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Azienda riconosciuta a livello mondiale per la produzione di carte a base di materie prime rinnovabili e per la sua continua attività di ricerca nel riuso creativo degli scarti industriali per la realizzazione di carte ecologiche

Azienda consolidata sulla scena dell’economia circolare, ma sempre pronta a nuove sfide in cui i sottoprodotti ne fanno da padrone. Parliamo di Favini, rappresentante mondiale nella produzione di carte a base di materie prime rinnovabili, impiegate negli imballaggi per il settore moda e luxury.
L’azienda di Rossano Veneto (VI) si fa da decenni portavoce del riuso creativo (up-cycling) di scarti industriali di diverse filiere per la produzione di carte ecologiche: un modello circolare alimentato con sottoprodotti di altre industrie, esempio di simbiosi industriale tra settori dell’economia italiana.

Dopo Alga Carta, Crush e Remake, Favini ha continuato la sua attività di ricerca incontrando nuovamente l’industria tessile nella creazione della carta Refit. Parliamo di due tipologie di prodotto, Wool e Cotton, che utilizzano residui tessili della lavorazione della lana e del cotone, capaci di conferire alla carta riciclabilità e biodegrabilità al 100%, nonché adattabilità a ogni tipo di processo di stampa. I prodotti hanno trovato diversi utilizzi proprio nel mondo della moda, tra etichette, shoppers e packaging - come nel caso delle gift box dell’azienda Filipucci - e nella creazione di gioielli dei brand Cartalana e Arualdem.
La simbiosi più affermata è quella con il settore agroalimentare, di cui la carta Crush è emblema.
Nel 2020 Favini ha trovato negli scarti della lavorazione del cacao di Domori, eccellenza italiana nella produzione di cioccolato, una nuova risorsa, tornata indietro all’azienda sotto forma di packaging per la sua linea di prodotti pasquali.

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