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di Antonio Taormina

Nell’ultimo anno le performing arts hanno visto sostanziali segnali di ripresa, sia sul versante dell’occupazione, tornata ai livelli pre-pandemia, sia – con risultati inferiori – rispetto alla partecipazione del pubblico, tornato nelle sale e negli altri luoghi di spettacolo. Il settore vede una serie di criticità latenti – la cui origine è assai antecedente la crisi pandemica – che si sperava fossero affrontate e superate con l’adozione dei decreti legislativi previsti dalla Legge Delega al Governo e altre disposizioni in materia di spettacolo, approvata nel luglio 2022[1]. La caduta del Governo ha interrotto, o più auspicabilmente rallentato, il previsto iter parlamentare. Si è dunque aperta, sul versante legislativo, una fase di attesa.

Il 2022 ha subito le conseguenze, limitatamente alla prima parte dell’anno, delle ultime misure di prevenzione anti Covid[2]. I mesi successivi hanno visto un graduale ritorno del pubblico (seppure disomogeneo sul versante territoriale) che ha anche scontato il passaggio di parte degli spettatori a modalità di fruizione a distanza. Volendo tracciare una prima lettura degli andamenti degli ultimi anni, compariamo, tra i dati SIAE ad oggi disponibili, quelli che afferiscono al 2019 e al 2021[3], prendendo in considerazione alcuni generi di spettacolo. Gli spettatori del teatro di prosa sono diminuiti del 71,6% [4] mentre il numero delle rappresentazioni è calato del 49,1%; quelli della lirica del 73,6% e le rappresentazioni del 64%; quelli del balletto (inclusa la danza contemporanea) del 73,9% e le rappresentazioni del 40,1%. Considerando tutte le forme di spettacolo teatrale gli spettatori sono passati da 24.509.020 a 6.680.107 registrando un -72,7%, mentre le rappresentazioni hanno visto una flessione del 48,5%. La domanda è dunque scesa sensibilmente rispetto all’offerta[5].

Gli italiani che nel 2019 avevano assistito almeno a uno spettacolo erano stati il 20,3 %, scesi nel 2021 al 2,9% per poi risalire nel 2022 al 12,1% [6]; i primi dati riferiti al 2023 vedono un ulteriore recupero, tutto lascia pensare che si torni in tempi relativamente brevi alla situazione pre-Covid – peraltro non entusiasmante. Per le performing arts il lavoro rappresenta da sempre uno dei temi più dibattuti; tornato in primo piano in tutta la sua complessità, a causa della crisi pandemica, da alcuni anni è oggetto di particolare attenzione da parte del legislatore. Affrontiamo il quadro occupazionale del settore nel 2022 [7] premettendo che per molte figure, in quanto possono essere impiegate al contempo nello spettacolo dal vivo e nello spettacolo riprodotto, non viene effettuata una distinzione tra le prestazioni svolte nei due ambiti. Prendiamo in considerazione due dei principali gruppi professionali, partendo dagli attori, la categoria più numerosa. Nel 2022 erano 90.517 leggermente calati rispetto al 2021 (-2,4%) ma aumentati rispetto al 2019 (+7,5%). Il numero delle giornate medie lavorate annue – l’indicatore più utile per valutare il mercato del lavoro – testimonia il perdurare di uno stato di difficoltà [8]. Nel 2022 gli impiegati erano 38.721, aumentati sia rispetto al 2021 (+15 %) sia rispetto al 2019 (+6,8%). Tra i diversi gruppi professionali si registrano differenze anche rilevanti: gli attori e gli impiegati rappresentano i due estremi, in termini economici e di impegno lavorativo, altre figure, quali i tecnici e gli scenografi si collocano su valori intermedi rispetto a quelli sopra indicati. Considerando l’intero comparto dello spettacolo – escludendo i gruppi professionali estranei allo spettacolo dal vivo e al cinema – nel 2022 sono stati superati i livelli occupazionali pre-Covid [9].

