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L’ultimo anno è stato per l’Italia un periodo di assestamento nell’ambito fotografico. Dopo due anni di incontri e la pubblicazione da parte del MiBAC del primo Piano strategico di sviluppo della fotografia, si vive una generale frenata dell’interesse e dell’intervento delle istituzioni nel settore. I festival sono sempre più popolari e diventano, in Italia come all’estero, luoghi privilegiati di networking e promozione, attraverso densi programmi di mostre, conferenze e approfondimenti sui libri fotografici. In questo panorama, si inserisce la sempre maggiore presenza di privati nel settore: fondazioni, fiere, case d’aste e realtà ibride di diversa scala, che rafforzano il loro coinvolgimento nel campo.

Si dice che nelle gallerie italiane ci sia poco spazio per la fotografia, ma il trend è analogo in tutto il mondo. La fotografia si caratterizzata per la riproducibilità e questo assume spesso una connotazione negativa in termini di mercato. Il mercato della fotografia si mostra più instabile negli ultimi mesi a livello internazionale, tendenza che riflette l’andamento del mercato dell’arte contemporanea. Se nei primi sei mesi del 2018 si è registrato un calo del 29,8% rispetto al semestre precedente, nella seconda metà del 2017, le vendite delle case d’asta più importanti — Christie’s, Sotheby’s e Phillips, a New York, Londra e Parigi — registravano un incremento del 47.5%70. Altro trend internazionale è il successo di Instagram nella fruizione dell’arte attraverso i social, preferito dal 57% degli operatori intervistati e sempre più strategico per raggiungere i collezionisti. Il social media marketing sembra essere diventato
fondante in ogni fetta del mercato (dalle case d’asta ai musei, dalle gallerie alla promozione della libera professione).

Che l’interesse per la fotografia in Italia cresca non è in discussione, come testimonia il proliferare di eventi, spazi e la recente organizzazione di nuove vendite dedicate alle foto nelle case d’aste italiane (come la casa d’asta milanese Il Ponte. E mentre le aste di fotografia registrano un incremento nel numero dei lotti e nel prezzo medio di aggiudicazione, le fiere e i festival rappresentano occasioni di ricerca e di incontro indispensabili per l’universo artistico e il mercato. Tra le fiere più significative,
c’è Arte Fiera che nel 2019 dedica una sezione alla fotografia con una nuova formula curata da Fantom: 18 gallerie selezionate, che lavorano sulla fotografia e il video. MIA Fair giunge quest’anno alla nona edizione, mentre fa il suo debutto a Torino, The Phair, una seconda fiera tutta italiana dedicata unicamente alla fotografia. La nuova fiera nasce in un momento molto favorevole per la fotografia in città, grazie all’attività di CAMERA e di FoTo, evento in 70 sedi sostenuto dal Museo Ettore Fico. Torino si prepara per il 2020, che vedrà la nascita di un nuovo Festival della Fotografia costruito con la partecipazione di enti pubblici e privati e il supporto degli enti locali. Ad oggi Milano rimane la città più vivace per il mercato e l’offerta espositiva e professionale, anche se, più in generale, il collezionismo fotografico rimane meno consolidato in Italia rispetto ad altri Paesi. È qui che Osservatorio di Fondazione Prada prosegue, ad esempio, l’esperienza coraggiosa di ricerca sull’immagine con un programma di esposizioni indispensabili tra cui: The Black Image Corporation, un percorso approfondito sulla cultura visuale afroamericana del dopoguerra. Sempre a Milano, la Triennale esplora
Il paesaggio dell’architettura di Luigi Ghirri, una mostra inedita e un display molto coerente per un lavoro che riflette sulla rappresentazione dello spazio. Il maestro è il protagonista italiano della scena europea con una personale, The Map and the Territory, coprodotta da alcune tra le migliori istituzioni artistiche, come il Museo Reina Sofia di Madrid, il Folkwang Museum di Essen e il Jeu de Paume di Parigi. A Bologna durante ArteFiera si inaugura un nuovo spazio con la fotografia umorale e dissacrante di Jacopo Benassi, che, con Bologna Portraits, crea un unico e particolarissimo omaggio alla città. Fondazione MAST si focalizza su tematiche legate all’industria e al lavoro e porta NATURE & POLITICS di Thomas Struth, un’indagine su siti industriali e centri di ricerca di tutto il mondo. In questa carrellata di città che si affermano per gli eventi più significativi dedicati al settore fotografico in quest’ultimo anno, non può mancare Roma, che quest’anno ricordiamo per la mostra di Paolo Pellegrin, fotografo Magnum vincitore di dieci edizioni del World Press Photo Award, realizzata dal MAXXI con una retrospettiva dal grande impatto visivo in 150 immagini e numerosi materiali di ricerca.

