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di Massimiliano Smeriglio, Eurodeputato

I settori creativi e culturali ed il loro sviluppo futuro hanno ricevuto una forte attenzione politica negli ultimi anni, per certi aspetti senza precedenti. Le stesse istituzioni europee, in questo mandato politico che si è appena concluso, hanno dimostrato un interesse crescente verso i settori, che si è tradotto in un aumento consistente delle risorse destinate al settore culturale nel bilancio pluriennale, oltre alla definizione di politiche ad hoc per le sue peculiarità. Il 2024 è un anno importante, caratterizzato da un appuntamento elettorale foriero di novità e cambiamenti, soprattutto in ambito europeo. A luglio si è insediato un nuovo Parlamento, caratterizzato da equilibri inediti, mentre l’autunno vedrà un nuovo collegio dei Commissari iniziare il lavoro esecutivo, con un focus particolare sulla revisione del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP), insieme ai regolamenti che istituiscono i programmi europei.

Analizzando la seconda parte dello scorso anno e la prima metà del 2024, le diverse istituzioni europee hanno dedicato parte della loro attività anche ai settori creativi e culturali. Il Parlamento europeo ha concluso questa legislatura lavorando ad un tema fondamentale per i settori; ha infatti votato una relazione di iniziativa legislativa contenente proposte concrete per migliorare le condizioni di vita e di lavoro degli artisti e dei professionisti che operano nei settori dell'arte, della cultura e della creatività. Tali settori, che impiegano il 3,8% della forza lavoro dell'UE e rappresentano il 4,4% del PIL, non sono ad oggi sufficientemente tutelati. Essendo spesso caratterizzati da modelli di lavoro atipici, reddito irregolare e minori possibilità di contrattazione sociale, il lavoro sottopagato o non retribuito, i lavori autonomi fittizi (tra l'1,6% e il 10,8% dei casi) ed i contratti di buy-out[1] sono ancora molto diffusi. Il Parlamento ha quindi chiesto un quadro europeo che combini strumenti, legislativi e non, per migliorare le condizioni sociali e professionali degli artisti e degli operatori culturali e creare dunque una situazione più equa. Tale quadro deve includere diversi elementi. Il primo è una direttiva relativa a condizioni di lavoro dignitose e la corretta determinazione della situazione occupazionale nei settori culturali e creativi (CCS). Occorre poi una piattaforma europea per lo scambio delle migliori pratiche tra gli Stati membri, ma soprattutto adeguare il prossimo ciclo dei programmi UE che finanziano i settori - come Europa Creativa e Orizzonte Europa - per obbligare i beneficiari a rispettare gli obblighi sociali e lavorativi dell'UE, dell’organizzazione internazionale del lavoro, nazionali e collettivi e garantire che gli artisti siano sempre retribuiti. I professionisti di tali settori non decidono liberamente di vivere in una situazione di precarietà; si tratta piuttosto di sistemi di sostengo e finanziamento non adatti alle loro specifiche condizioni di lavoro e agli squilibri di potere nel settore.

In parallelo al lavoro del Parlamento, il Consiglio dei ministri della Cultura dell’UE ha approvato il Piano di lavoro per la cultura 2023-2026. Il Piano di lavoro è la principale roadmap per allineare le politiche culturali dei Paesi membri e la principale piattaforma per costruire l'essenza di una politica culturale europea. Nel complesso, il nuovo piano delinea una percezione olistica della cultura e si percepisce l'ambizione di costruire un ecosistema di politiche culturali europee più coerente, affrontando la cultura sia come oggetto che come soggetto nelle nostre società. Il piano di lavoro si basa sul principio che la cultura rafforza l'identità europea, che la libertà di espressione artistica e la creatività sono fondamentali per l'innovazione e che la diversità culturale favorisce la comprensione e promuove la pace. Il nuovo documento è strutturato secondo quattro priorità principali  e complementari[2] e, intorno ad esse, definisce 21 azioni che riguardano questioni specifiche come, ad esempio, le condizioni di lavoro degli artisti, la governance culturale, il patrimonio culturale e il cambiamento climatico, il ruolo delle biblioteche. Per quanto riguarda le condizioni di lavoro nei settori, questo piano fa un ulteriore passo avanti, proponendo come risultato concreto da raggiungere una piattaforma online per consentire lo scambio continuo di informazioni e di buone pratiche per il miglioramento delle condizioni di lavoro degli artisti e dei professionisti della creatività; oltre ad un lavoro concreto su raccomandazioni specifiche per la definizione di uno status dell'artista. Alla luce dei continui sconvolgimenti che il mondo sta affrontando, il piano dedica un’attenzioe particolare al tema della governance culturale con l’obiettivo di sviluppare un nuovo modello di governance culturale che proponga approcci orientati al futuro in grado di affrontare, in modo olistico, le sfide attuali. Sicuramente un piano ambizioso, che potrà prendere piena sostanza e attuazione nei prossimi due anni, in cui anche il nuovo Parlamento dovrà partecipare allo sviluppo di una nuova visione del contributo apportato dalla cultura per affrontare meglio le grandi sfide di oggi e di domani.

