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L'Italia si scopre sempre più di moda e apre le porte al grande pubblico. La manifestazione "ApritiModa", una sorta di viaggio alla scoperta delle eccellenze del made in Italy, torna il prossimo 21 e 22 ottobre con oltre 100 aziende pronte a svelare ai curiosi i segreti della moda italiana. La manifestazione è passata dai 14 luoghi aperti della prima edizione del 2017, ai numeri tondi di quest'anno. «Si tratta di realtà sparse su tutto il territorio nazionale spie- ga l'ideatrice della manifestazione, la giornalista Cinzia Sasso da Nord a Sud ma unite da un denominatore comune: il lavoro di artigiani, laboratori e grandi imprese del settore che ogni giorno, grazie alla cura del dettaglio, fanno sì che abiti, calzature e accessori siano tra gli esempi dell'eccellenza italiana nel mondo». Ed è anche un'occasione per scoprire nuove professioni e opportunità lavorative. «La moda è vista dalla parte del lavoro che c'è dietro spiega Sasso ci sono infatti mestieri preziosi, poco conosciuti e dunque poco amati. Sono professioni che solo l'Italia conosce (i grandi marchi del lusso mondiale vengono qui per le lavorazioni più esclusive) ma che scarseggiano di personale. Basti pensare che secondo uno studio fatto per la Fondazione Altagamma, mancheranno nel settore lusso 346 mila profili tecnici e professionali da qui al 2026. Farli conoscere è un modo per farli amare, e chissà che al ricamatore tocchi la sorte toccata al cuoco da quando è diventato chef». La nuova protagonista di quest'anno è la moda sportiva italiana. Per la prima volta, il pubblico avrà modo di scoprire anche quei luoghi dove la moda incontra lo sport e l'innovazione tecnica s'intreccia con la bellezza e l'eleganza. «Diciamo che vogliamo far sentire il profumo dei giochi olimpici invernali del 2026 e insieme raccontare l'altro lato delle Olimpiadi aggiunge Sasso quello della tecnologia legata alla bellezza, l'innovazione nei materiali, l'eccellenza che accompagna e rende possibili le migliori performance atletiche». Anche in questo settore il made in Italy è un grande valore. Con 217,3 milioni di dollari siamo primi al mondo per l'export di calzature sportive da neve, scarponi da sci e snowboard, scarpette per lo sci di fondo. Secondi in Europa e quarti al mondo per l'export di tute da sci (dati da uno studio della Fondazione Symbola). Ecco dunque che aprono le loro porte anche musei, come quello di Montebelluna della Fondazione Sportsystem. Tra le novità di questa edizione ci sono società che hanno fatto la storia dell'abbigliamento e degli accessori sportivi; realtà, come i Moon Boot di Tecnica Group, che hanno permesso ai dopo sci italiani di entrare nella storia del costume tanto da essere esposti al Moma di New York; aziende, come Fila, che hanno vestito i campioni dello sci; c'è Uyn (testato da Sofia Goggia, partner di 10 nazionali di sci per la fornitura di calze, un'azienda avveniristica che sembra Odissea nello spazio) che realizza l'underwear indossato dalle campionesse durante le loro competizioni; o Salice, che possiede da oltre un secolo il segreto del saper fare maschere da sci per campioni. «Fanno il loro ingresso quest'anno aggiunge Sasso anche famiglie che da oltre un secolo si tramandano conoscenza e amore per il lavoro manuale: gli artigiani che creano e rifiniscono le spazzole ricercate e apprezzate in tutto il mondo; i maestri che realizzano gioielli-scultura lavorando e intrecciando a mano le perle di vetro di Murano; professionisti che producono cerchietti, copricapi, fiori in seta dipinti a mano, turbanti e bijoux che raccontano un grande amore per la storia dell'arte; donne che con il loro telaio battono seta, ginestra e lane dando vita a creazioni uniche».

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Uno sguardo da vicino alle fabbriche della moda - Irene Maria Scalise | Affari&Finanza di La Repubblica

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