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Dalle esigenze del territorio prende vita il Progetto Beatrice, che fa del welfare aziendale un’opportunità di sviluppo per le imprese locali attraverso il digitale.

Quando ci sono cambiamenti nel modo di fare welfare, significa che ci sono anche cambiamenti in corso nella società.
E negli ultimi anni stanno emergendo progetti di welfare territoriale che puntano a far dialogare diversi attori del territorio: aziende, dipendenti, Terzo Settore. Si tratta di un’evoluzione del welfare aziendale, che esce dall’azienda e crea partnership intersecandosi con altri soggetti grazie all’intermediazione fornita dalle piattaforme digitali.

Questo è il progetto di welfare territoriale Beatrice, promosso dall’Ambito Territoriale delle politiche sociali dei Comuni della Valle Seriana e sviluppato all’interno dei Piani Territoriali di conciliazione finanziati dalla Regione Lombardia. Tra i partner, sono presenti tutti i Comuni delle Valli Seriana e di Scalve, cinque aziende del territorio (Persico Group, Sitip Spa, Fondazione Sant’Andrea RSA, Fondazione Honegger RSA, Acerbis Italia Spa, Modulor Progetti Srl, P.Plast Srl), e la Provincia di Bergamo. Il progetto parte ragionando sul welfare aziendale e sulla possibilità di creare valore sul territorio consentendo alle imprese locali di trasformare i premi per i propri dipendenti, relativi alla contrattazione di secondo livello, in rimborsi di spese per servizi alla persona oppure in voucher da utilizzare per lo svago e il tempo libero. Esso si concretizza in una piattaforma online nella quale le aziende aderenti possono personalizzare l’offerta di servizi welfare per i propri dipendenti, erogati da altre imprese del territorio.

Il pregio del progetto è quello di essere disponibile non soltanto per aziende di grandi dimensioni ma anche per imprese con pochi dipendenti che aderiscano alla piattaforma. È infatti l’ente pubblico a sostenere i costi di creazione e gestione della piattaforma, promuovendo un ritorno economico sul territorio. Grazie alle più recenti Leggi di Stabilità, questa pratica ha vantaggi economici, finanziari, fiscali, contributivi, sia per le aziende sia per i dipendenti. Infatti, grazie alla rete di erogatori di servizi coinvolta nella piattaforma Beatrice, il valore di ciò che un dipendente ottiene risulta superiore rispetto a quanto potrebbe ricevere in contanti.

Il progetto Beatrice copre l’intera area della Valle Seriana (Lombardia), con un bacino potenziale di utenti di circa 150.000 persone. La reazione delle aziende è stata positiva.
L’obiettivo è quello di sviluppare – attraverso una collaborazione con gli enti pubblici che si occupano dell’area socio-assistenziale, con le aziende, con i dipendenti – strumenti utili che siano collegati direttamente con il territorio. Non va dimenticato che la tipologia di servizi offerti è legata prevalentemente all’ambito dell’assistenza e della cura (asili nido, spazi gioco, badanti, baby sitter, case di riposo, spese sanitarie), ma sulla piattaforma è possibile richiedere anche servizi legati allo svago e al tempo libero, come ad esempio le attività sportive. La qualità dei servizi offerti è garantita dal sistema di accreditamento che le aziende che operano nell’ambito dell’assistenza svolgono presso gli enti pubblici. Per gli erogatori di servizi legati allo svago invece sono gli stessi dipendenti, richiedendo un voucher, a permettere l’adesione dell’azienda alla piattaforma. Condizione indispensabile è che si tratti di aziende del territorio.

Dal 2017 avvengono regolarmente incontri, con cadenza mensile, tra i direttori del personale di alcune aziende locali e i rappresentanti del progetto. La capacità di ascolto del territorio locale è fondamentale per il buon andamento del progetto e ha attirato anche l’attenzione della classe politica e degli imprenditori locali. L’istituto del welfare aziendale è diventato un terreno di incontro fra diversi soggetti: i lavoratori, gli imprenditori, i politici. L’aspirazione è quella di estendere ad un numero sempre maggiore di aziende i benefici del Progetto Beatrice, favorendo una sua maggiore comprensione anche da parte dei soggetti che erogano servizi sociali e alla persona, chiamati a proiettarsi in una dimensione che sia in grado di capire i cambiamenti del mondo del lavoro, riprogettando dunque i servizi alla persona.

La coesione fra mondi diversi viene stimolata attraverso un atteggiamento di ascolto e la ricerca di soluzioni a problemi pratici. Il fattore di competitività risiede in un mix di elementi: catalizzazione di risorse dal settore privato, creazione di una rete, consapevolezza, da parte di chi opera in questo settore, di dover prestare attenzione alle nuove forme di welfare aziendale e privato. Come valore aggiunto, il progetto si è dotato di una consulenza professionale giuslavoristica e fiscale volta a favorire l’implementazione dei piani di welfare nelle aziende, garantendo certezza giuridica e operativa. Si tratta, dunque, di un’esperienza nella quale il pubblico si apre al privato e gli permette di guadagnare, con la possibilità per gli stessi enti pubblici di trarre profitto. Ad oggi, il progetto Beatrice coinvolge 5 aziende, 42 Comuni, 2000 dipendenti aziendali, 30 partners di servizi.

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