Non è solo questione di storytelling, ma raccontare bene le cose serve sempre. Lasciando da parte la politica, è anche in questa considerazione la distanza tra Roma e Milano: una che scende dalla corsa come candidata per i Giochi Olimpici del 2024, l’altra che vince addirittura facendo scappare i concorrenti e ospiterà la sessione Cio del 2019. Da una parte, qualcuno non ha voluto nemmeno ascoltare; dall’altra nemmeno avevano bisogno di essere convinti, ma quando si sono sentiti dire che l’evento vale 10 mila notti in albergo, un bottino pure per la Milano di questi tempi, hanno subito aderito a ogni proposta del Coni.
E così possiamo parlare di sport e turismo. Un matrimonio talmente felice di cui si sa poco, troppo poco. In questi giorni la Bit, la fiera più importante del settore, ha dato un segnale non da poco realizzando per il secondo anno consecutivo l’area Destination Sport, non solo convegni ma anche e soprattutto un ricco programma esperienziale, e ha voluto l’abbinamento con la Maratona di Milano per ospitare il Village che è il punto d’approddo di tutti i partecipanti che devono ritirare il pacco gara, dei familiari, dei curiosi,
La stessa Bit ha distribuito uno studio che fotografa i confini continuamente allargati del mondo del turismo sportivo: un settore che genera tra i 12 e 15 milioni di arrivi internazionali ogni anno con un fatturato di 800 miliardi. “In Italia – per l’Osservatorio Nazionale del Turismo, il 15,5%dei turisti nazionali e il 18,6% di quelli stranieri scelgono di trascorrere una vacanza all’insegna dello sport”.
In ogni caso, è facile pensare che questi dati sono persino inferiori alla realtà, perché nessuno ad esempio, neanche colpevolmente il mondo dello sport, si è messo a contare le notti in albergo che ogni fine settimana, e non solo, tutti i campionati e gli eventi garantiscono a hotel, pensioni e pure appartamenti, citazione meritata per l’ultima categoria dal fatto che la Maratona di New York, dunque presto pure le nostre, ha tra i suoi partner Airbnb. Poi, si può calcolare quanto bene hanno fatto alla immagine dell’alta velocità le squadre di calcio che hanno smesso di viaggiare in pullman nascosti alla gente cominciando le loro trasferte in mezzo al pubblico che affolla le stazioni. E non si parla, tra gli sport che muovono la gente, del running, delle maratone appunto.
Chissà che risate si fa Antonio Baldisserotto, il titolare di Terramia, un’agenzia viaggi di Ferrara che lui ha votato già da anni al mondo dei runner. Uno dirà: ma sì, cosa che vuoi che sia. Si organizza per quei due, tre clienti che gli chiedono un programma specifico. Balle: solo per aprile, il catalogo Terramia ha sette maratone da offrire; più in generale ha sei diversi viaggi da proporre, per le maratone classiche tipo New York appunto, per quelle nelle altre città, per quelle nelle isole, per le mezze maratone, e per le maratone sugli sci che sono una ricchezza anche italiana, basti pensare alla Marcialonga. Poi ci sono le maratone abbinate alla scoperta di qualche luogo: per quella del 20 maggio sulla Grande Muraglia Cinese prenotazioni chiuse fin da marzo. I numeri? Ogni anno Baldisserotto porta a New York 1900 partecipanti, consideranndo anche familiari e amici sono numeri da ponte aereo.
Il pendolo dello sport oscilla felice, nel turismo, tra due estremi che sono vicinissimi: si viaggia per love, per passione, e si spende, perchè questi sono turisti ricchi, che non considerano banale nemmeno una sosta nel negozio dei souvenir, e si viaggia cercando il low, l’accessibilità dello sport che presto anche da noi convincerà gli albergatori a varare le running rooms, stanze concesse per il giorno a chi vuole farsi una doccia dopo essere andato a correre ma non ha bisogno di pernottare.
C’e’ un pubblico smisurato da conquistare, e l’offerta ancora non sazia pienamente la domanda di un mercato che vuole esperienze, dunque non solo eventi a cui assistere ma anche e soprattutto gare a cui partecipare o allenamenti impreziositi dai consigli di un campione. Questo è quello che offre Musement, un network mondiale: la Sport Area offre biglietti per ogni tipo di evento, anche perche’la società è Travel Partner del Giro, e accoglie gli appassionati della corsa che arrivano da ogni parte del mondo per vedere le tappe e magari poi correrle nei giorni successivi. Poi c’è anche il programma Golf che abbina le classiche 18 buche al meglio del made in Italy, perchè questo è il format vincente: sport ma non solo; food ma non solo; cultura ma non solo.
Infine, c’è l’Italia. Gabriele Brustenghi, l’avvocato perugino che anni fa inventò il festival del fitness a Rimini, codificando per tutti quello che era un fenomeno americano, ovvero la vita in spiaggia sudando e sorridendo alla ricerca della forma migliore, ha una visione che potrebbe mettere d’accordo Franceschini e Lotti, i ministri della cultura e dello sport. Michalengelo, Raffaello e Leonardo sono i nostri gioielli, hanno bisogno di essere attualizzati con una offerta complementare: oggi la gente cerca anche lo sport, non solo i musei. E noi abbiamo il più grande impianto sportivo del mondo, collegato direttamente col patrimonio Unesco numero 1: le spiagge appunto. È quello che ha capito in fretta Claudio Fantini, uno dei primi arbitri di beach volley al mondo.
Lui è favorito dal fatto che è di Cervia, dunque ha un certo genius loci per capire, perché lo vive, quel che dice Brustenghi. Ma è stato bravo, bravissimo, nel metterlo in pratica: ha attualizzato l’albergo di famiglia, lo ha fatto diventare Sportur Hotel, ha attrezzato la spiaggia come una spa, e ha allungato il calendario semplicemente assecondando le richieste dei clienti che hanno cominciato ad arrivare, non solo in stagione, quella classica della Riviera, quando hanno visto che lui aveva attrezzato un’area come rimessa per le biciclette, quando hanno letto dei programmi dedicati a ogni disciplina possibile, molti di questi impreziositi dalla partecipazione di big dello sport. In Romagna sono stati capaci di declinare Amarcord fino al passato remoto tornando alla lezione dei latini: mens sana in corpore sano. E infatti dovremo parlare presto anche della Wellness Valley inventata da Nerio Alessandri.
Luca Corsolini - Symbola