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di Luca Corsolini   

Facilmente comprensibile come concetto, un distretto non è altrettanto facilmente riconoscibile nella realtà: che aspetto ha il genius loci, quelle competenze e quei valori intangibili che sono tramandati di generazione in generazione?

C’è una eccezione in Italia e si chiama Motor Valley, il marchio che la Regione Emilia Romagna usa per promuovere quel territorio lungo che si chiama Via Emilia, un distretto appunto, e che ha stazioni non solo in corrispondenza delle città. Si comincia ad esempio sulle colline vicino a Parma, a Varano de’ Melegari, dove ha sede la Dallara, e l’ingegnere Giampaolo Dallara è in effetti un monumento vivente della Motor Valley visto che prima di fondare la sua azienda, in un paese che ha il suo circuito, ha lavorato più a sud in Ferrari, Maserati e Lamborghini. Poi si arriva a Soliera, sempre in silenzio, quel silenzio che in realtà è il coro delle tecnologie necessarie per realizzare in Dallara tutte le auto con cui si corre la Formula E arrivata in questi giorni a Roma, e per sviluppare alla Energica la Ego Corsa, la moto elettrica con cui si correranno dall’anno prossimo le gara di Moto E categoria che oltre tutto ha come main sponsor mondiale la stessa Enel che figura tra i partner della Formula E ).

Quindi si arriva a Modena, Maranello e dintorni, dove il distretto assume forme non solo aziendali ma anche museali: Ferrari e Maserati qui, Lamborghini più a sud. A proposito di musei a Bologna non c’è solo quello della Ducati, ma anche quello del patrimonio industriale che ospita la mostra dedicati alla stagione d’oro, trent’anni memorabili, delle moto bolognesi della C.M. di Martino Cavedagni. In realtà a Bologna ci sono pure le aule dove il concetto di Motor Valley viene declinato in corsi di laurea e in master post laurea, come quello di Professional Datagest che è stato la prima esperienza nel settore, forte di un legame stretto con la Ducati. E a Bologna tornerà a dicembre il Motor Show, con un format ristretto a quattro giornate che deve essere letto non come una rinuncia ma come una fiera resistenza ai cambiamenti quasi quotidiani del settore. Ad esempio, in formula 1 non vogliono più le ombrelline, mentre in fiera la hostess devono certificare il perpetuarsi di quello che in zona è un mantra: donne e motori, gioie e dolori.

Vogliamo andare avanti? Potremmo arrivare fino a Misano, dove il circuito è la sublimazione della passione speciale che anima la Motor Valley essendo il circuito intitolato a Marco Simoncelli (ed è sede pure della Fondazione Simoncelli che dall’anno scorso è pure scuderia, Sic58 Squadra corse, in un intreccio di emozioni che tutti conoscono). E potremmo persino allungarci fuori regione, in realtà rimanendo in Romagna, per arrivare al ranch di Valentino Rossi dalle parti di Tavullia dove il “dottore” si comporta come grande capo e stregone di questi tribù sempre felice: aiuta i ragazzi a diventare grandi, tiene corsi di …fidanzamento per i migliori tra quanti sono innamorati del motore, come si chiama qui la motocicletta.

Torniamo a Varano, dall’ingegner Dallara, un ragazzino di 81 anni come lo definisce Alex Zanardi fotografando una curiosità in perenne movimento e messa al servizio di tante cause diverse, un patrimonio talmente incontestabile che sono Dallara anche le auto, tutte, della formula Indy, realizzate nella sede americana di Speedway. The pursuit of excellence è lo slogan aziendale, la ricerca continua dell’eccellenza, anche per dotare lo stesso Zanardi di una hand bike sempre migliore. Ma dall’azienda, che ha una sua galleria del vento, negli ultimi tempi è uscita anche la Dallara Stradale, un gioiello di serie che, dicono qui, è nata mixando le tecnologie sviluppate per la corsa con il piacere della guida. Non tutti possono permettersi questa vettura da 400 Cv senza portiere, ma che importa, sono altri i progetti che riguardano tutti. Come le Formula E in gara a Roma. La Federazione Internazionale aveva chiesto a Varano di rispettare cinque requisiti per la realizzazione della scocca delle vetture: leggerezza, schermature alle radiofrequenze, inattaccabilità all’acido, resistenza al fuoco, imperforabilità. Il risultato è tale che adesso la Dallara sta già collaborando con due case costruttrici di auto stradali per permettere a tutti di correre il gran premio quotidiano di mobilità con auto elettriche. Qual è l’energia che ci fa andare veloce? chiede uno spot Enel. Nella Motor Valley hanno la risposta giusta. Da un pezzo.

Luca Corsolini - Symbola

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