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Emergenza climatica e crisi sanitaria orientano l’innovazione edilizia anche nel mondo della sanità.

Per abbattere le emissioni di CO₂ degli edifici e far fronte a situazioni di emergenza come la pandemia in corso o eventi straordinari ma frequenti, quali terremoti e flussi migratori, nascono progetti capaci di unire centri di ricerca, università e imprese, all’altezza delle sfide da affrontare.

Tra questi, c’è Smart Operating Shelter (SOS), che lo scorso marzo ha presentato il suo primo prototipo di mini-ospedale mobile modulare ed ecosostenibile, a Trepuzzi (LE). Una struttura ospedaliera, pronta all’impiego in poche ore, leggera e realizzata con polimeri bio-based da fonti rinnovabili e materiali naturali, per garantire il funzionamento degli ospedali in caso di necessità.

Impegnati da anni nello sviluppo di materiali green per il risparmio energetico in edilizia, i ricercatori ENEA di Brindisi, in collaborazione con l’azienda R.I. (capofila progetto) ed il Consorzio CETMA – 3 degli 8 partner pubblici e privati coinvolti –, hanno messo a punto un pannello sandwich composto da un nucleo strutturale a base di materiali riciclati e/o riciclabili (PET) con pelli esterne rinforzate da fibre naturali (canapa, lino) ed uno strato di lana di pecora, coibentante e resistente al fuoco.

Rispetto a quelli di origine petrolchimica, gli isolanti naturali possono consentire un risparmio fino al 70% di CO₂, mentre l’utilizzo di pannelli isolanti in fibre naturali (vegetali e animali) può permettere una riduzione dei costi fino al 35% (dati commerciali 2018).

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