Già dalla lettura di questi pochi elementi si colgono discrasie in termini di stabilità e continuità, cui si sommano limiti sul versante delle tutele e il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. La già citata Legge Delega al Governo e altre disposizioni in materia di spettacolo, affronta gran parte di questi temi. Prevede [10] l’adozione da parte del Governo di decreti legislativi che attengono vari aspetti del lavoro. Uno in particolare recante le disposizioni in materia di contratti nel rispetto della specificità e della discontinuità delle prestazioni, della rilevanza del lavoro di preparazione che antecede la rappresentazione, della previsione di forme di sostegno e tutela nei contratti di lavoro intermittente, a chiamata, per prestazione esclusiva.

Ulteriori decreti che il Governo è chiamato ad adottare riguardano, tra gli altri aspetti, la definizione di un equo compenso per i lavoratori autonomi, il riordino e la revisione degli ammortizzatori e delle indennità e l’introduzione di un’inedita, per il nostro Paese, “indennità di discontinuità” finalizzata a riconoscere un sostegno nella fase di inattività o durante i periodi di studio e formazione. Quest’ultimo provvedimento, comprensibilmente, è tra i più attesi dagli operatori. È da sottolineare che la Legge introduce per la prima volta il riconoscimento del ruolo sociale dei lavoratori e dei professionisti dello spettacolo quale fattore per la diffusione della cultura e dell’arte italiana in Europa e nel mondo. La legge Delega al Governo e altre disposizioni in materia di spettacolo, foriera di cambiamenti da tempo attesi, ha catalizzato l’attenzione del settore anche perché riprende il percorso intrapreso nel 2017, con un omologo provvedimento [11] che non vide un’effettiva applicazione a causa di un mutato scenario governativo. La pietra angolare della Legge consiste nella delega al Governo ad adottare decreti legislativi che attengono alle Fondazioni Lirico-Sinfoniche, nonché alla riforma, la revisione e il riassetto delle altre forme di spettacolo dal vivo (dalla prosa, alla musica, alla danza, fino allo spettacolo viaggiante), al fine di giungere alla redazione di un unico testo normativo denominato codice dello spettacolo, già annunciato nella citata legge del 2017, divenuto nel tempo una sorta di “Santo Graal” dello spettacolo dal vivo. Tra le altre disposizioni previste, oltre a quelle sui lavoratori sopra citate, vi sono la riforma dell’Osservatorio nazionale dello spettacolo e l’istituzione di un “sistema informativo nazionale dello spettacolo”. Pochi giorni dopo l’emanazione della Legge è caduto il Governo presieduto da Mario Draghi e si è conclusa la XVIII legislatura. I termini per l’emanazione dei decreti legislativi previsti dalla Legge, sulla base della conversione in legge del c.d. Decreto Milleproroghe del dicembre 2022 [12] sono stati prorogati a 24 mesi (rispetto ai nove originariamente indicati). L’attuale compagine del Governo ha più volte espresso la volontà di portare a completamento l’iter relativo a tali decreti e di intervenire sui meccanismi stessi di utilizzo del fondo statale dedicato allo spettacolo – la cui denominazione è stata convertita da Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) a Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo (FNSV) – attraverso una revisione dei criteri di accesso, dell’iter di approvazione dei progetti e dell’erogazione finale dei contributi. Sono stati inoltre annunciati un incremento dello stesso Fondo, l’istituzione di un tax credit (credito d’imposta, attualmente previsto solo per le produzioni audiovisive, il cinema e lo sviluppo di videogiochi) dedicato ai teatri, interventi finalizzati all’internazionalizzazione della musica e delle altre forme di spettacolo dal vivo.

Nel corso del 2022, le performing arts hanno visto una ripresa delle attività di progettazione, ricerca e produzione a pieno regime, che ha coinciso, come si è visto, con un ritorno del pubblico nelle sale. La svolta digitale legata al lockdown ha portato molti artisti e operatori a sperimentare (spesso con successo) nuove interazioni tra i linguaggi, avviando percorsi creativi tutt’ora in atto. In tempi più recenti sono state avviate riflessioni sul significato, sugli esiti, sugli impatti dei processi avviati. Uno degli appuntamenti più proficui è stato OnLive campus 2023 [13], il cui programma è stato redatto da un comitato scientifico coordinato da Simone Arcagni: un incontro tra artisti, istituzioni, università, player culturali e aziende specializzate, finalizzato a osservare cosa sta succedendo a livello nazionale e internazionale nel rapporto tra spettacolo dal vivo e nuove tecnologie. Tra gli intenti di OnLive campus c’è anche la creazione di un “museo performativo” che comprenda VR room, spazi laboratoriali e allestimenti innovativi. Il progetto è stato realizzato dalla Fondazione Piemonte dal Vivo che già nel 2020 aveva varato onLive, un palinsesto digitale con contenuti originali fruibili su tutti i dispositivi. La Fondazione ha rilanciato il progetto per farne una proposta stabile da affiancare alla programmazione tradizionale.

