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Come riesce un’impresa artigianale di San Giovanni in provincia di Rimini, a vendere decine di migliaia di candele made in Italy, in Cina, il paese dove ormai le candele si producono a costi stracciati? La risposta va cercata nella storia della Bottega del Ceraio, di Paolo e Tiziana Terenzi, che ha sempre puntato sulla qualità delle materie prime, totalmente compatibili con l’ambiente e atossiche. Le candele Terenzi sono infatti il frutto del binomio innovazione e tradizione, pilastro della filosofia della fondazione Symbola, la fondazione per le qualità italiane, di cui la cereria è membro.
“Si parla spesso di competizione tra Cina e Italia –sottolinea il presidente di Symbola Ermete Realacci. “In realtà si tratta di due paesi dalle straordinarie potenzialità che solo puntando sui reciproci elementi di caratterizzazione e di qualità possono trovare un percorso di sviluppo condiviso. Il successo della cereria Terenzi racconta proprio questo. Una realtà eccellente del made in Italy, che indirizzando le sue produzioni sulla qualità e non sulla quantitia responsabilità sociale e ambientale è riuscita a trovare spazio unico in un mercato emergente come quello della Cina. La realtà che fanno parte di Symbola, del resto, sono esempi dell’Italia che ce la fa, attraverso le idee, la tecnologia e il suo infinito patrimonio culturale. Attraverso la soft economy, dunque, un’economia che si basa su coesione e responsabilità sociale”.

Ai Terenzi è riuscito dunque l’impossibile: produrre le candele in Italia e venderle in Cina. L’impresa è cosi straordinaria perché il materiale per le candele, derivato della paraffina, in Asia è viene prodotto a costi decisamente inferiori rispetto all’ Europa. Non è difficile intuire che, per abbattere i costi, i produttori asiatici non raffinino la paraffina, in maniera adeguata, ottendendo perù cosò candele scadenti, che inquinano e sono tossiche. Nonostante questo, la candela made in China ha invaso i mercati mondiali, solo in Italia detiene l’ottanta per cento del mercato. Il paradosso vuole perù che i cinesi di classe medio alta, mediamente acculturati e amanti della qualità, non vogliano sentir parlare di prodotti cinesi scadenti e siano attratti dal made in Italy. Qui entra in scena cereria di Terenzi, che offre proprio qualità, sicurezza, atossicità e stiledei prodotti.
Ecco la ricetta di questo successo tutto italiano, in Cina. Un’azienda di Honk Hong ha infatti commissionato alla Bottega del Ceraio,ora 70.000 pezzi, che potrebbero diventare milioni, rigorosamente con la bandiera italiana sul pacchetto.
“Dopo gli estremismi che ha vissuto l’Italia nell’import in questi ultimi anni, soprattutto dai paesi asiatici-dice Paolo Terenzi, titolare della cereria- il mercato sta riacquistando la fiducia nel territorio italiano, nella sensibilità ambientale e nella responsabilità sociale delle imprese, attitudini queste percepite anche nel mondo politico che inizia a comprendere e a stimolare questi elementi , quel “sistema impresa Italia” che oggi è denominato,soft economy. Un’impresa coma la cereria è citata come modello di eccellenza italiana, la risposta possibile alla globalizzazione del mercato. I pi» grandi detrattori della qualità italiana- denuncia infine Terenzi- sono proprio quelle imprese italiane che commissionano prodotti a basso costo ma di qualità scadente, in altri paesi. Proprio chi combatte in Italia lo sfruttamento e il cottimo, se domanda prodotti del genere, li favorisce in altri paesi, infine c’è necessità di una legge uguale per tutti sulla produzione e la lavorazione delle materie prime, laddove un procedimento approssimativo rende il prodotto competitivo ma tossico e inquinante e questo certamente non solo per le candele, ma per tutti quei prodotti cinesi che hanno letteralmente invaso il mercato italiano”.

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