Ma la fotografia esce fuori dai luoghi convenzionalmente ad essa dedicati, per i fini più vari. E facendolo, riscuote un grande successo. Lo dimostrano le oltre novemila persone che hanno visitato gratuitamente Africa, l’esposizione di Sebastião Salgado al Binario 49’ a Reggio Emilia. La mostra ha scatenato l’interesse dei media, perché prodotta e regalata eccezionalmente dall’autore agli organizzatori Khadijia Lamami e Claudio Melioli, che gestiscono lo spazio, lavorando in un quartiere marginale della città, convinti che l’arte, la cultura, la bellezza possano e debbano essere strumenti importanti di riqualificazione. Mosso dall’idea di portare l’arte in contesti generalmente lontani da essa è anche Prospettive, un progetto sulla fotografia curato da Tosetti Value con il desiderio di indagare la relazione tra arte ed economia e dilatare il campo prospettico sulla realtà, in sinergia con la natura economico-finanziaria del Family office. Anche Office Project Room a Milano è un programma che nasce con l’idea di portare un’attività espositiva all’interno di un luogo di lavoro legato al mondo della finanza e del real-estate. Una parte del progetto è dedicata a mostre di fotografie e curata da PHROOM una piattaforma digitale di promozione e ricerca nel campo delle arti visive che svolge attività di analisi e art advisory.

Osserviamo, da una parte, il consacrato accesso della fotografia di ricerca nell’ambito del sistema dei linguaggi dell’arte contemporanea e, dall’altra, una tendenza uguale e contraria che spinge una parte consistente della fotografia italiana verso una visione più tradizionale di fotografia intesa come strumento di documentazione e informazione. Per quanto riguarda questa seconda variante, i fotografi italiani si fanno notare a livello internazionale nel reportage conquistando premi prestigiosi. Federico Borella vince l’ambito titolo di Fotografo dell’Anno ai Sony World Photography Awards 2019 con il lavoro Five Degrees, la serie che racconta il problema dei suicidi nella comunità agricola di Tamil Nadu, nel sud dell’India, colpita dalla più grave siccità degli ultimi 140 anni. Tre fotografi italiani sul podio del World Press Photo, il più importante premio di fotogiornalismo al mondo: Marco Gualazzini, Lorenzo Tugnoli e Daniele Volpe. Tugnoli vince anche il Pulitzer nella sezione Feature Photography, con il suo reportage sulla persistente crisi umanitaria in Yemen, prodotto dal Washington Post.

