Se c’è un terreno dove la coesione può dare il massimo dei risultati è sicuramente la circolazione di idee. E nel mondo del fashion, dove la creatività è tutto, chi ha intuizioni e soluzioni più innovative è sicuramente un passo avanti ai competitor. Per cogliere queste opportunità l’azienda manifatturiera Dyloan ha creato a Milano D-House, un laboratorio urbano che è luogo d’incontro e facilitatore di collaborazioni tra marchi di moda, stilisti e designer, aziende del tessile, aziende che producono materiali e aziende tecnologiche.
Dyloan, come è la norma in tante altre imprese, avrebbe potuto fare ricerca all’interno dei propri confini: ma ha deciso di aprirsi all’esterno e lasciarsi contaminare da professionalità differenti che condividono esperienze e know-how, perché dalla contaminazione nasce un valore aggiunto. Una scelta di “filosofia” aziendale già nel DNA dei fondatori di Dyloan, Loreto e Anna Maria Di Rienzo, che da subito hanno ricercato un approccio fondato sulla sinergia con vari partner. Del resto si trattava di una necessità perché Dyloan è una manifattura propositiva di idee su come utilizzare la tecnologia per creare valore aggiunto su capi di abbigliamento o su tessuti, che vanno da tecniche di decorazione a nuove funzionalità.
Questo significa coinvolgere nel processo creativo designer, stilisti, marchi di moda e produttori di macchinari, in un’ottica di open innovation. Il progetto di business è chiaro: riuscire, grazie alla struttura di laboratorio, a fare incontrare e matchare i bisogni produttivi dei marchi della moda con le aziende clienti di D-house che producono automazione per il fashion e con i designer che poi disegneranno le collezioni. Funzionando come una sorta di anello di congiunzione tra mondo tecnologico e della creatività, tutti ottengono vantaggi competitivi.
I produttori di macchinari trovano nuovi mercati e nuovi sviluppi produttivi, talvolta inediti, per l’utilizzo delle loro automazioni. Allo stesso tempo D-House dà loro stimoli e impulsi per migliorare le tecnologie o le caratteristiche dei materiali: come è successo nel caso della multinazionale di stampa 3D Stratasys a cui D-House ha spiegato come modificare i macchinari per adattarli al settore della moda e stampare tridimensionalmente direttamente sui tessuti o sulla pelle. Nel caso dei designer, D-House illustra cosa sia possibile fare con le tecnologie di cui è dotata, come la stampa 3D, lo stone washing e la termosaldatura, dopodiché il designer interpreta la tecnologia secondo il suo stile.
Ad arricchirsi in termini di competenze e conoscenze è anche la stessa D-House, che scopre nuove soluzioni efficienti in tempi più rapidi e migliora la propria capacità di fare business. Lo si è visto con la nascita di prodotti all’avanguardia, nati dalle contaminazioni del laboratorio D-House: grazie alle moderne tecnologie di cui dispone è stato possibile creare effetti prima impossibili nella maglieria per brand di lusso, brevettare un’innovativa microfibra per una collezione di borse o rivoluzionare capi tecnici come i piumini con nuove funzionalità.
Insomma: aprendo la propria ricerca al suo network di relazioni, D-House si assicura di essere sempre un passo avanti ai competitor. Questo dà inoltre una grandissima visibilità all’azienda: se una importante casa di moda vuole utilizzare una particolare tecnologia e D-House è il punto di riferimento, inevitabilmente si rivolgerà al laboratorio dei Di Rienzo. E anche nel caso in cui l’utilizzo delle tecnologie diventi diffuso e di dominio pubblico, essere stati i primi a impiegarle ha garantito a D-House un know-how che gli permette di avere sempre un vantaggio sulla concorrenza.
E questo vale non solo per la manifattura dei capi di abbigliamento, ma per tutto ciò che sta intorno al processo creativo e produttivo, come la sostenibilità. Se D-House si accorge che per produrre in maniera più sostenibile una tecnologia deve fare un certo tipo di upgrade o sarebbe meglio usare materiali diversi, lo consiglia immediatamente ai partner: loro ci guadagnano migliorando le performance ambientali, mentre D-House mantiene il ruolo di guida su tematiche fondamentali del futuro.