C’è un’impresa in Italia inserita per due volte nella Change the World Fortune Global List (unica azienda italiana e unica azienda del settore utility), ovvero nella lista delle aziende che possono contribuire a cambiare il mondo. E che Forbes nel 2017 ha incluso nella top 20 della World’s Best Employers List, prima tra le utility a livello globale e prima tra le aziende italiane. Parliamo di Enel S.p.A.: riconoscimenti importanti che premiano un percorso coraggioso.
Il Gruppo Enel è infatti tra i soggetti che stanno percorrendo con più convinzione la strada della sostenibilità ambientale e sociale, guidando la transizione verso la produzione di energia da fonti rinnovabili. Una visione, quella del Gruppo Enel, nella quale la sostenibilità è un fattore centrale per la vita attuale e futura dell’azienda e che può avere un grande impatto se coinvolge tutti coloro che sono in relazione con l’azienda: istituzioni, società civile, comunità, fornitori.
Nata nel 1962, come Ente di stato e con il nome di Ente nazionale per l’energia elettrica, da sempre ha avuto come obiettivo di fare dell’energia elettrica uno strumento di sviluppo del Paese, dopo la sua privatizzazione e successive fasi di sviluppo all’estero, il Gruppo Enel ha registrato nel 2017 un fatturato di circa 74 miliardi di euro, una capitalizzazione di Borsa a fine 2017 di circa 52 miliardi di euro. Il Gruppo oltre che in Italia è presente con attività diffuse in Europa, Nord, Centro e Sud America, Asia e Africa. Attualmente, oltre 60.000 persone lavorano nel Gruppo Enel. Il Gruppo tra Italia ed estero ha più di 60 milioni di clienti (dato al 1Q2018), con una capacità netta installata pari a 86 GW.
Una grande azienda che ha fatto del coinvolgimento nel tessuto sociale ed economico dei Paesi del mondo in cui opera un principio base della propria azione. In primis le comunità: da Larderello, in Toscana, dove il Gruppo ha avviato la realizzazione di un impianto geotermico all’avanguardia, al Cile dove è stato costruito l’unico impianto con questa tecnologia attualmente attivo in America Latina si è puntato alla creazione di valore condiviso. Un approccio che ha messo in campo strumenti che consentono di allineare gli investimenti aziendali con i bisogni di tutti gli stakeholder, anche grazie a nuove figure professionali, come i sustainability managers, vicini ai contesti nei quali l’azienda va ad operare, la cui funzione è proprio quella di gestire le relazioni con le comunità locali e di diffondere nell’azienda pratiche di sostenibilità e di creazione di valore condiviso, facendole divenire parte integrante del lavoro di tutti. Si determina quindi una relazione di creazione di valore condiviso che vede i progetti come parte integrante di un rapporto che ha nella fiducia e nella condivisione le basi fondanti.
Simile il percorso per il rapporto con il grande mondo dei fornitori. Enel ha adottato delle politiche premianti verso i soggetti (ad esempio, appaltatori, rivenditori) che riescono ad esprimere soluzioni innovative o si dimostrano virtuosi dal punto di vista ambientale e sociale, ad esempio utilizzando veicoli elettrici per la flotta aziendale, o favorendo la prima occupazione giovanile.
Accompagnare ed aprirsi allo sviluppo delle novità è fondamento dell’approccio che Enel definisce di open innovability, utile per indirizzare i cambiamenti ed esserne contaminati, nel quale innovazione e sostenibilità sono combinate per portare avanti sfide tecnologiche che creano valore per il Gruppo, affrontando al contempo alcune delle maggiori sfide mondiali delineate dai quattro obiettivi di sviluppo sostenibile su cui l’azienda si è impegnata, inserendoli nel proprio Piano Strategico (i Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite 4, 7, 8 e 13). Enel inoltre sta promuovendo una logica di aggregazione di piccole realtà imprenditoriali impegnandosi anche per supportare le imprese sostenibili, forme di eco-turismo nei territori di presenza, in sinergia con le Pubbliche Amministrazioni.
Sulla base delle scelte strategiche fatte in questi anni, Enel sta inoltre dismettendo, nell’ambito del grande Progetto Futur-e, 23 centrali termoelettriche in tutta Italia che hanno concluso il loro ruolo nel sistema energetico o stanno per farlo: attraverso soluzioni sostenibili e innovative, le dismissioni degli impianti potranno divenire nuove opportunità per i territori che le ospitano.
Questo approccio è premiante anche in termini di reputazione e credibilità sui mercati. Il tema della sostenibilità è ormai globale: i fondi di investimento internazionali dedicano sempre più attenzione alle imprese (piccole, medie, grandi) attente alle conseguenze ambientali e sociali delle proprie attività. L’ascesa dei fondi etici e sociali di investimento è un trend finanziario di grande attualità. BlackRock – che detiene oltre il 5% del capitale di Enel – ha sottolineato che investirà soltanto in aziende dotate di una visione strategica di lungo periodo e con uno scopo sociale ben definito: un’opportunità per il Gruppo che è già oggi pronto a rispondere adeguatamente a questa sensibilità dei mercati.
Grazie a scelte strategiche, non scontate, il Gruppo Enel ha generato un meccanismo circolare che, partendo da una visione fortemente orientata alla sostenibilità, interiorizzata con l’assorbimento a tutti i livelli dei nuovi principi guida, produce oggi risultati utili anche per i soggetti che si rapportano con il Gruppo, e genera un ritorno economico per gli investitori e per gli azionisti. Una visione, dunque, che dimostra la validità di un percorso vantaggioso per tutti i protagonisti. Anche l’ambiente