Che il rinnovato interesse delle imprese e dei professionisti delle performing arts nei confronti della cultura digitale – nelle diverse fasi di produzione, promozione e gestione – non si sia esaurito con la fase legata all’emergenza e alla chiusura degli spazi, trova conferma anche in diverse iniziative promosse da istituzioni pubbliche e soggetti privati. Lo dimostra inequivocabilmente l’alto numero di domande pervenute al Ministero della Cultura, in risposta all'avviso pubblico emanato alla fine del 2022, per l’erogazione di contributi a fondo perduto a soggetti operanti nei settori culturali e creativi attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Azione A2 Sostegno ai settori culturali e creativi per l’innovazione e la transizione digitale. Ne sono giunte 373 per l’ambito di attività Spettacolo dal vivo e Festival e 574 per l’Area interdisciplinare.

Il 2022 ha confermato la vivacità artistica e progettuale delle nostre scene, tra conferme importanti e l’affermarsi di nuovi talenti. Potendo citare (per motivi di spazio) solo alcuni dei protagonisti e degli spettacoli dell’ultima stagione, vogliamo ricordare la pluripremiata Sonia Bergamasco, straordinaria protagonista di Chi ha paura di Virginia Woolf ?, Marco Cavalcoli, che ha ricevuto il premio Ubu come migliore attore/performer per Ashes e Ottantanove, Lucia Lanera, premio Ubu per la migliore regia di un nuovo testo straniero messo in scena da artisti italiani per lo spettacolo Con la Carabina, di Pauline Peyrade.  Si sono imposti tra gli spettacoli più innovativi L’Angelo della storia, della compagnia Sotterraneo[14], premio UBU come miglior spettacolo, che indaga le possibilità linguistiche del teatro, come luogo fisico e narrativo. Sotterraneo si muove attraverso i formati, focalizza le contraddizioni del presente, secondo un approccio avant-pop. Altro spettacolo premiato per l’innovatività, questa volta dall’Associazione Nazionale dei Critici e Rete Critica, è La città dei miti, della compagnia Teatro dei Borgia, in co-produzione con CTB – Centro Teatrale Bresciano e Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Meritano particolare attenzione due premi speciali Ubu: a Massimo Marino, critico e studioso già allievo e divulgatore dell’opera del maestro Giuliano Scabia, scomparso nel 2021 [15]; a Malagola – Scuola di vocalità e centro internazionale di studi sulla voce di Ravenna, diretta da Ermanna Montanari insieme a Enrico Pitozzi, una bottega d’arte riconosciuta come corso di alta formazione dalla Regione Emilia-Romagna, che ha l’obiettivo di preparare e consolidare professionalmente figure che gravitano nell’ambito della creazione e della comunicazione artistica, la cui pratica è indirizzata a esplorare la voce e le sue interazioni con il suono e la musica strumentale, elettroacustica ed elettronica. Malagola, aperta alla cittadinanza in molte occasioni pubbliche, ha fatto confluire nello storico palazzo da cui prende il nome – restituito alla città in sinergia con le istituzioni locali – molteplici esperienze artistiche.

Vogliamo infine segnalare il meritato Leone d’oro alla carriera 2023 della Biennale Teatro a uno dei protagonisti più coraggiosi e visionari del nostro teatro: il regista, drammaturgo e attore Armando Punzo, che da trentacinque anni lavora all’interno del Carcere di Volterra, dove ha fondato la Compagnia della Fortezza, l’esperienza più rappresentativa di teatro-carcere nel nostro Paese. Punzo, che per questa sua attività ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, a capo della sua compagnia, oggi composta da circa ottanta detenuti, ha realizzato oltre quaranta spettacoli, tra cui Marat-Sade, I Negri, Santo Genet, molti dei quali sono stati ospitati nei principali teatri e festival italiani.

