Costruita tra il 1592 e il 1593 da Alvise Priuli, podestà di Bergamo cui deve il nome, la Via Priula fu una strada di notevole rilevanza strategica e commerciale per la Repubblica di Venezia.
Il percorso, passando dalle Prealpi bergamasche e dalla Val Brembana, evitava Lecco e consentiva quindi di raggiungere i territori della Val Tellina e i possedimenti della Repubblica delle Tre Leghe – alleata di Venezia – nell’attuale Canton Grigioni, in Svizzera, senza transitare per i territori ostili del Ducato di Milano, che imponeva alti dazi commerciali. Con la scomparsa della Repubblica di Venezia in seguito al trattato di Campoformio, in cui Napoleone si spartì i territori del Nord Italia con l’Arciducato d’Austria, la strada perse la sua importanza e andò in rovina.
Oggi il cammino della Via Priula, lungo 140 km e tutto in Lombardia, ripercorre parte dell’antico tracciato dal comune di Villa di Chiavenna (SO) in Val Bregaglia fino a Piazza Brembana (BG). Attraversando le Prealpi lombarde si incrociano 30 comuni, di cui 26 piccoli.
Scendendo lungo il fiume Mera, immissario del lago di Como, si passa davanti alle cascate dell’Acquafraggia (descritte da Leonardo da Vinci nel Codice Atlantico), e si raggiunge Chiavenna, principale centro abitato dell’omonima Valle, dove si può mangiare nei crotti, cavità naturali originatesi nel corso dei millenni tra i massi franati dalle montagne, utilizzate come cantine per invecchiare il vino e stagionare i salumi.
Il tratto successivo del percorso passa per Mese e Gordona, paese attraversato un tempo dalla Via Spluga, strada romana che valicava l’omonimo passo alpino, costruita da Augusto per la campagna militare in Rezia. Qui il percorso si biforca prima di ricongiungersi sulle rive dell’Adda.
La prima tratta insiste nei comuni di Verceia, sulla sponda est del Lago di Mezzola, e Dubino, dove Walter Bonatti, celebre alpinista e scrittore italiano, trascorse gli ultimi anni di vita. Al “Re della montagna” è dedicato un breve sentiero che parte dalla sua abitazione.
La seconda tratta passa invece per Sorico e Gera Lario, sulla sponda nord del Lago di Como. I due comuni fanno parte della Riserva Regionale del Pian di Spagna, piana alluvionale che connette il Lago di Como al Lago di Mezzola, da cui ha origine una zona umida popolata da numerose specie di uccelli acquatici come il cigno, l’airone cenerino e il germano reale.
Da Mantello, paese in cui si ricongiungono i due rami del cammino, si prosegue sulla riva nord dell’Adda per Traona, e si arriva a Morbegno. Qui si può ammirare la Collegiata di San Giovanni Battista, edificio realizzato nel XVII secolo in stile barocco, dove è conservata la reliquia della Sacra Spina della corona di Cristo. Il paese è considerato l’accesso occidentale della Val Tellina, dove vengono prodotte specialità gastronomiche come il formaggio Bitto (DOP), o la bresaola e i pizzoccheri, entrambi IGP.
Da Morbegno inizia il tratto più impegnativo del cammino, quello che attraversa il Parco delle Orobie Valtellinesi, dove si possono incontrare stambecchi, mufloni e camosci, arrivando fino a Mezzoldo, in Val Brembana. Con una breve deviazione si può decidere di visitare Averara, borgo attraversato da una strada porticata – parte dell’antica Via Mercatorum che conduceva in Svizzera – in cui sono ancora visibili gli stemmi delle più importanti famiglie di commercianti della valle, o recarsi direttamente a Piazza Brembana, tappa finale del cammino.
Questo contributo fa parte della rubrica Cammini d'Italia, parte del rapporto Piccoli Comuni e Cammini d'Italia, realizzato da Fondazione Symbola e Fondazione IFEL.
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