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Il cammino 13 si estende per 500 km e consente di visitare i 4 monasteri della provincia di Rieti legati alla figura del Poverello di Assisi.

A San Francesco sono dedicati numerosi cammini, che toccano i luoghi più importanti della tradizione francescana.

Assisi e La Verna sono i più conosciuti, ma anche il reatino giocò un ruolo fondamentale nella vita di Francesco, tanto che la valle di Rieti è conosciuta come Valle Santa.

Per visitare questi luoghi, nel 2003, nasce il Cammino di Francesco, un percorso storico-religioso lungo 500 km che dalla provincia di Rieti giunge a Roma.

Il tragitto, con qualche piccola deviazione, consente di visitare i 4 monasteri eretti dal Poverello di Assisi nella Valle Santa e i piccoli borghi della Sabina prima di entrare nella Capitale.

Si svolge quasi interamente nel Lazio, a eccezione della tappa iniziale di Piediluco, in Umbria, e incontra 26 comuni. Di questi, solamente 6 hanno una popolazione superiore ai 5000 abitanti.

Le tappe di partenza sono due, ed entrambi i tragitti si ricongiungono presso Poggio Bustone. Scegliendo come prima tappa Piediluco (tra i “borghi più belli d’Italia”), sull’omonimo lago che dà origine alla Cascata delle Marmore, si parte dal Santuario di San Francesco, nel centro del paese.

Se invece si opta per la partenza da Castelfranco, frazione di Rieti, la prima meta è il Santuario di Santa Maria della Foresta, dove San Francesco soggiornò per 4 mesi nel 1225, presso la piccola chiesa di San Fabiano, che oggi non esiste più.

Qui, ispirato dalle foreste che circondavano l’edificio, compose il Cantico delle Creature, il più antico testo della letteratura italiana di autore certo.

Arrivati a Poggio Bustone, paese natale di Lucio Battisti, si visita un altro luogo simbolo del francescanesimo nel reatino: il convento e santuario di Poggio Bustone, dedicato a San Giacomo, dove nel 1208 al Santo venne annunciata la remissione dei peccati da un angelo.

Il percorso compie un’ulteriore deviazione: si può decidere di proseguire direttamente verso Rieti, attraversando la Riserva parziale Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile – ovvero quel che rimane del Lago Velino, dalla cui bonifica, effettuata dai romani, emerse la Piana Reatina – o passare per Greccio prima di giungere presso il capoluogo della provincia.

Inserito tra i “borghi più belli d’Italia”, Greccio è famoso perché qui, nel 1223, Francesco realizzò il primo presepe vivente della storia, tradizione che poi si diffuse in tutto il mondo.

Poco distante dal borgo, su una parete di roccia circondata dai lecci, si trova il Santuario francescano dell’eremo di Greccio, che offre una spettacolare vista sull’intera piana.

Superata Rieti, si visita l’ultimo dei 4 monasteri francescani, quello di Fonte Colombo. Edificato nel 1225, tra le leccete secolari del monte Rainiero, il santuario sorge nei pressi del Sacro Speco, la grotta dove il Santo scrisse la regola dell’Ordine che porta il suo nome.

Da Poggio Moiano il cammino si divide nuovamente, prima di ricongiungersi a Nerola.

La diramazione a ovest passa per Fara in Sabina, affascinante borgo medievale di origine longobarda, sede dell’Abbazia di Farfa. Raro esempio di architettura carolingia in Italia, l’abbazia ospitò nell’800 Carlo Magno, diretto a Roma per farsi proclamare imperatore da Papa Leone III.

Il tratto a est arriva invece direttamente a Nerola, già nella provincia di Roma, dove si può ammirare il castello della Famiglia Orsini. Infine, dopo Monterotondo, passando per la Riserva Naturale della Marcigliana e della Valle dell’Aniene, si entra a Roma, dove la visita alla Basilica di San Pietro pone fine al cammino.

 


Questo contributo fa parte della rubrica Cammini d'Italia, parte del rapporto Piccoli Comuni e Cammini d'Italia, realizzato da Fondazione Symbola e Fondazione IFEL.
Progetto grafico a cura di Bianco Tangerine.

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