Infine, il Parlamento ha approvato il primo regolamento sull’intelligenza artificiale, entrato poi in vigore lo scorso giugno. Probabilmente uno dei dispositivi legislativi più rilevanti di questa legislatura; un traguardo importante, raggiunto dopo un lungo lavoro alla ricerca del giusto equilibrio tra protezione dei diritti e delle libertà fondamentali e sostegno all’innovazione. L’intelligenza artificiale, nelle sue diverse forme, può offrire strumenti innovativi per sostenere i settori culturali; tuttavia, per proteggere i mezzi di sussistenza degli autori europei e dei detentori dei diritti delle opere, è essenziale che tutti i sistemi di intelligenza artificiale resi disponibili nell’UE siano conformi al quadro giuridico sul copyright vigente in Europa.

Sul finire di questa legislatura il Parlamento ha inoltre approvato una relazione che analizza l’implementazione del programma Europa Creativa 2021-2027 a tre anni dall’entrata in vigore del nuovo regolamento. Indubbiamente i primi anni di attuazione del programma sono stati fortemente influenzati da fattori esterni inattesi. La pandemia COVID-19, seguita dalla guerra di aggressione contro l'Ucraina e dalle sue ripercussioni come l'elevata inflazione, hanno perturbato l'intero ecosistema culturale per oltre tre anni. Nonostante tale scenario, la tempestiva attuazione del programma è stata efficace e il programma continua ad attrarre grande interesse tra i settori. Interesse testimoniato dal tasso di successo, ossia dalla differenza tra il totale di progetti presentati e quelli che ricevono un finanziamento da parte del programma.  Analizzando i bandi per i progetti di cooperazione, l’azione sicuramente piu competitiva dell’intero sotto-programma Cultura, tale tasso ha evidenziato una riduzione considerevole, passando dal 26% del 2021 al 17% del 2023[3], in vista del numero crescente di domande pervenute.Nel 2024 il programma è stato risparmiato dai tagli ai finanziamenti inizialmente previsti da Commissione e Consiglio. Tuttavia, sebbene tagli drastici sono stati evitati, per il 2024, il budget totale del programma ha registrato una lieve riduzione, passando dai € 324.277.000 del 2023 ai € 320.711.000; una riduzione che ha interessato il sotto-programma MEDIA mentre gli atri due strand sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto al 2023[4]. Nel 2024 sono stati pubblicati 5 bandi per il sotto-programma Cultura, alcuni relativi ad azioni fondanti del programma Europa Creativa. Quelli con un budget maggiore sono stati: il bando per i progetti di cooperazione, con un budget di oltre € 53 milioni, ed il bando per il finanziamento delle reti europee (network) con un budget di € 39 milioni[5]. Per quanto riguarda il programma MEDIA, nel 2024, sono stati pubblicati 13 bandi, suddivisi nei tre clusters che caratterizzano lo strand: Contenuto (5 bandi), Business (4 bandi) e Audience (4 bandi). Infine, nel sotto-programma CROSS-SETTORIALE sono stati pubblicati solo 4 bandi.

