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Può uno scarto produrre funghi? Grazie al modello sviluppato nel 2012 dal Centro Ricerca Rifiuti Zero del comune di Capannori, l’agronomo Antonio Di Giovanni ha dato vita alla start-up Funghi Espresso, specializzata nella produzione di funghi Pleurotus utilizzando come substrato di coltivazione il fondo di caffè, ricco di minerali e sostanze nutritive che favoriscono la produzione di funghi in un processo a impatto ambientale zero, senza uso di prodotti chimici e con una coltivazione verticale che limita lo sfruttamento di suolo.

Dall’esperienza di Funghi Espresso, nel 2020 nasce Circular Farm, fattoria urbana basata su un modello agricolo circolare in cui lo scarto non esiste e i processi si completano in maniera armonica. Infatti, il substrato di fondi di caffè e scarto di torrefazione dei bar limitrofi utilizzato per la produzione di funghi, quando esausto, viene recuperato e valorizzato nella produzione di humus di lombrico tramite processo di lombricompostaggio. Successivamente, l’humus è impiegato come ammendante per l’orto sinergico della fattoria e i lombrichi come alimento per i pesci, i quali scarti organici chiudono il cerchio fornendo il nutrimento per la coltivazione idroponica, in assenza di suolo, di ortaggi.
La start-up ha creato per il suo e-commerce un set per la casa del suo metodo di coltivazione con cui attraverso il substrato da fondi di caffè è possibile far crescere diverse varietà di funghi.
Funghi Espresso è un esempio di come uno scarto può divenire un input dalle grandi potenzialità all’interno di un sistema ben integrato.

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