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"Per promuovere integrazione tra abitanti e rifugiati è necessario coinvolgere attivamente entrambe le parti, creando occasioni di conoscenza, gettando le basi per la costruzione di relazioni di fiducia"

Fare accoglienza, attraverso un sistema organizzato e diffuso sul territorio, è una modalità vincente per rispondere a un problema, facendolo diventare una risorsa. E’ il modello sperimentato con successo dalla rete dei Comuni della Val Camonica che, dal 2011, porta avanti progetti di microaccoglienza per migranti e richiedenti asilo. L’idea sottesa all’iniziativa è che per promuovere integrazione tra abitanti e rifugiati sia necessario coinvolgere attivamente entrambe le parti, creando occasioni di conoscenza, gettando le basi per la costruzione di relazioni di fiducia e collaborazione e contribuendo al percorso di autonomia di cui i richiedenti asilo sono protagonist. La micro-accoglienza viene realizzata attraverso una collaborazione tra il comune, i privati che offrono case sfitte e cooperative. Vengono messi a disposizione dei richiedenti asilo alloggi dignitosi nel centro abitato e, contemporaneamente, predisposti servizi di accoglienza integrata che comprendono percorsi di alfabetizzazione, l’assistenza legale e la possibilità di svolgere un tirocinio formativo con l’aiuto di volontari della zona. La possibilità di impiegare il proprio tempo in modo fruttuoso e in attività che abbiano effetti positivi sul territorio facilita l’inserimento progressivo dei giovani migranti nella comunità di arrivo. L’iniziativa, partita quando l’Italia si è trovata ad affrontare il primo consistente arrivo di richiedenti asilo con l’emergenza nord Africa, oggi è un modello che fa scuola. E che dimostra, nei fatti, come ci sia un’ alternativa realizzabile e replicabile al cosiddetto “business dell’accoglienza”. Un’altra via possibile che fa bene sia all’economica locale, sia all’integrazione dei migranti. Senza nessun onere per i Comuni, anzi creando nuove risorse, perché per ogni appartamento che ospita 4 rifugiati, c’è un ritorno sul territorio di circa quattromila euro al mese. Negli ultimi due anni il progetto si è strutturato ed è diventato territoriale. Nel 2016 è stato siglato un protocollo tra Prefettura di Brescia e Comunità Montana della Valle Camonica che prevede di distribuire i migranti nei 25 comuni della Valle che hanno aderito.

 

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