Tra i progetti produttivi dell’ultimo anno vogliamo ricordare Come devi immaginarmi, dedicato a Pier Paolo Pasolini, ideato da Valter Malosti con il critico d’arte e scrittore Giovanni Agosti, inserito nelle celebrazioni per il centenario della nascita dell’autore. Realizzato dal Teatro Nazionale ERT Emilia Romagna Teatro, ha proposto, per la prima volta in un’unica stagione, l’intero corpus dei testi teatrali scritti da Pasolini. I sei spettacoli sono stati affidati in primo luogo a giovani registe e registi, ma anche a giovani interpreti a confronto con autorevoli attrici e attori maestri della scena. Un progetto di grande impegno, una sfida per i contenuti e il linguaggio, rispetto al panorama teatrale corrente, in linea con la riscoperta del teatro di parola da parte delle nuove generazioni della scena italiana [16].

Un discorso a parte meritano le Fondazioni lirico-sinfoniche (FLS), per il ruolo che occupano nell’ambito delle performing arts, più in generale nel sistema culturale del Paese, ma anche perché sono inquadrate dal Ministero della Cultura autonomamente rispetto agli altri ambiti dello Spettacolo dal vivo, come si evince anche dalla Legge 106/22 più volte richiamata [17]. Stante il portato della Legge, che con riferimento alle FLS affronta solo il tema dei requisiti richiesti a coloro che devono ricoprire i ruoli di sovrintendente e direttore artistico, attraverso i decreti previsti il legislatore attuerà di fatto una riforma del settore, peraltro da lungo tempo attesa, prevedibilmente di una certa complessità. Numerosi sono infatti gli aspetti da affrontare, quali la stessa natura giuridica delle FLS tra pubblico e privato [18]. Va aggiunto che da diversi anni non viene rinnovato il Contratto Collettivo Nazionale di lavoro per i dipendenti delle Fondazioni lirico-sinfoniche, con tutto quel che ne consegue[19].

Partendo dalle buone pratiche di una delle Fondazioni lirico-sinfoniche, il Teatro Comunale di Bologna, in chiusura spostiamo l’attenzione sull’interesse delle nuove generazioni nei confronti del teatro d’opera, un tema che merita particolare attenzione. Alla fine del 2022 la Fondazione ha visto la chiusura provvisoria della sede storica nel centro della città per un intervento di riqualificazione che si protrarrà sino al 2006. Affinché il teatro possa svolgere regolarmente la propria attività, a tempo di record (in pochi mesi), è stato allestito un teatro nel quartiere fieristico di Bologna presso il Congress Center-Exhibition Hall, denominato Comunale Nouveau, uno spazio più “informale” rispetto all’elegante sede ufficiale, situato nella prima periferia, che può ospitare sino a 1008 spettatori. Contestualmente alla sua apertura il Teatro Comunale ha implementato una strategia di comunicazione già in essere, finalizzata ad ampliare il proprio pubblico (con particolare attenzione per quello più giovane): incontri sulle proposte del teatro con il coinvolgimento di personaggi (alcuni molto noti) provenienti da altri settori della cultura: scrittori, studiosi, accademici, ma anche l’attivazione, secondo una visione interdisciplinare, di collaborazioni con altre realtà culturali della città, quali il Biografilm Festival, la Biblioteca Salaborsa e l’Estragon  che organizza eventi di musica dal rock all’indie. E in parallelo è stata attivata una politica dei prezzi innovativa favorevole all’allargamento dei pubblici. Gli esiti di tale strategia forniscono utili elementi di riflessione: gli spettatori under 30 prima della pandemia, nel 2019, erano il 19%, nel 2022 sono saliti al 24%, per giungere al 26% del 2023. Questi dati confermano i risultati della ricerca Social Media e Teatri dell’Opera realizzata nel 2021 dall’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa dal quale emerge l’interesse, in particolare della fascia di età tra i 18 e 34 anni, per l’arte operistica e i suoi teatri. Il nuovo pubblico della lirica è già una realtà. In conclusione, nuove sfide e nuove prove attendono le performing arts; volendo citare Eduardo de Filippo: «gli esami non finiscono mai».

