Il mondo cambia e allora è tempo di un debito pubblico green e perché no, a prova di Covid. I green bond, le emissioni di titoli finalizzate a raccogliere denaro per investire in progetti sostenibili, sono ormai molto più di una realtà. E, forse, rappresentano una nuova frontiera del debito sovrano, tema caro all’Italia che con il terzo debito mondiale e un deficit prossimo al 160% del Pil deve giocarsi molto bene ogni singola emissione. La prova è come sempre nei numeri (il 30% delle risorse Ue da qui ai prossimi anni sarà destinato al finanziamento di progetti green in scia alla scommessa del Green new deal). E i numeri raccontano l’ascesa della finanza verde, almeno in certi Paesi. E l’Italia? Formiche.net ha sentito in merito il parere di Ermete Realacci, tra i padri dell’ambientalismo italiano, presidente della Fondazione Symbola e per 5 anni a capo della commissione Ambiente della Camera, in quota Pd.