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A Lecce la lavorazione della cartapesta inizia la sua diffusione tra il ‘600 e il ‘700, nei secoli d’oro dell’arte sacra e del barocco leccese. A questa antica tradizione si riallaccia l’esperienza artistica del maestro Claudio Riso, uno dei più illustri e riconosciuti cartapestai del mondo. Una passione, quella per la lavorazione della cartapesta, nata in giovane età, quando Riso frequenta la bottega del maestro Antonio Malecore e da lui apprende il sapere antico che sarebbe poi divenuto il suo mestiere. Oggi, a distanza di anni, le sue opere sono richieste in tutto il mondo, anche fuori dal continente europeo, dagli Stati Uniti all’Australia. Entrando nella bottega del maestro salentino, nel cuore della città di Lecce, ci si ritrova proiettati indietro nel tempo. Le tecniche di lavorazione, infatti, sono quelle tradizionali: la statua nasce da uno scheletro fatto in filo di ferro che viene poi foderato con la paglia. Mani, piedi e testa sono invece realizzati in terracotta o cartapesta. Il manichino così ottenuto viene poi vestito con carta povera di cellulosa e colla. A questo punto il manufatto può essere asciugato e colorato o, in alternativa, può essere sottoposto a un procedimento antico, che prevede la levigazione e il modellamento della cartapesta con l’utilizzo di ferri roventi. Tutte le opere che prendono vita nel laboratorio leccese di Claudio Riso sono naturalmente realizzate a mano, con processi di lavorazione lenti e minuziosi, scanditi dal ritmo della tradizione e di una manualità attenta che si è tramandata nei secoli.

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