Il 2025 rappresenta il quinto anno di Europa Creativa 2021-2027; un anno che vedrà un consolidamento delle azioni esistenti dal 2014 e anche delle nuove azioni lanciate dal 2021, come Perform Europe e Culture Moves Europe. Nel 2025 i risultati della valutazione finale di Europa Creativa 2014-2020 e della valutazione intermedia 2021-2027 contribuiranno alle riflessioni che inizieranno a dar forma al programma del settennato successivo. I primi risultati di Culture Moves Europe, il programma di mobilità di Europa Creativa, hanno mostrato chiaramente la sua importanza e la necessità di ulteriori finanziamenti, sia per la mobilità individuale che per le residenze. Finora sono stati selezionati 2.721 artisti e professionisti della cultura da tutti i Paesi di Europa Creativa. Pertanto, lo schema di mobilità sarà mantenuto per il periodo 2025-2027 e potenziato in termini di budget rispetto al triennio 2021-2023. Si prevede lo stanziamento di un importo totale di € 21 milioni per il biennio 2025-2027, con la seguente distribuzione: per il 2025 sono stati stanziati € 3,5 milioni, € 8,75 milioni per il 2026 e € 8,75 milioni anche per il 2027. Inoltre, nel 2025, la Commissione europea intende incoraggiare ulteriormente la partecipazione di artisti e professionisti della cultura con disabilità a tale linea di finanziamento. Ciò avverrà attraverso maggiori attività di comunicazione e sensibilizzazione. Inoltre, a chiusura di quest’anno verrà pubblicato il secondo bando di Music Moves Europe - per un importo totale di € 5 milioni - azione che mira a rafforzare la competitività, l'innovazione e la diversità del settore musicale europeo. In quanto azione triennale, il precedente bando di Music Moves Europe risale al 2022 con un budget totale leggermente inferiore (€ 4.5 milioni). Nel 2025 verrà inoltre pubblicato il bando per i progetti di cooperazione, inclusi quelli di larga scala, con un budget totale di circa 61 milioni. Questo bando rappresenta la colonna portante del sotto-programma Cultura, che attraverso questa azione mira a  migliorare l’accesso alle opere culturali e creative europee, coinvolgendo organizzazioni provenienti dai vari paesi partecipanti, europei e non. Infine, per i bandi dedicati ai network e alle piattaforme, bisognerà attendere la programmazione 2028-2034.

Dai lasciti legislativi del Parlamento Europeo, a quelli della Commissione in scadenza  quest’autunno: il Nuovo Bauhaus Europeo (NEB), un'iniziativa creativa e interdisciplinare, dalla portata innovativa indubbia, che mette in connessione il Green Deal con i nostri spazi di vita quotidiana. Nella primavera 2024 si è celebrata la seconda edizione del Festival del Nuovo Bauhaus Europeo; quest’anno dedicato alla macro tematica "risorse per tutti", esplorando sottotemi quali l'alloggio e gli ambienti di vita, la terra e l'acqua, la moda e il benessere umano alla luce dei cambiamenti ambientali. Per la prima volta il Festival è stato caratterizzato dalla cerimonia di consegna dei Premi del Nuovo Bauhaus Europeo 2024, premiando 20 progetti che esemplificano e incarnano i valori del NEB. Inoltre, in questa edizione, sono state accolte anche candidature di progetti sviluppati in Ucraina, oltre che negli Stati membri dell'UE e nei Balcani occidentali. I premi del Festival NEB 2024 hanno inoltre puntato i riflettori sulle regioni dell'UE che devono far fronte a vincoli socio-economici più stringenti e sui luoghi maggiormente esposti alla necessità di evolvere verso un'economia neutrale dal punto di vista delle emissioni di carbonio, assegnando un quarto dei premi ad idee progettuali con un ruolo trasformativo positivo per queste regioni.

Dopo il suo lancio inaspettato e quasi quattro anni di implementazione, il futuro del NEB dovrà essere definito in maniera chiara all’interno del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) affinchè si possa continuare a ridare slancio alla dimensione economica europea puntando anche su cultura e creatività.

Saranno quindi mesi importanti e densi di sfide e novità, che interesseranno anche i settori creativi e culturali.

[1] Tali contratti prevedono che i creatori rinuncino a tutti i diritti sulle loro opere creative in cambio di un pagamento forfettario una tantum, eliminando così ogni possibilità di beneficiare dei ricavi generati dal loro lavoro.
[2]  Ossia: 1. Artisti e professionisti della cultura: potenziare i settori culturali e creativi; 2. Cultura per le persone: migliorare la partecipazione culturale e il ruolo della cultura nella società; 3. Cultura per il pianeta: liberare il potere della cultura; 4. Cultura per partenariati co-creativi: rafforzare la dimensione culturale delle relazioni esterne dell'UE.
[3] Nel 2021 sono stati finanziati solo 124 progetti su 468 presentati; 169 finanziati nel 2022 su 682 presentati e 134 finanziati nel 2023 su 831 presentati.
[4] Per il 2024 il budget dei diversi strand è stato il seguente: MEDIA: € 185.875.125, CULTURA: € 106.083.864, CROSS-SETTORIALE: € 28.752.106.
[5] Bando per il finanziamento di piattaforme per artisti emergenti (budget € 47 milioni); bando per il finanziamento delle opere letterarie europee (budget € 5 milioni).

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