Suggerimenti per il lettore

  • Caporale M., Donati, Gallina M., Panozzo F., Le politiche per lo spettacolo dal vivo tra Stato e Regioni, Franco Angeli, Milano, 2023.
  • D’Ippolito F., Produrre Teatro in Italia oggi. Pratiche, poetiche, politiche, Dino Audino, Roma, 2022.
  • Giambrone F. (a cura di), Dopo il silenzio. Racconti di teatri d'opera che sfidano la pandemia, Ledizioni, Milano, 2023.

 

Affabulazione; ph Giuseppe Distefano

Angelo Della Storia; ph Giulia di Vitantonio; courtesy Inteatro festival

Teatro Comunale di Bologna - Comunale Nouveau "Der Fliegende Hollander"

[1] Si fa riferimento alla Legge 15 luglio 2022, n.106, entrata in vigore il 18 agosto 2022.

[2] La cessazione di tutte le misure di prevenzione risale al giugno 2022. Cfr. SIAE (2022), Annuario dello Spettacolo 2021, Roma.

[3] Ibidem.

[4] Si fa riferimento agli ingressi venduti.

[5] Il numero delle rappresentazioni del teatro di prosa è calato del 64%; quello della lirica del 64% e quello del balletto del 40,1%;

[6] ISTAT, Indagine multiscopo sulle famiglie: aspetti della vita quotidiana, 2023.

[7] Fonte dati INPS.

[8] Precedentemente alla pandemia, nel 2019 era di 15 giornate, scese a 13 nel 2021, per poi attestarsi a 16 nel 2022, anno in cui la retribuzione media è stata di 3.147 Euro (+ 10,7% rispetto al 2019).

[9] Nel 2022 i lavoratori sono stati 286.425 (+10,8% rispetto al 2021 e +5,7% rispetto al 2019) e le giornate complessive retribuite ammontano a 22.218.000 (+16,9% % rispetto al 2021 e +3,2% rispetto al 201. Il 61% dei lavoratori erano a tempo determinato, il 21% stagionali e il 18% a tempo indeterminato (in massima parte di area amministrativa/gestionale).

[10] In continuità con le misure migliorative del welfare dei lavoratori introdotte con il cosiddetto Decreto Sostegni Bis del maggio 2021, successivamente convertito in legge.

[11] Si fa riferimento alla Legge del 22 novembre 2017, n. 175 Disposizioni in materia di spettacolo e deleghe al Governo per il riordino della materia.

[12] Si veda la Legge del 24.02.2023 n. 14 di conversione del decreto Milleproroghe 2023.

[13] OnLive campus si è svolto nel febbraio 2023 presso la Casa europea della danza, Lavanderia a Vapore di Collegno.

[14] In coproduzione con: Marche Teatro, ATP Teatri di Pistoia, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG.

[15] Di cui ha pubblicato una fondamentale monografia: Massimo Marino, Il poeta d’oro. Il gran teatro immaginario di Giuliano Scabia, La Casa Usher, 2022.

[16] Questi i testi rappresentati: Calderón, regia di Fabio Condemi, Pilade,  regia di Giorgina Pi, Porcile,  regia di Nanni Garella, Orgia, a cura di Federica Rosellini e Gabriele Portoghese, Affabulazione, regia di Marco Lorenzi, Bestia da stile, regia di Stanislas Nordey.

[17] Legge 106/22; il Governo è delegato ad adottare «uno o più decreti legislativi per il coordinamento e il riordino delle disposizioni legislative vigenti e di quelle regolamentari […] in materia di attività, organizzazione e gestione delle fondazioni lirico-sinfoniche».

[18] Di fatto, la trasformazione avviata nel 1996 degli enti autonomi lirici e delle istituzioni concertistiche assimilate – ai quali era attribuita la personalità giuridica di diritto pubblico – in fondazioni di diritto privato, vede tuttora criticità irrisolte.

[19] Per approfondimenti si vedano Decreto Legislativo 367/1996 e Legge 100/2010.

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