2024
Dalla competitività delle imprese allo sviluppo dei territori: le priorità per rilanciare il benessere e l’occupazione nelle aree distrettuali
di Ferruccio Dardanello
Dopo un 2011 in cui si sono avvicendati momenti di breve ripresa ad altri di criticità, il 2012 è stato segnato da profonde incertezze sull’evoluzione a breve del nostro sistema produttivo, affiancate da perduranti incognite sullo scenario macroeconomico nazionale ed europeo. In questo contesto, i distretti italiani – territori dove quel mix unico tra artigianalità e industria genera estetica e innovazione di prodotto uniche al mondo – hanno subito in maniera significativa l’avverso ciclo economico, come conseguenza del rallentamento della domanda estera e della persistente debolezza di quella interna: trovandosi, per di più, spesso privi di conoscenze utili per affrontare i mercati in continua evoluzione, come pure di risorse finanziarie necessarie a programmare investimenti e interventi espansivi.
I risultati della nostra indagine, svolta come di consueto nell’ambito dell’Osservatorio dei Distretti Italiani, ci dicono che nel 2012 solo il 26% delle imprese distrettuali ha dichiarato un aumento di fatturato, quando nel 2011 si trattava del 40%. Ancora una volta, nonostante tutto, sono l’impegno e la capacità a proiettarsi nei mercati esteri ad essere premiati, visto che, in linea con la media degli ultimi anni, ben il 36% delle imprese distrettuali ha visto crescere le proprie vendite oltre confine, a dimostrazione di come la domanda estera riesca a far uscire con più forza le imprese dalle secche della debole domanda interna.
Sono circa 8 imprese distrettuali su 10 quelle che oggi stanno raccogliendo questa sfida, forti anche di una dimensione mediamente superiore e rinforzate dalla consuetudine a giocare in squadra, spesso sfruttando le opportunità legate alla formula dei contratti di rete.
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