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Nel talk online “L’Italia che verrà” Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola e Vincenzo Manes, Presidente e fondatore di Dynamo Camp e Presidente di Intek Group, e tra i primi firmatari del Manifesto di Assisi, hanno discusso dell’uscita dalla crisi mentre in Italia è in corso un confuso e inefficace dibattito sull’uso delle ingenti risorse messe a disposizione dall’Europa che ha indicato con chiarezza quali sono le priorità: sanità – coesione, transizione ecologica e investimento sul digitale come hanno ribadito in questi giorni anche Paolo Gentiloni e David Sassoli partecipando agli incontri di Symbola. L’Italia ha molto da dire in questi campi ad esempio per le esperienze maturate nel campo dell’economia circolare che ci vede di gran lunga primi in Europa. Realacci e Manes hanno inoltre sottolineato il fatto che la coesione sociale frutto dell’impegno delle imprese, delle politiche pubbliche, del terzo settore e dei cittadini è importante anche per l’economia. Un’economia più a misura d’uomo e più sostenibile, come affermiamo nel Manifesto di Assisi, è anche più in grado di affrontare il futuro e le sfide che abbiamo davanti. La tenuta delle comunità è stata importante per affrontare l’emergenza ma lo è anche per ripartire “senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno” come affermiamo nel Manifesto di Assisi. È molto importante l’azione portata avanti da Dynamo Camp, di cui Manes è il fondatore, che è quella di sostenere il diritto alla felicità di migliaia di bambini affetti da patologie gravi o croniche.

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Il rapporto ci porta alla scoperta delle oltre 250 specie di alberi monumentali che popolano il Paese, che mostra inoltre una speciale relazione tra i piccoli comuni e i monumenti italiani, raccolti in un censimento in continua crescita grazie al lavoro del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste. Su un totale di 4.287 alberi monumentali individuati ad aprile 2024 sul territorio italiano, 2.107 si trovano nei piccoli comuni. Sono inoltre 1.548 i comuni italiani con almeno un albero monumentale, di questi 962 sono piccoli comuni. Guardando allo specifico delle regioni, il primato per numero totale di alberi monumentali spetta al Friuli-Venezia Giulia, con 454 monumenti verdi, di cui quasi la metà, 209, nei piccoli comuni.

Il 92% delle produzioni tipiche nazionali che si consumano soprattutto a Natale nasce nei comuni italiani con meno di cinquemila abitanti. È quanto emerge dallo studio Coldiretti/Symbola su “Piccoli comuni e tipicità”. Il rapporto vuole raccontare un patrimonio enogastronomico del Paese custodito fuori dai tradizionali circuiti turistici, valorizzato e promosso grazie alla legge n.158/17, a prima firma Realacci, con misure per la valorizzazione dei Piccoli Comuni. Nei territori dei 5.538 piccoli comuni con al massimo 5.000 abitanti, in cui vivono quasi 10 milioni di italiani, si produce infatti ben il 92 per cento dei prodotti di origine protetta (DOP, Denominazione di Origine Protetta e IGP, Indicazione di Origine Protetta) e il 79 per cento dei vini italiani più pregiati. Questo rapporto di Coldiretti-Fondazione Symbola “Piccoli Comuni e Tipicità” ci restituisce il quadro aggiornato per ogni regione di questa dimensione produttiva estesa e radicata che traduce in valore la diversità culturale.

nell’ambito del Festival della Soft Economy si discuterà di Green Communities. Le Green Communities, previste nella legge 221/2015 e ora finanziate dal PNRR con 135 milioni di euro, rappresentano un nuovo percorso nelle quali la montagna intende porsi al centro delle politiche per l’ambiente, l’uso sostenibile delle risorse naturali, il pagamento dei servizi ecosistemici, le nuove agricolture, le start-up e il turismo. Un nuovo strumento per la transizione ecologica che individua il valore dei territori rurali e di montagna che intendono utilizzare in modo equilibrato le risorse principali di cui dispongono, tra cui in primo luogo acqua, i boschi e il paesaggio, e aprire un nuovo rapporto sussidiario e di scambio con le comunità urbane e metropolitane, in modo da poter impostare, nella fase della green economy, un piano di sviluppo sostenibile.

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