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La crisi climatica interroga il modello di sviluppo. Questo sostiene il Manifesto per una economia a misura d'uomo promosso da Fondazione Symbola. Interroga, raccogliendo adesioni, il fare impresa e il fare società. Sarà presentato a gennaio ad Assisi, terra francescana. Propone una sorta di "via italiana" alla soluzione della crisi ambientale. Parole come bellezza, comunità, coesione sociale che eravamo abituati ad associare a un modello di sviluppo, quello dei distretti (sarà contento Becattini) radicato nella storia dei territori, diventano il tramite concettuale per una nuova idea di progresso. Auspicando che la crescita non avvenga per consumo delle risorse, ma trasformando in valore, il limite ambientale. Questa la promessa della green economy . Il manifesto scommette che proprio l'Italia possa giocare un ruolo partendo da quelli che spesso sono stati considerati i suoi limiti storici. Una strada praticabile? Sì, a patto che si provi a rimettere con i piedi ben piantati nella terra e nel territorio l'idea della green economy . L'economia della terra, l'agricoltura, sta riorganizzando le sue filiere per trasformarle in grandi piattaforme produttive. Il cibo oggi è una merce sofisticata che incorpora i problemi dell'ipermoderno: fame, consumi e ambiente. Qui s'intrecciano il massimo d'innovazione (sperimentazione genetica, chimica fine, automazione, digitalizzazione...) e il massimo di mediocrità (neoschiavismo, false cooperative, alto impatto ambientale, pratiche di mercato sommerso...).

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Una green society come cuscinetto tra crisi e politica - Aldo Bonomi | Il Sole 24 Ore

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