Molta attenzione al fotogiornalismo proviene anche dal mondo dei festival, caratterizzato dalla nascita di un nuovo appuntamento: l’International Month o  Photojournalism, che porterà a Padova più di 30 mostre di grandi reporter, da Alex Webb a Thomas Dworzak. In continua crescita per affluenza, mostre e pubblico, è il Festival della Fotografia Etica di Lodi, giunto nel 2018 alla decima edizione. In questo caso la fotografia non è solo strumento di informazione ma anche strumento di diffusione di valori etici condivisi. Fotografia Europea, il festival storico di Reggio Emilia, rimane, invece, il punto di riferimento per la fotografia di ricerca. L’edizione di quest’anno è declinata sul tema Legami. Intimità, relazioni, nuovi mondi, curata dal Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo Magnani. Due mostre al festival indicano una possibile mappatura della fotografia italiana emergente: Giovane Fotografia Italiana #7, dedicato alla fotografia italiana under 35 e Looking on, ideata da Osservatorio Fotografico e costruita con un doppio invito (sei professioniste donne, provenienti da diversi ambiti della fotografia, hanno proposto tre autori emergenti da tenere sott’osservazione). Per completare la carrellata dei festival più significativi, ricordiamo anche il Gibellina PhotoRoad, che ha rilanciato l’appuntamento siciliano nell’esclusiva location open air con autorevoli nomi internazionali e nazionali sul tema Finzioni.
A Roma si sono invece concluse l’esperienza di Fotoleggendo e FotoGrafia ed è nato dal basso, il nuovo esperimento del Mese della Fotografia. Infine, Matera Capitale Europea della Cultura 2019 dà spazio alla fotografia con una serie di mostre ed eventi dedicati, sotto l’etichetta Mat 2019. Coscienza dell’Uomo.
Fermento di settore anche per gli spazi minori e indipendenti. Nascono nuovi spazi espositivi con tagli specifici e lo sguardo proiettato alla scena internazionale e al futuro: da Baco a Palermo a Mucho Mas a Torino. A Roma prosegue l’attività di Numero Cromatico, dedicata alla ricerca e al rapporto tra arte e scienza, mentre si inaugurano nuovi spazi come Spazio Duale e Paper Room, libreria dedicata a titoli
indipendenti. Materia Gallery festeggia 4 anni e trova sempre maggiore attenzione sul piano nazionale e internazionale, forte della solida identità costruita in sinergia con il gruppo di artisti che ne fanno parte. Da un’idea di dialogo tra la fotografia e il cinema nasce SAM Lessina alla seconda edizione: un programma curato da Il Film Festival della Lessinia e Fonderia 20.9, che si costituisce di una residenza per artisti, un workshop con docenti di livello internazionale ed una serie di eventi culturali legati alle tematiche della montagna e della ricerca visiva.

Una delle modalità più interessanti in cui il mondo della fotografia di ricerca si sta evolvendo è quella di sviluppare piattaforme internazionali realizzate grazie a progetti europei. Esempi attivi nell’ambito fotografico sono Future Photography, che coinvolge Camera e altre 12 istituzioni internazionali, e Parallel che, sviluppata dall’Associazione Culturale Portoghese Procurarte, coinvolge in Italia La fondazione Fotografia di Modena. Parallel ha al suo centro un processo di mentorship, mentre Future è una piattaforma che raggruppa i talent programmes delle principali istituzioni fotografiche di tutta Europa al fine di aumentare la capacità, la mobilità e la visibilità degli artisti emergenti selezionati.
Le scuole di fotografia, soprattutto private, sono diffuse ovunque e coprono qualsiasi livello. La formazione sul visivo diventa sempre più importante in un momento in cui l’immagine diventa onnipresente. Il campo fotografico si conferma un settore molto dinamico dal punto di vista della partecipazione e delle possibilità, ma anche un mondo in cui è molto difficile emergere in un momento non felice per le economie della cultura. I fotografi si muovono spesso in un contesto molto fluido rispetto alle possibilità professionali e si rendono disponibili a utilizzare le proprie competenze in vari
ambiti. Dopo le scuole si predilige l’opportunità di esperienze professionali, formazioni e residenze all’estero.

Infine, la tecnologia sempre più trasforma il fotografico e lo fa attraverso sofisticati algoritmi di elaborazione dei dati. In un contesto di questo tipo, ci si interroga molto sul futuro della fotografia non solo come settore, ma quale medium di espressione, comunicazione e memoria. Le fotografie si trasformano con la digitalizzazione e si allontanano dalla loro origine ottica e da quello che l’occhio normalmente vede. Dalle istantanee di Instagram ai selfie con effetto bellezza, fino alla tanto celebrata foto del buco nero, le immagini che abitualmente ci troviamo di fronte non sono più esattamente “fotografie” (scritture con la luce), nel senso originario del termine, ma molto spesso una ricostruzione algoritmica di un enorme quantità di dati.

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