per la Mobilità Dolce) hanno realizzato l’Atlante della Mobilità dolce in Italia, una bussola per chi ama formule di turismo lento e sostenibile: al suo interno sono indicati 83 cammini, 18mila km di ciclovie e greenways e 26 tratte ferroviarie per uso turistico. Il tutto contornato da 1656 aree protette.

Continua a leggere il capitolo da p. 56 a 60 su Io Sono Cultura 2022, la ricerca realizzata con Unioncamere, Regione Marche, in collaborazione con l’Istituto per il Credito Sportivo.

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